tag:blogger.com,1999:blog-43601932002334238772024-03-19T03:35:47.034-07:00Massimiliano Buono..sono i miei appunti di politica, spinti fino alla estrema normalità..Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/15125593734834622848noreply@blogger.comBlogger112125tag:blogger.com,1999:blog-4360193200233423877.post-62917555314570881152015-11-14T13:47:00.000-08:002015-11-16T03:36:12.051-08:00Non ho paura dell’amore ma al contempo odio<div class="_2cuy _3dgx _209g _2vxa" data-block="true" data-offset-key="3anqd-0-0" style="box-sizing: border-box; direction: ltr; font-size: 17px; margin: 0px auto 28px; position: relative; text-align: justify; white-space: pre-wrap; width: 700px; word-wrap: break-word;">
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(20, 25, 35); -webkit-text-stroke-width: initial; font-size: 14px; line-height: normal;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEieyvpLx6zpg_VNVn9PDeENOgkWDjmLudrB_q51hYFhy_Wi4CYBb3lKvsZ7tBJYoTXWs8bwIF1jNnXGRP8JNZ9RJILMhcyOPkpfWGzvp6gNGoEA587K9AIIYXwwrU83Fsp9yYGpipT9Pu4/s1600/FullSizeRender.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><span style="color: #f4cccc; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b style="background-color: #444444;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEieyvpLx6zpg_VNVn9PDeENOgkWDjmLudrB_q51hYFhy_Wi4CYBb3lKvsZ7tBJYoTXWs8bwIF1jNnXGRP8JNZ9RJILMhcyOPkpfWGzvp6gNGoEA587K9AIIYXwwrU83Fsp9yYGpipT9Pu4/s200/FullSizeRender.jpg" width="135" /></b></span></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">Odio il fanatismo. Soprattutto quello pilotato e foraggiato, i suoi acronimi vuoti ma altisonanti, amplificati dai media e dai ministeri della guerra. Quei nemici fatti in casa come le tagliatelle, intangibili, sovente immaginari. Icone sacrificate ad orologeria sull’altare del consenso, al posto delle vere bande, dei loro capi in carne ed ossa e dei loro finanziatori occulti, spesso entrambi con passaporti USA e UE, altro che barconi e clandestini. </b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<b style="background-color: #444444;"><span style="background-color: #444444; color: #f4cccc; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Odio l’antifanatismo, altrettanto ortodosso ed ottuso, quello di moda, perbenista e di circostanza come quello di Fazio e Saviano, o quello intellettuale ed autorevole che si stordisce del privilegio di ascoltare musica classica con “Aural Pleasure” di Hart Audio D&W, agitando Bach come fosse una spada crociata e feroce critico della barbarie altrui, resta sordo al boato delle nostre bombe intelligenti. Poi c’è l’antifanatismo altolocato delle Fallaci e dei Ferretti (una new entry) che discute fragorosamente del nulla, facendo finta di credere che a muovere la violenza sia l’esaltatazione di una imminente invasione barbarica, in nome di una dottrina religiosa, combinata ad antiche rivalse e frustrazioni di carattere culturale. Per non parlare infine dell’antifanatismo nazional-dozzinale, quello delle fotine con i nastrini sulle torri o sulle bandierine ormai (vedi foto) prodotte in serie come fossero dei gadget, a voler dire: <i>“sì, l’ho letto anch’io, che disgrazia terribile”</i>. STOP. Come se le disgrazie (o le crisi) non avessero una matrice o quantomeno una storia da raccontare e soprattutto da conoscere, magari per evitarne di nuove altrettanto terribili quanto “sorprendenti”. </span></b></div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMu9QGm2PYZAbGyfGlp6Mr9vBzkFoVnopmvp8-at6wUbs_4WwAxDkQayWxNro6CUc6luHZWgvjSWbRyRm4AqmIyFLDFS0L3e-nHU-9xx6tp1p0C-noZu4Agw9fTKpCu5kNNjBUYxLRQaM/s1600/FullSizeRender.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><b style="background-color: #444444;"><span style="background-color: #444444; color: #f4cccc; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Odio chi, per tutelare e nascondere interessi economici e finanziari, alimenta la menzogna dello scontro di “civiltà” - dalle nostre parti - dove il grado di civiltà di uno Stato ormai si misura esclusivamente con i parametri della subalternità al capitalismo e al potere oligarchico, mentre nei fiorenti e rigogliosi nuovi mercati d’oriente e del terzo mondo, l’indicatore di “civiltà” è direttamente proporzionale alla corruttibilità di quello o quell’altro stravagante boia locale, salvo eliminarlo al primo sospetto di disallineamento che dovesse malauguratamente manifestare. </span></b></a></div>
</div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(20, 25, 35); -webkit-text-stroke-width: initial; font-size: 14px; line-height: normal;">
<div style="text-align: justify;">
<b style="background-color: #444444;"><span style="background-color: #444444; color: #f4cccc; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Odio il terrorismo astratto, strumentalmente bollato come intangibile. Sostenuto o perseguito ad intermittenza dai suoi creatori, burattinai o ipocriti detrattori all’occorrenza, i quali ci fanno sbavare addosso da pseudo-politici - quelli si intangibili - i loro finti necrologi quando la loro creatura mostruosa si trasferisce da est ad ovest seminando morte e sdegno, senza mai sfiorare le loro comode poltrone di amministratori e strateghi del cazzo. </span></b></div>
</div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(20, 25, 35); -webkit-text-stroke-width: initial; font-size: 14px; line-height: normal;">
<div style="text-align: justify;">
<b style="background-color: #444444;"><span style="background-color: #444444; color: #f4cccc; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Odio l’antiterrorismo che si assume il dovere dell’esclusione di alcuni cittadini secondo ideali, origine, religione, sesso e colore e persuade comunque gli inclusi dell’ineluttabilità della rinuncia alla libertà, ai diritti, alla politica rappresentativa e alle garanzie democratiche, in nome di una emergenza senza fine. </span></b></div>
</div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(20, 25, 35); -webkit-text-stroke-width: initial; font-size: 14px; line-height: normal;">
<div style="text-align: justify;">
<b style="background-color: #444444;"><span style="background-color: #444444; color: #f4cccc; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Odio la democrazia. Quella da esportazione che ha iniettato un veleno mortale. Quello dei conflitti cosiddetti umanitari, approvati prima, dopo o per niente (tanto chi se ne frega) dall’Onu - talmente umanitari da provocare fame, dissipazione di risorse utili per eserciti inutili, morte, distruzione e repressione. Ma anche quelle guerre cosiddette difensive. Magari a difesa di beni e privilegi coloniali, giardini dell’eden gonfiati con l’acqua sottratta ai vicini dalle vite schiacciate dietro un muro illegale. Un veleno che una volta entrato in circolo, si nutre della disillusione e del cinismo di chi si volta dall’altra parte, sperando di non essere colpito. </span></b></div>
</div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(20, 25, 35); -webkit-text-stroke-width: initial; font-size: 14px; line-height: normal;">
<div style="text-align: justify;">
<b style="background-color: #444444;"><span style="background-color: #444444; color: #f4cccc; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Odio la guerra. Quella che mi costringe in prima linea ad un concerto metal, al bancone di un bar e portare a casa la pelle per coincidenza fatale perchè - mi dicono - siamo in guerra. Guerra che non ho voluto né deciso. Intanto meno fortunati di me, gente comune, lavoratrici e lavoratori, giovani precari e famiglie intere pagano il conto. No, non quei 20 euro del ristorantino etnico dove hanno sottratto un paio d’ore del venerdì sera al pensiero della bolletta o dell’affitto rimanendoci secchi. Questi disgraziati come noi, <span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">hanno</span> paga<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">t</span>o il conto della tracotante inconsistenza di leader, manager e generali ottusi. Non eletti ma protetti. Così come per gli stessi motivi, pagano con la vita intere popolazioni innocenti che subiscono continui bombardamenti. </span></b></div>
