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sabato 8 marzo 2014

POLTRONE SI', PER FARCI LE SCARPE.

Stimolato da una conversazione, l'argomento è ancora la imminente consultazione elettorale europea e non parlerò solo di poltrone in quanto tali, anche se i privilegi di un europarlamentare non sono certamente da sputarci su, per chi ha anche ambizioni a riguardo. Il fatto è che le due cose tra loro, poltrone e attuale sistema economico-politico, sono indissolubilmente legate, tanto che affermo che la UE non è riformabile così com'è e la moneta unica una jattura dalla qualche bisognerebbe assolutamente liberarsi. Tra l'altro la GUE/NGE altrimenti detta Sinistra Unitaria Europea - Sinistra Verde Nordica, non è certamente un covo di pericolosi comunisti e non aspettiamoci di certo grandi rivoluzioni anche perchè la coalizione in questione è guidata dal 2009 da due tedeschi di ispirazione certamente non marxista e comunque cautamente non troppo lontasi dalla SPD. Prima con Lothar Bink, poi sostituito come segretario - da un paio d'anni - dalla Gabriele Zimmer, la GUE/NGE vive dell'apporto determinante dei voti della tedesca Die Linke, rispettabile formazione di ispirazione socialista democratica che è riuscita in Germania a riunificare un vasto ed eterogeneo panorama dove trovano rappresentanza minima anche i comunisti, alcuni appartenenti a formazioni che affondano le proprie radici ideologiche nella vecchia DDR. Dobbiamo anche sapere che nella GUE/NGE, i tedeschi di Die Linke detengono da soli 1/3 dei circa 30 seggi (sui più di 700 disponibili) di 13 nazioni rappresentate con poco più di un seggio medio a testa, eccezzion fatta per la Francia che ne ha 3 o 4. Figuriamoci quanto la GUE/NGE abbia voglia in questo quadro, di mettersi a fare la kamikaze anti-euro come una vera Sinistra Anti-Capitalista dovrebbe invece fare. L'Italia, per la cronaca, non è presente con alcun seggio, anche se della coalizione fanno parte sia Rifondazione Comunista che il PdCI (ed è tutto dire), Ora però seguiamo il discorso sul legame tra poltrone, privilegi ed il sistema vigente ad oggi. La lobby economico­-politica al potere ha diversi strumenti di persuasione e gratificazione, diciamo bastone e carota e utilizza, in questo specifico caso ovvero la politica, una seconda cerchia di personaggi, giornalisti ed elementi di grande influenza sia mediatica che economica, specialmente all'interno delle organizzazioni politiche (i partiti) che non solo non hanno ma non vogliono, non sono capaci diciamo di nessuna autonomia di pensiero nè tantomeno di azione. E' gente cresciuta nelle università "templari" del capitalismo liberista mondiale e sono quella cerchia che alcuni (molti) usano chiamare la "casta". Essi sono totalmente al servizio della lobby di cui sopra e non solo vengono ampiamente gratificati in quanto convinti sostenitori del capitalismo globale, sia in termini di soldi che di carriera ma hanno a disposizione anche i fondi per creare scuole, correnti, organizzazioni para-sindacali, gruppi di opinione e consenso attraverso "Class Actions" e via così, fino ad arrivare alle fondazioni, fenomeno che credo conosciamo bene. E non a caso, infatti, sono i maggiori sostenitori, in modo del tutto trasversale dei governi delle larghe intese, del maggioritario e del "superamento" dei partiti e delle ideologie. Bene, a tali personaggi è consentito anche di sforare ogni tanto e fare come si suol dire il "pesce in barile" ovvero - per esempio - esprimere pubblicamente delle moderate critiche al modus operandi del sistema lobbistico, in modo che si abbia noi, umile utenza che non è in grado di capire il grande sforzo che questi eroi, salvatori della patria fanno, nello stare assieme al governo di una nazione così ingrata e disgraziata, l'impressione che vi sia un dibattito interno sulle percentuali di bastone e di carota che lorsignori sono chiamati responsabilmente, obtorto collo a somministrarci. C'è poi una terza fascia di maramaldi e truffatori e che diventa anche quarta o tredicesima, è quella dei famosi prezzolati ovvero, coloro che sanno benissimo ma sono assolutamente acritici, che è un sistema questo che porta dritti allo sfascio della democrazia così come i nostri nonni, fumando poco e male in quei gelidi rifugi partigiani, hanno immaginato di consegnarcela e, vedendo che non c'è più nulla da fare cercano di salvare il proprio bianco culetto nel migliore dei modi, mettendolo possibilmente al calduccio di un eurocuscino, navigando a vista e cercando di anno in anno, mese o settimana, di trasformarsi sempre, mantenendosi equidistanti dalle parti in causa. E allora che fanno? Un giorno supplicano la Merkel di cambiare la politica della Germania, sapendo già che un Paese come quello tedesco che ha fatto dell'euro la sua arma ricattatoria da brandire contro tutti gli altri "partners" europei e dell'Europa il proprio dominio economico e politico, ormai non solo non vuole ma se anche (per pura ipotesi) volesse cambiare questo sistema non potrebbe farlo poiché è settata per espandersi economicamente e politicamente in questo sistema. Sarebbe come spostare una balena in un acquario insomma anzi, sarebbe come pretendere - senza nessuna ragionevole speranza - che dal mare in un acquario ci entrasse di sua sponte e volontà. Mi sembra assolutamnte poco credibile. Un altro giorno (parlo sempre dei prezzolati) annunciano grandi intenti per invertire il trend depressivo dell'economia e ridare "aria agli investimenti" che puntualmente invece scopriam o essere acqua e non certamente aria, al solito mulino. Tutto ciò in cambio di privilegi di ogni sorta e, se necessario, anche con qualche ricatto. Tutto questo, in una qualche forma diversa, l'avevo e l'ho già scritto ma ora spero di essermi spiegato sul meccanismo d creazione del consenso-assenso attraverso l'uso delle cosiddette "poltronone, poltrone e poltroncine", in questo sabato dedicato all'analisi del mobilio/calzatura. 

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