</div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(20, 25, 35); -webkit-text-stroke-width: initial; font-size: 14px; line-height: normal;">
<div style="text-align: justify;">
<b style="background-color: #444444;"><span style="background-color: #444444; color: #f4cccc; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Odio la pace, quella sociale invocata dalla voce registrata e diffusa da ologrammi 3D con sembianze di papa buoni e presidenti di questa Res Pubica mentre audaci nipotini fichetti e veline - eletti/e nei resti del partito fondato da Gramsci e Bordiga - mi dichiarano guerra. Guerra al lavoro, alla giustizia, ai diritti, alla prevenzione e alle cure, alla conoscenza, alla libertà, ai beni pubblici, al territorio. Alla stessa sovranità dello Stato laico sulla chiesa e alla sovranità dello Stato sulla finanza.</span></b></div>
</div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(20, 25, 35); -webkit-text-stroke-width: initial; font-size: 14px; line-height: normal;">
<div style="text-align: justify;">
<b style="background-color: #444444;"><span style="background-color: #444444; color: #f4cccc; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Odio la diseguaglianza, carburante che alimenta il motore della guerra infinita. Irresponsabile fonte di opulenza per pochi e perenne iattura per gli altri. Una sciagura inflitta per legge dal più forte, con l’arma del rifiuto e dell’esclusione che incrementa marginalità, risentimento e frustrazione. Il Mondo come una macabra cartina geografica con zone vivaio della miseria, dello sfruttamento e della paura, presso il quale piccoli kamikaze crescono, farciti del tritolo gentilmente offerto dai soliti noti. </span></b></div>
</div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(20, 25, 35); -webkit-text-stroke-width: initial; font-size: 14px; line-height: normal;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">Odio l’uguaglianza che passa attraverso il preteso e concesso diritto all’ultimissimo modello di smartphone e ‘sti cazzi, se bisognerà depredare di ricchezze e risorse altri popoli, quelli che beati loro, vivono di pescato del giorno e latte di capra e certe cose come il silicio non le sanno usare. Moro, te lo dico io dove si trova il silicio, fallo estrarre ai tuoi agili figlioletti per assicurarmi il meritato benessere, io che so invece valorizzarle e consumarle come si deve quelle risorse. E le sfrutto, scrivendo queste ed altre riflessioni, sempre che non tocchi a me un bel giorno, beccarmi un bel colpo vicino ad un kamikaze e restarci stecchito col cellulare in mano, com’è normale per la fanteria in prima fila come noi. Magari ironia della sorte, con un’arma made in italy che abbia compiuto il giro (quasi) completo del celeberrimo cetriolo, prima di tornare ad infilarsi nel mio culo plebeo. </b></span></div>
</div>
</div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/15125593734834622848noreply@blogger.com0Roma, Italia41.9027835 12.49636550000002441.524646 11.850918500000024 42.280921 13.141812500000025tag:blogger.com,1999:blog-4360193200233423877.post-47377618593716404492015-11-14T03:46:00.000-08:002015-11-14T03:46:54.739-08:00Je suis ignorant. Un altro inutile nastrino nero?<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi-O_cauJJ-223F_t0uc0UiKGb2bm2m9QqNevrrtAROSSL7IXEZ7gZRHI7nDzcleUNgC6uo23-gIbjnUzfXjusPsg2s1lLejRjFLJx5kmfZ9bCH7VJ4iZfHQFE4Nz5BsEPPIYp0w1FeT_A/s1600/apeople.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="112" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi-O_cauJJ-223F_t0uc0UiKGb2bm2m9QqNevrrtAROSSL7IXEZ7gZRHI7nDzcleUNgC6uo23-gIbjnUzfXjusPsg2s1lLejRjFLJx5kmfZ9bCH7VJ4iZfHQFE4Nz5BsEPPIYp0w1FeT_A/s200/apeople.jpg" width="200" /></a></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(244, 204, 204); -webkit-text-stroke-width: initial; color: #f4cccc; font-family: Arial; font-size: 17px; line-height: normal; text-align: justify;">
<b>Rileggete la storia degli ultimi 6/7 anni, l'assalto alla Libia e la pilotata destabilizzazione in Siria, con il generale Puga e le gesta di Mohamed Merah con il loro "esercito di liberatori della Siria (non siriani ma in gran parte libici e della legione straniera Corsa), i cosiddetti "salafiti moderati di Homs" in realtà sgozzatori di civili e cannibali (veri) al servizio delle "intelligence" di USA, Francia, Inghilterra, Israele e Turchia, prima che i fatti di Tolosa sui quali non si è fatta mai luce decretassero la morte annunciata proprio guarda caso del "lupo solitario" Merah, una volta scaricato dal suo ruolo di cui sopra. Gli interessi geo-economici e la politica neo-colonialista d'assalto della Francia degli ultimi anni, con la caduta dei consensi generata dalla troika e la necessità di alimentare odio e razzismo quale sfogatoio, con la classe dirigente a intrallazzare anche con Arabia Saudita e Qatar mentre il lavoro "sporco" interno suddetto, affidato alla finta nemica Le Pen, con l'ex presidente francese Giscard d’Estaing che chiede all'Onu un mandato sulla Siria con la Francia in posizione guida al fine di rovesciare Assad, quando la Russia sta già bombardando l'Isis. Rileggetela, la Storia e spegnete la TV con la propaganda di potere più elementare, i patetici contorcimenti dei leader con i loro discorsetti puerili e le palle dei media che non sfiorano neanche i fatti e la loro cronologia ma lasciano intatta la menzogna con la quale occupano lo spazio della comprensione. Rileggete la Storia e poi magari. se non potete proprio farne a meno, mettete pure il vostro inutile nastrino nero sulla quella cazzo di tour eiffel.</b></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/15125593734834622848noreply@blogger.com0Parigi, Francia48.856614 2.352221900000017748.6894645 2.0294984000000178 49.0237635 2.6749454000000177tag:blogger.com,1999:blog-4360193200233423877.post-84207463482887626692015-07-29T08:16:00.000-07:002015-07-29T09:12:49.025-07:00LA RISPOSTA E' DENTRO DI NOI MA E' SBAGLIATA<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi6MX58_wVvrXLNfLwcnq2tq-IGoOB4yfvUnCnqcCmuGmK9HNZWzYKOvSrP_eKEZ_iODnkTszNS4OFBu9S86YiVv5sRs6dotSvwPvFFCcKIJHeG5YwdncKRjHbqueznPPVj_1T_ugVBreQ/s1600/gerarchia-dei-saperi.gif" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="224" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi6MX58_wVvrXLNfLwcnq2tq-IGoOB4yfvUnCnqcCmuGmK9HNZWzYKOvSrP_eKEZ_iODnkTszNS4OFBu9S86YiVv5sRs6dotSvwPvFFCcKIJHeG5YwdncKRjHbqueznPPVj_1T_ugVBreQ/s320/gerarchia-dei-saperi.gif" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: #444444;"><span style="color: #f4cccc;"><b><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">Il potere inferiore si rivolge a quello superiore dopo essersi adoperato
per meritarne l'indulgenza. Succede così che come si piega ai dictat
della troika il nostro governo nazionale non eletto (il terzo di fila),
un sindaco eletto (non da me sia chiaro) come Marino, si prostra
insediando assessori cari al governo di cui sopra e che diviene esso
stesso caporale. Tutto ciò in barba, nel primo caso alla sovranità
nazionale e nel secondo alla autonomia locale, entrambe sancite
dalla nostra boccheggiante Costituzione. Non che non sia mai avvenuto di fatto nulla di
simile prima d'ora ma, ciò che colpisce oggi, è la totale assenza del
benchè minimo pudore nel calpestare apertamente la norma istituzionale.
Molto non posso fare, se non evitare per lo meno di perdere qualsiasi
occasione per far notare quanto accade ed in che modo. Ingenuità e
illusione da una parte e dissoluta corruttà dall'altra, fanno della
nostra classe dirigente una miscela politica tra le peggiori al mondo.
Tutto ciò avviene paradossalmente in un contesto antropologico in cui si
fa un gran parlare di concetti quali l'autostima, l'emancipazione, il
culto della persona, della salute (fisica) e del benessere. Un contesto
nel quale ormai siamo diventati tutti perfetti personaggi televisivi,
abbiamo opinioni su qualunque argomento (affonda una nave e siamo tutti
capitani, violentano una donna e siamo tutti Callaghan, si parla di
spread e in una settimana siamo tutti economisti) e dove anche il
fruttarolo utilizza il PNL ed è un esperto di "life coaching". Allora,
se davvero siamo esausti, stufi e pensiamo che coloro ai quali deleghiamo senza
esitazione il nostro futuro e quello delle nuove generazioni siano come detto tra i peggiori al mondo, forse è il
caso di cominciare ad ammettere che anche noi (il Popolo) non siamo
certo i migliori e anche da qui, ripartire. </span></b></span></span></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/15125593734834622848noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4360193200233423877.post-31868562778606637582015-07-26T04:54:00.000-07:002015-07-26T04:55:47.240-07:00Syriza e ANEL - Trattato militare Grecia e Israele<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: #444444; color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">I</span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="background-color: #444444; color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhxirhLYtmx4hklf1Fxn13JcREnWLmHiTcqyCJNGU2CRJudQraqx0yVLT9KM_k_oFvA3YYZmDPKbyOfmuNPhwgsCUAfsN5HLS9xCg56CCZMNK6J-6Um5xHSdeMDmptFbpzweqEC3oRlAXs/s1600/2015-7-19.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhxirhLYtmx4hklf1Fxn13JcREnWLmHiTcqyCJNGU2CRJudQraqx0yVLT9KM_k_oFvA3YYZmDPKbyOfmuNPhwgsCUAfsN5HLS9xCg56CCZMNK6J-6Um5xHSdeMDmptFbpzweqEC3oRlAXs/s320/2015-7-19.jpg" width="320" /></a></span></div>
<span style="background-color: #444444; color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">
l ministro della Difesa, Moshe Yaalon, si è riunito domenica scorsa con il suo omologo greco, Panos Kammenos, negli uffici di Tel Aviv</span></div>
<span style="background-color: #444444; color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: #444444; color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<span style="background-color: #444444; color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">
</span>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: #444444; color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">È stato molto difficile scovare la notizia. Uscita solo nelle pagine israeliane e in pochi siti web statunitensi. Ma non ci sono dubbi. Tutte riportavano la notizia sorprendente della firma di un accordo militare tra la Grecia e Israele che non ha precedenti (vedi link a piè pagina). La notizia parla di cooperazione militare, relazioni eccellenti, mantenere e continuare insieme la formazione… una storica relazione che nella campagna elettorale Tsipras aveva dichiarato che sarebbe terminata… non è stato così… la relazione è continuata e si è rafforzata secondo le notizie di due giorni fa.</span></div>
<span style="background-color: #444444; color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">
<div style="text-align: justify;">
È fondamentale che l’informazione del viaggio e dell’incontro tra i due ministri sia stata confermata sul sito ufficiale del Ministero della Difesa greco. Non vengono citati esattamente i temi trattati, che si trovano invece nei siti israeliani:<br />
<br /></div>
</span><br />
<div style="text-align: justify;">
<i style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;"><a href="http://www.mod.mil.gr/mod/en/content/show/36/A83610">http://www.mod.mil.gr/mod/en/content/show/36/A83610</a></b></i></div>
<span style="background-color: #444444; color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: #444444; color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<span style="background-color: #444444; color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">
</span>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: #444444; color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">La pagina del Ministero della Difesa greco parla di “un accordo che definirà le condizioni di viaggio e di residenza dei militari nei due Paesi durante le manovre di addestramento e di collaborazione”.</span></div>
<span style="background-color: #444444; color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
E qui, la notizia dell’accordo pubblicato da un periodico on line israeliano (vedi link a piè pagina) Cooperazione militare: Israele conclude un accordo con la Grecia</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il ministro della Difesa, Moshe Yaalon, si è riunito domenica scorsa con il suo omologo greco, Panos Kammenos, negli uffici di Tel Aviv. I due uomini hanno discusso della cooperazione in tema di sicurezza tra Gerusalemme e Atene e della situazione in Medio Oriente.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il Direttore del Servizio di Difesa israeliano e il ministro greco della Difesa Nazionale hanno concluso un accordo sullo statuto delle forze armate (SOFA): un accordo legale che permetterà alle forze armate d’Israele di risiedere in Grecia e viceversa. Questo è il primo SOFA che Israele firma con un Paese alleato che non siano gli Stati Uniti.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il ministro israeliano ha ringraziato il suo omologo per la sua visita in Israele, malgrado la difficile situazione economica in cui versa la Grecia e si è detto speranzoso che il Paese ellenico possa superare le sfide che ha di fronte. “ Ringraziamo per la cooperazione di sicurezza che si traduce nella formazione dei nostri soldati e ufficiali sul territorio greco. I nostri Stati condividono interessi comuni, dovendo affrontare le conseguenze dell’accordo firmato la scorsa settimana tra le grandi potenze e l’Iran”, ha detto Yaalon.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Dal canto suo il ministro greco ha dichiarato: “il popolo greco è molto vicino al popolo israeliano: riguardo alla nostra cooperazione militare le nostre relazioni sono eccellenti, continuiamo a mantenere la formazione congiunta. Il signor Kammenos ha aggiunto: “il terrorismo e la Jihad non colpiscono solo il Medio Oriente ma anche i Balcani e l’Europa. Questa è guerra. Siamo vicini a Israele per tutto ciò che riguarda il programma dei missili iraniani che potrebbero raggiungerci. Se un missile iraniano si dirige verso il mar Mediterraneo può significare la fine di tutti i Paesi della regione”.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Lo Stato ebraico e la Grecia hanno stabilito le loro relazioni diplomatiche 25 anni fa.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<i><div style="text-align: justify;">
<i>Nella foto: i ministri della Difesa Panos Kammenos (greco) e Moshé Yaalon (israeliano)</i></div>
</i><div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<i><div style="text-align: justify;">
<i><b><a href="http://www.israpresse.net/cooperation-militaire-israel-conclut-un-accord-avec-la-grece/">http://www.israpresse.net/cooperation-militaire-israel-conclut-un-accord-avec-la-grece/</a></b></i></div>
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<br /></div>
<i><div style="text-align: justify;">
<i><b><a href="http://mundo.sputniknews.com/politica/20150706/1039041921.html#ixzz3gURxUcwT">http://mundo.sputniknews.com/politica/20150706/1039041921.html#ixzz3gURxUcwT</a></b></i></div>
</i></span>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/15125593734834622848noreply@blogger.com0Tel Aviv, Israele32.0852999 34.78176759999996631.977676400000004 34.620406099999968 32.192923400000005 34.943129099999965tag:blogger.com,1999:blog-4360193200233423877.post-37851360975459175722015-07-24T11:33:00.000-07:002015-07-24T11:33:47.599-07:00Lettera aperta di studiosi dell’Ucraina sulla cosiddetta “legge anti-comunista”<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj6bKYGL5SG0zYSel0nHRcXwSHAeNRXwnTEN0KgRkgX-Jxl7yiwv_WPf8ZehV_u2F2NBfZnnHcKZ-KZnigiYQWEtRkQm8nP-bGwgk1wxemlPt3xrpVklnTFmf-0UPV42WS-SeZUF6Pp5OQ/s1600/4e00e3b8123b5_o.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj6bKYGL5SG0zYSel0nHRcXwSHAeNRXwnTEN0KgRkgX-Jxl7yiwv_WPf8ZehV_u2F2NBfZnnHcKZ-KZnigiYQWEtRkQm8nP-bGwgk1wxemlPt3xrpVklnTFmf-0UPV42WS-SeZUF6Pp5OQ/s400/4e00e3b8123b5_o.jpg" width="225" /></a></div>
<div style="text-align: left;">
<b style="background-color: #444444; color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; text-align: justify;">Di seguito la traduzione di un appello internazionale sottoscritto da studiosi americani, inglesi, canadesi, tedeschi, svedesi e ucraini contro la promulgazione delle due leggi anticomuniste approvate lo scorso 9 aprile. Non è certo opera di putiniani nè di comunisti ma dà l’idea di quali mostri stiano risvegliando i governi USA e UE ai confini con la Russia. Mi sembra che in Italia non ci sia stata la dovuta reazione di fronte a un fatto di così inaudita gravità da parte di un regime che gode del sostegno degli USA dell’UE e del nostro governo a cui va ricordato che la Costituzione reca in calce la firma di un comunista e che il 25 aprile si festeggia una Liberazione alla quale i socialcomunisti hanno portato il contributo di gran lunga più forte prima nei lunghi anni della lotta antifascista e poi nella Resistenza. (M.A.)</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">Al Presidente dell’Ucraina, Petro Poroshenko, e al Presidente della Verkhovna Rada dell’Ucraina , Volodymyr B. Groysman:</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">Noi sottoscritti, vi invitiamo a non firmare e promulgare i progetti di legge (n. 2538-1 e 2558) adottati dalla Verkhovna Rada il 9 aprile 2015. Come studiosi ed esperti a lungo impegnati per la rigenerazione e la libertà dell’Ucraina, noi consideriamo queste leggi con la più profonda apprensione. Il loro contenuto e spirito contraddice uno dei diritti politici fondamentali: il diritto alla libertà di parola. La loro adozione solleverebbe seri interrogativi circa la fedeltà dell’Ucraina ai principi del Consiglio d’Europa e dell’OSCE, insieme a una serie di trattati e dichiarazioni solenni adottate da quando l’Ucraina ha riconquistato l’indipendenza nel 1991. Il loro impatto sull’immagine e la reputazione dell’Ucraina in Europa e Nord America sarebbe profondo. Senza tralasciare il fatto che le leggi potrebbero fornire conforto e sostegno a coloro che cercano di indebolire e dividere l’Ucraina.</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">Inoltre siamo turbati per il fatto che le leggi siano state approvate, senza un serio dibattito, senza voti contrari e con un gran numero di deputati che han rifiutato di partecipare.</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">In particolare, siamo preoccupati per i seguenti elementi:</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">1 – Per quanto riguarda l’inclusione di gruppi come l’Organizzazione dei nazionalisti ucraini (OUN) e l’Esercito Insurrezionale Ucraino (UPA) come “combattenti per l’indipendenza ucraina”: l’articolo 6 della presente legge rende un reato negare la legittimità della “lotta per la indipendenza dell’Ucraina nel 20° secolo “e la negazione pubblica dello stesso è da considerarsi come un insulto alla memoria dei combattenti. Così mettere in discussione questa pretesa, e mettere in discussione implicitamente qualsiasi cosa questi gruppi hanno fatto, è diventato un reato penale.</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">2 – La legge 2558, il divieto di propaganda dei “regimi comunisti e nazionalsocialisti ” rende un reato negare, “anche nei media, il carattere criminale del regime totalitario comunista del 1917-1991 in Ucraina.”</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">Le potenziali conseguenze di entrambe queste leggi sono inquietanti. Non solo sarebbe un crimine mettere in discussione la legittimità di una organizzazione (UPA), che ha massacrato decine di migliaia di polacchi in uno degli atti più efferati di pulizia etnica nella storia dell’Ucraina, ma anche sarebbe esente da critiche l’OUN, uno dei gruppi politici più estremi in Ucraina occidentale tra le due guerre, e quello che ha collaborato con la Germania nazista fin dall’inizio dell’invasione sovietica nel 1941. L’OUN inoltre partecipò ai pogrom antiebraici in Ucraina e, nel caso della fazione Melnyk, rimase alleata con il regime di occupazione durante la guerra.</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">Nonostante il nobile intento, la condanna all’ingrosso di tutto il periodo sovietico come una occupazione di Ucraina avrà conseguenze ingiuste e incongrue. Chiunque attirando l’attenzione sullo sviluppo della cultura e della lingua ucraine negli anni ‘20 potrebbe trovarsi condannato. Lo stesso vale per coloro che considerano il periodo di Gorbaciov come un periodo progressivo di cambiamento a beneficio della società civile ucraina , dei gruppi informali, e dei partiti politici, compreso il Movimento per la Perestroika (Rukh).</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">Negli ultimi 15 anni, la Russia di Vladimir Putin ha investito enormi risorse nella politicizzazione della storia. Sarebbe disastroso se l’Ucraina seguisse la stessa strada, quantunque parzialmente o provvisoriamente. Ogni distorsione giuridica o ‘amministrativa’ della storia è un attacco allo scopo più fondamentale dell’ indagine scientifica: la ricerca della verità. Qualsiasi attacco ufficiale alla memoria storica è ingiusto. Questioni difficili e controverse devono rimanere materia di dibattito. Il milione e mezzo di ucraini che sono morti combattendo i nazisti nell’Armata Rossa hanno diritto al rispetto, come lo hanno coloro che hanno combattuto l’Armata Rossa e NKVD. Coloro che considerano la vittoria sulla Germania nazista come un evento storico fondamentale non dovrebbero sentirsi intimiditi né esclusi dalla nazione.</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">Dal 1991, l’Ucraina è stato uno stato tollerante e inclusivo, uno stato (nelle parole della Costituzione) per cittadini ucraini di tutte le nazionalità. Se firmate, le leggi del 9 aprile saranno un regalo per coloro che desiderano rivolgere l’Ucraina contro se stessa. Esse allontaneranno molti ucraini che ora si trovano sotto l’occupazione de facto. Esse divideranno e scoraggeranno gli amici dell’Ucraina. In breve, danneggeranno la sicurezza nazionale dell’Ucraina, e per questo motivo, soprattutto, vi invitiamo a respingerle.</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;"><br /></b></span></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">Firmatari (in ordine alfabetico): </b></span></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;"><br /></b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">David Albanese, Ph.D. Candidate, Department of Soviet and Russian History, Northeastern University, USA</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">Tarik Cyril Amar, Assistant Professor of History, Columbia University, USA</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">Dominique Arel, Chair of Ukrainian Studies, University of Ottawa, Canada</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">Martin Aust, Visiting Professor of History, University of Basel, Switzerland</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">Mark R. Baker, Assistant Professor, Koç University, Istanbul, Turkey</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">Omer Bartov, John P. Birkelund Distinguished Professor of History and Professor of German Studies, Brown University, USA</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">Harald Binder, Ph.D., Founding President, Center for Urban History of East Central Europe, Lviv, Ukraine</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">Marko Bojcun, Director of the Ukraine Centre, London Metropolitan University, UK</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">Uilleam Blacker, Lecturer in Comparative East European Culture, University College London, UK</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">Jeffrey Burds, Associate Professor of Russian and Soviet History, Northeastern University, USA</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">Marco Carynnyk, Independent Scholar, Toronto, Canada</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">Heather J. Coleman, Canada Research Chair and Associate Professor, Department of History and Classics, University of Alberta, Canada</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">Markian Dobczansky, Ph.D. candidate, Department of History, Stanford University, USA</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">Evgeny Finkel, Assistant Professor of Political Science and International Affairs, George Washington University, USA</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">Rory Finnin, University Senior Lecturer in Ukrainian Studies, University of Cambridge, UK</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">J. Arch Getty, Distinguished Professor of History University of California Los Angeles (UCLA), USA</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">Christopher Gilley, Research Fellow, University of Hamburg, Hamburg, Germany</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">Frank Golczewski, Professor in the Program in History, University of Hamburg, Germany</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">Mark von Hagen, Professor of History, School of Historical, Philosophical, and Religious Studies, Arizona State University, USA</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">André Härtel, Lecturer in International Relations, Department of Political Science, University of Jena, Germany</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">Guido Hausmann, Ludwig-Maximilian University, Munich, Germany</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">John-Paul Himka, Professor Emeritus, Department of History & Classics, University of Alberta, Canada</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">Kerstin S. Jobst, Professor of East European History, University of Vienna, Austria</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">Tom Junes, PhD (historian) – Imre Kertész Kolleg, Jena, Germany</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">Andreas Kappeler, Professor Emeritus of History, University of Vienna, Austria</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">Ivan Katchanovski, Adjunct Professor, School of Political Studies, University of Ottawa, Canada</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">Padraic Kenney, Professor of History, Indiana University, USA</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">Olesya Khromeychuk, Teaching Fellow, University College London, UK</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">Oleh Kotsyuba, Ph.D. Candidate, Department of Slavic Languages and Literatures, Harvard University, USA</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">Matthew Kott, Researcher at Centre for Russian and Eurasian Studies, Uppsala University, Sweden</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">Mark Kramer, Program Director for Cold War Studies, Davis Center for Russian and Eurasian Studies, Harvard University, USA</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">Nadiya Kravets, Postdoctoral Fellow, Ukrainian Research Institute, Harvard University, USA</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">Olga Kucherenko, Independent Scholar, Cambridge, UK</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">John J. Kulczycki, Professor Emeritus, Department of History, University of Illinois at Chicago, USA</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">Victor Hugo Lane, York College, City University of New York, USA</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">Yurii Latysh, Taras Shevchenko National University, Kyiv, Ukraine</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">David R. Marples, Distinguished University Professor, Department of History & Classics, University of Alberta, Canada</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">Javier Morales, Lecturer in International Relations, European University of Madrid, Spain</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">Jared McBride, Visiting Assistant Professor of History, Columbia University, USA</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">Tanja Penter, Professor of Eastern European History, Heidelberg University, Germany</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">Olena Petrenko, Ph.D. Student, Department of East European History, Ruhr University Bochum, Germany</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">Simon Pirani, Senior Research Fellow, Oxford Institute for Energy Studies, and Lecturer on Russian and Soviet History, Canterbury Christ Church University, UK</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">Yuri Radchenko, Senior Lecturer, Kharkiv Collegium Institute of Oriental Studies and International Relations, and Director of Center for Inter-ethnic Relations in Eastern Europe, Kharkiv, Ukraine</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">William Risch, Associate Professor of History, Georgia College, USA</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">Blair Ruble, Political Scientist, Washington, DC, USA</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">Per Anders Rudling, Associate Professor of History, Lund University, Sweden</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">Martin Schulze Wessel, Chair of Eastern European History, Ludwig-Maximilian University, Munich, Germany</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">Steven Seegel, Associate Professor of History, University of Northern Colorado, USA</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">Anton Shekhovtsov, Visiting Senior Fellow, Legatum Institute, London, UK</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">James Sherr, Associate Fellow, Chatham House, London, UK</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">Volodymyr Sklokin, Researcher, Center for Urban History of East-Central Europe, Lviv, Ukraine</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">Iryna Sklokina, Researcher, Center for Urban History of East-Central Europe, Lviv, Ukraine</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">Yegor Stadny, Ph.D. Student, Department of History, Kyiv-Mohyla Academy, Ukraine</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">Andreas Umland, Senior Research Fellow, Institute for Euro-Atlantic Cooperation, Kyiv, Ukraine</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">Ricarda Vulpius, Research Fellow, Department for the History of East- and Southeastern Europe, Ludwig-Maximilian University, Munich, Germany</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">Lucan Way, Associate Professor of Political Science, University of Toronto, Canada</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">Zenon Wasyliw, Professor of History, Ithaca College, USA</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">Anna Veronika Wendland, Research Coordinator, The Herder Institute for Historical Research on East Central Europe, Marburg, Germany</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">Frank Wolff, Assistant Professor of History and Migration Studies, Osnabrück University, Germany</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">Christine Worobec, Professor Emerita, Northern Illinois University, USA</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">Serhy Yekelchyk, Professor of Slavic Studies and History, University of Victoria, Canada</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">Tanya Zaharchenko, Postdoctoral Fellow, Center for Historical Research, Higher School of Economics, Saint Petersburg, Russia</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">Sergei Zhuk, Associate Professor of History, Ball State University, Indiana, USA </b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: #444444; font-family: 'Droid Sans', Arial, Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 20px; text-align: left;"><i><span style="color: #f4cccc;">[nella foto Stepan Bandera, eroe nazionale per l'attuale regime di Kiev , durante la seconda guerra mondiale in divisa SS]</span></i></span></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/15125593734834622848noreply@blogger.com0Kiev, Ucraina50.4501 30.52340000000003849.8023485 29.232506500000039 51.0978515 31.814293500000037tag:blogger.com,1999:blog-4360193200233423877.post-3876675885646960012015-07-14T11:11:00.000-07:002015-07-15T01:54:28.919-07:00THINK TANK? No Thanks<span style="background-color: #444444;"><span style="color: #f4cccc;">
</span></span>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg8OelnNYzbzIxp4UJAH7AEsENUrtjYR1lI9BmQ9PzgmTv3hGqlXTUZV-74CyzDatOXk3MrXxMyDUuLNf8IG-M_0NqYDVDO7JhUEBHmDz2mbcpGZVn7J34M1DufNJvuAHDE4IfIfQgEJ7I/s1600/CHOOSYMMERD.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg8OelnNYzbzIxp4UJAH7AEsENUrtjYR1lI9BmQ9PzgmTv3hGqlXTUZV-74CyzDatOXk3MrXxMyDUuLNf8IG-M_0NqYDVDO7JhUEBHmDz2mbcpGZVn7J34M1DufNJvuAHDE4IfIfQgEJ7I/s200/CHOOSYMMERD.jpg" width="200" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: #444444;"><span style="color: #f4cccc;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: medium;"><b>Molta
della gavetta e delle conoscenze che un tempo si facevano nei partiti
oggi si fanno nei cosiddetti “pensatoi politici”, quelli che gli
elegantoni chiamano “think tank”. In uno scenario attuale fatto
di coalizioni democratiche, governi tecnici, apolitici o di
“emergenza”, spesso bipartisan, strutture come i think tank
all'italiana trovano praterie libere e spazi di sviluppo economico e
relazionale inimmaginabili per partiti politici strutturati in modo
tradizionale. Tutto ciò è finalizzato ad un controllo praticamente
assoluto sul “ricambio generazionale” della classe dirigente del
Paese. Una area grigia nella quale piccoli e predestinati cuccioli
del potere crescono forti e sicuri, testando così i propri giovani
ed aristocratici artigli, al riparo da concorsi e confronti, non
misurandosi con nessuna realtà se non quella “in vitro”
dell'area di appartenenza e che ne garantirà il futuro insediamento,
con l'unico scopo di crescere e perpetrare il lavoro dei propri
predecessori. Questi ultimi, spesso e volentieri coincidenti con i
propri padri o zii. Tutto ciò grazie a quelle leggi, emanate dai
diretti interessati e che ovviamente ne tutelano la opaca gestione
amministrativa. Emblematico il caso della Fondazione “Vedrò”
alla quale appartengono ben cinque degli elementi che componevano il
Governo Letta ovvero lo stesso Enrico Letta (premier-PD e nipote di
Gianni Letta-PDL), Angelino Alfano (vice-premier ed Interni-PDL),
Maurizio Lupi (Infrastrutture-PDL), Nunzia De Girolamo
(Agricoltura-PDL e moglie di Francesco Boccia-PD) e Andrea Orlando
(Ambiente-PD). Il crescente peso politico di queste fondazioni è
indubbio e mette ancor di più in evidenza la mancanza di
informazioni complete e aggiornate su soci, finanziamenti e bilanci.
Infatti, le recenti e pur limitate norme introdotte sulla trasparenza
dei partiti, non si applicano alle fondazioni e, tranne per poche
eccezioni, sono limitate a singoli ambiti. Questi pensatoi sono poi
legati tra loro attraverso una fitta rete di relazioni che si può
ricostruire – con grande fatica – evidenziando le persone che
hanno incarichi in più strutture. Un dossier di OpenPolis rivela che
tra 65 think tank italiani censiti (contando soltanto quelli di
rilevanza nazionale ed internazionale) i quali animano il panorama
politico italiano e le cui funzioni principali sono la elaborazione
di idee, il reclutamento di personale politico e non ultimo, la
raccolta di finanziamenti, sono tutti interessati da connessioni e
relazioni che – per oltre l'80% – ruotano intorno a quattro soli
soggetti: Italiani Europei, Astrid, Fondazione Italia-USA ed Aspen.
Altro che ascensore sociale, permeabilità e trasparenza dei posti
chiave nella economia, la politica e la conoscenza. Avete capito
</b></span></span><i><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: medium;"><b>choosy
dimmerda</b></span></span></i><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: medium;"><b>
da dove vengono e perchè si adottano all'unanimità riforme come la
“Buona Scuola” ed il “Job's Act”? Per affossare
definitivamente tutto ciò che può minare la blindatura oligarchica
nelle “sale dei bottoni” quindi </b></span></span><i><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: medium;"><b>keep
calm</b></span></span></i><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: medium;"><b>
e stattene al posto tuo.. </b></span></span></span></span>
</div>
<span style="background-color: #444444;"><span style="color: #f4cccc;">
</span></span>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/15125593734834622848noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4360193200233423877.post-77341150556423984912015-07-13T08:45:00.000-07:002015-07-13T08:56:52.575-07:00GAME OVER > insert coins to continue<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEixltZrKz9PXneBYwVUkVJtb7yTnjpn9yqfIUrJzuYm0JbZffky5Li55Q1RxqX-B7OaMIJVvXKwaGXQ7f4goLe7830QliufWXEoif9yMJWR-BTx8Ny8MbFltE8JsI2lrGbiAyqL2T58pFs/s1600/GAMEOVERINSERTCOIN.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="190" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEixltZrKz9PXneBYwVUkVJtb7yTnjpn9yqfIUrJzuYm0JbZffky5Li55Q1RxqX-B7OaMIJVvXKwaGXQ7f4goLe7830QliufWXEoif9yMJWR-BTx8Ny8MbFltE8JsI2lrGbiAyqL2T58pFs/s320/GAMEOVERINSERTCOIN.JPG" width="320" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: #444444;"><span style="color: #f4cccc;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: medium;"><b>Avrei
voluto credere in Syriza ma purtroppo qualcosa non tornava
dall'inizio, così si è conclusa avventura di Tsipras in Grecia ed in
Europa, nonostante il referendum, mossa disperata strategicamente
anche se molto utile dal punto di vista mediatico, poiché ha messo
in evidenza la natura “politica” e non economica dei sacrifici
imposti dalla UE. Ma non è bastato a cancellare il vizio di fondo di
Syriza ovvero il paradossale e inspiegabile europeismo a prescindere.
Tsipras infatti, accompagnato nell'analisi errata della situazione
dalle sinistre riformiste europee, ha prodotto una inadeguata
strategia che alla fine ha ceduto molto di più di quanto non fosse
in gioco con il referendum, annichilendo e svilendo così anche la
scontata vittoria dei NO nella consultazione popolare. Infatti, dagli
8,5 miliardi di 2 settimane fa, ci si ritrova ai 13 miliardi di oggi,
con in più la sfiducia di Cina e Russia e il dictat esplicito di
controllo diretto della troika, con annessa rapina totale dei beni di
proprietà dello Stato, attraverso la gestione remota di un fondo di
garanzia. Non era forse il caso allora, una volta arrivati al punto
di indire il referendum, di difendere quel 61% fino alla fine e
casomai uscire da soli, piuttosto che ritrovarsi soli e scoprire che
per i fachi (e le colombe) di Berlino, il “grexit” non è poi una
tragedia, anzi.</b></span></span></span></span></div>
<span style="background-color: #444444;"><span style="color: #f4cccc;">
</span></span>
<br />
<div align="JUSTIFY">
<span style="background-color: #444444;"><span style="color: #f4cccc;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: medium;"><b>Per
quanto ci riguarda, come comunisti e come rifondazione comunista, la
situazione è critica ormai da tempo. Sarò breve e non entrerò nel
dettaglio tecnico-economico, perchè ho già espresso più volte gli
stessi concetti, tra l'altro sostenuti da molti compagni, anche
dentro Rifondazione e dal compagno Ugo Boghetta, a partire
dall'emendamento “no euro” all'ultimo congresso. La attuale
situazione che riguarda direttamente la Grecia e tutti noi
indirettamente, ha il solo merito di evidenziare a chi ancora non lo
ha capito che la UE e l'eurozona sono irriformabili strumenti del
capitalismo neo-liberista e sono tarati per essere solo e soltanto
tali strumenti. La fine dell'euro e lo stralcio dei trattati (a
partire da quello Maastricht) quindi è l'unica strada percorribile
per tentare di riacquistare sovranità popolare sulla politica e
quindi incidere in senso comunista sull'economia, raccogliendo le
istanze della sinistra antagonista che ci stiamo perdendo per strada
e facendo egemonia in quella residua sinistra ora fortemente delusa
dal partito di riferimento (PD) e che è ancora a cavallo tra
anti-liberismo (che deve tornare ad essere anti-capitalismo) e
l'illusione della social-democrazia che il PD appunto ha utilizzato
come raggiro ideologico. Non mi dilungo oltre ma dico con molta
chiarezza che se Rifondazione non entra decisamente in questo
conflitto e non assume una posizione chiara su questo concetto è da
considerarsi morta. Cadrà nella trappola dei servi del capitale
(come sta facendo) e si nasconderà dietro (o dentro) un contenitore
con SEL e fuori-usciti dal PD che serve soltanto a raccogliere
consenso elettorale per appagare qualche deluso dal renzismo e ad
isolare e attenuare le lotte, svilendone contenuti pragmatici ed
ideologici, poichè resta e si muove nel paradigma capitalista. Bene
(anzi male!) non solo Rifondazione non rifonderà proprio un cazzo ma
commetterà un errore politico e di analisi che già è grave di per
sè, perderà ancora consenso, credibilità e identità politica e
seppellirà definitivamente (come partito) l'ideale comunista. Non si
può stare dietro alle puerili e patetiche fiaccolate di SEL &
Co. senza affrontare con decisione e chiarezza il centro del problema,
mentre la DESTRA populista, cavalcando e scippando in modo becero e
strumentale cose che un COMUNISTA dovrebbe sapere e diffondere,
compirà il resto del lavoro che ci condannerà alla sconfitta e
all'oblìo. </b></span></span></span></span>
</div>
<span style="background-color: #444444;"><span style="color: #f4cccc;">
</span></span>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/15125593734834622848noreply@blogger.com0Atene, Grecia37.983917 23.72935989999996337.883804 23.567998399999961 38.08403 23.890721399999965tag:blogger.com,1999:blog-4360193200233423877.post-29661032869236725652015-07-10T02:48:00.000-07:002015-07-10T02:51:34.527-07:00Promemoria (breve storia di un mangiaspaghetten)<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjJ-hlAyYNSLgugv7s7N_A_j_6M6u6jMWCFLV_GOKMzkcO6lmIvc9AXMTQvD5mnOaDZp3C6YlKnfxQq-i-PjmP0KFi1UMzA7-vIuydYtNbVDD75fSOpzgI-Ma0nOhDpU_dlBcIGQlbIE-0/s1600/villaggio+magno.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjJ-hlAyYNSLgugv7s7N_A_j_6M6u6jMWCFLV_GOKMzkcO6lmIvc9AXMTQvD5mnOaDZp3C6YlKnfxQq-i-PjmP0KFi1UMzA7-vIuydYtNbVDD75fSOpzgI-Ma0nOhDpU_dlBcIGQlbIE-0/s320/villaggio+magno.jpg" width="320" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: #444444;"><span style="color: #f4cccc;"><b><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: medium;">Quando
in Italia arrivò la lettera della Bce, contestualmente alla famosa
telefonata della Merkel a Napolitano, in seguito alle quali
Berlusconi fu costretto a dimettersi, la nostra pseudo sinistra fatta
di scrupolosi intellettuali allergici agli inestetismi della
berlusconite ma non ai vizi del capitalismo rampante e alla finanza
stile Las Vegas, pensò bene di brindare in piazza con bollicine
nostrane di bassa qualità ma a nessuno di questi paladini del nulla
venne in mente di consultare il Popolo sovrano, in merito a pareggio
di bilancio e spending review che hanno portato alla stagnazione
dell'economia reale con conseguente aumento degli interessi sul
debito pubblico, recessione, incremento della disoccupazione, dello
sfruttamento e della povertà. Nell'ordine arrivarono (vado a
memoria), riforma delle pensioni, dismissione dell'articolo 18 e Jobs
act (solo per citarne alcune). Tutte indicazioni della Bce, tramite
la famosa lettera e non solo, passate per delega governativa a
fiducia blindata, spesso incastonate dentro decreti "omnibus"
e simili. Noi infatti, invece che un referendum, abbiamo instaurato
dei governi cosiddetti "tecnici" i quali hanno
letteralmente macellato economia reale, lavoro, diritti e svenduto
beni comuni, bypassando ogni processo di partecipazione democratica,
a livello locale e nazionale, come se l'Italia fosse di fatto
commissariata. Allora mi chiedo se davvero sono queste le classi
dirigenti, le guide a cui veramente vogliamo affidare il nostro
futuro e quello delle prossime generazioni. Oppure quanto ancora
dovremo sopportare per renderci conto della reale necessità di una
decisa inversione di marcia, invece di continuare a consumare pseudo
cibo e pseudo informazione, scadenti e truffaldini prodotti
dall'exp(r)o e del sola 24h? </span></span></b></span></span>
</div>
</div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/15125593734834622848noreply@blogger.com0Roma, Italia41.9027835 12.49636550000002441.524646 11.850918500000024 42.280921 13.141812500000025tag:blogger.com,1999:blog-4360193200233423877.post-62593903470523214442015-06-24T03:26:00.001-07:002015-06-24T05:34:17.455-07:00LITTLE GREECE LITTLE GREECE LET ME IN<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh7pcxl4FPylmgv9KsJ5NIXGrXK-aetueKDRW7YedLNB_0VHxkUYGPQBtmg1N0T508dYtgFOTSaBLYmRdqUwoX103vrDBCE39lGzbNa-bF91SWT0gXwTbUkt2KjljskdE5_3LK-0jQFDLU/s1600/piglet.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh7pcxl4FPylmgv9KsJ5NIXGrXK-aetueKDRW7YedLNB_0VHxkUYGPQBtmg1N0T508dYtgFOTSaBLYmRdqUwoX103vrDBCE39lGzbNa-bF91SWT0gXwTbUkt2KjljskdE5_3LK-0jQFDLU/s320/piglet.jpg" width="215" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><em style="background-color: #444444;">C'erano
una volta tre porcellini che vivevano con i genitori. I tre
porcellini crebbero così in fretta che la loro madre un giorno li
chiamò e disse loro: "Siete troppo grandi per rimanere ancora
qui. Andate a costruirvi la vostra casa". Prima di andarsene da
casa li avvisò di non fare entrare il lupo in casa: "Vi
prenderebbe per mangiarvi!" E così i tre porcellini se ne
andarono.</em></span></div>
<span style="background-color: #444444; color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: #444444; color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><em>Presto
la strada si divise in tre parti... (continua..) </em>
</span></div>
<b><span style="background-color: #444444; color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">
</span>
</b><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: #444444; color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>La resa
di Tsipras è di fatto quella di un intera generazione di 50/60enni
cresciuti col falso mito della democrazia e dell'eguaglianza dentro
il contesto e il paradigma della produzione capitalista. Questi hanno
cresciuto 30/40enni senza idee e senza una visione ideale e di
cambiamento radicale della politica e del sistema produttivo,
inebetiti dalla Leopolda di plastica, hypsterica, cinica e cialtrona,
dall' "un-politically correct" dei Jovanotti e dei Pelù.
E' l'ennesima e definitiva sconfitta dell'equivoco più dannoso nella
storia della politica: la "socialdemocrazia". Una entità
clinicamente morta, alla quale la troika, con la sottomissione della
Grecia di Syriza ha definitivamente staccato la spina. Al posto nostro.</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: #444444; color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><i>"Piacere. Sono il capo dei criminali"</i>.<b> E' così che come il lupus in fabula, sfrontatamente ironica, Christine Madeleine Odette Lagarde - direttore amministrativo del Fondo Monetario Internazionale (FMI) - si è presentata all'incontro con Tsipras il quale ancora (come gli illusi che lo sostengono) contava invece sulla natura sostanzialmente "buona" e riformabile dell'Europa e dell'euro, quasi che l'austerità fosse un incidente di percorso e non un velenoso disegno, oggi sostanza politica e realtà consolidata. Il compromesso è negoziato e come tale si gestisce e si misura sulla forza di due posizioni diverse, non tra lupo e pecorella (o porcellino). Non è così. Non lo è mai "Stato" e mai più "Stato" sarà..</b></span></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/15125593734834622848noreply@blogger.com0Europa54.5259614 15.255118700000025-13.804102099999994 -149.97925629999997 90 -179.51050629999997tag:blogger.com,1999:blog-4360193200233423877.post-52808043100645921532015-04-25T08:30:00.000-07:002015-04-25T16:24:36.579-07:00Italy 25 aprile 2015 - Settantanni e non sentirli<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiTQ-Z6fKOsS-RzD2HCwE0rvZ-tb5nc1rG_p6zh4gOjG6dMzUhbmGoQcdx_k4WsqpPngsHvm-bcnuh_PjWVX5mx-cEH7cl2C9RfA9lJ_xFYMN9XfAKAJEahwWU7KIO4LfVERFtRMZwYGTI/s1600/a25.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiTQ-Z6fKOsS-RzD2HCwE0rvZ-tb5nc1rG_p6zh4gOjG6dMzUhbmGoQcdx_k4WsqpPngsHvm-bcnuh_PjWVX5mx-cEH7cl2C9RfA9lJ_xFYMN9XfAKAJEahwWU7KIO4LfVERFtRMZwYGTI/s1600/a25.jpg" height="200" width="200" /></a></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; text-align: justify;">
<div style="line-height: 16px; padding: 0px; text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">Votano L’Italicum che tecnicamente è come la legge Acerbo del ’23 e in nome del patto di stabilità azzerano la democrazia parlamentare nazionale. Svendono il patrimonio pubblico, immobiliare, artistico e ambientale e piegano la “spending review” con tagli alla messa in sicurezza del territorio, alla tutela delle salute, dell’istruzione pubblica e dei servizi sociali. Con i nostri soldi invece, favoriscono becere passerelle per gli amici (G8), spese militari fuori da ogni logica (F35) e installazioni militari straniere che più che difenderci da fantomatici attacchi alieni, sono mortali per gli abitanti del luogo (MUOS); inaugurano cattedrali nel deserto, forzano la realizzazione di grandi opere inutili e dannose (EXPO, TAV), dove ad arricchirsi sono le multinazionali e la malavita organizzata (che sono le due facce della stessa medaglia), alla faccia vera invece, delle popolazioni locali e dei comitati di cittadini che giustamente esprimono la loro contrarietà. Italia, 25 aprile 2015, L’Aquila grida ancora giustizia così come Messina e ancora l’Emilia e l’Umbria e via dicendo, mentre a Roma - medaglia d’oro per la Resistenza - distaccano acqua, gas e luce alle vere emergenze abitative e al contempo, considerano legittima l’occupazione di Casa Pound come emergenza abitativa (sic!). Oggi, dopo aver profanato dieci minuti la tomba di Gramsci “festeggiano” il 25 aprile al ghetto ebraico (ditemi che sono anti-semita se volete, tanto ormai di cazzate sono pieni pure i TG e i quotidiani nazionali) dove campeggiano scritte e slogan “Pacifici” che inneggiano a Sharon e ai massacri di Sabra e Chatila. Chiamano “manifestanti” e “popolo” i nazisti che in Ucraina - in minoranza in Parlamento - si impossessano del potere con le armi fornite dal democratico occidente, coprendo stragi come quella disumana alla Casa del Sindacato di Odessa. Tutto è legittimo, pur di “liberarsi” degli ultimi sparuti focolai di lotta di classe in Europa mentre in Italia, dove chi legittimamente contesta è un delinquente da torturare. Favoriscono i reati di corruzione per decreto e quando saltuariamente in Parlamento votano, lo fanno in preda alla trans agonistica, in modo sprezzante e disgustoso (loro dicono bi-partisan), declassando “Bella Ciao” a coro da stadio, talmente presi dall'estasi di vincere facile, nel regalare soldi pubblici alle banche responsabili della finanza casinò che ci ha portato a questa crisi pilotata, con la quale ormai si giustifica qualsiasi provvedimento, anzi, il vero scopo è sempre e comunque lo sfruttamento delle persone e del (non)Lavoro a scapito della Democrazia rappresentativa. Intanto, fiori e corone ai partigiani morti ma i pochi vivi sono estromessi dal dibattito dal 1946, in quanto scomodi e di parte (so’ partigiani porco iddio, e vedi un po'). Allora. Mi spiegate voi che cazzo ci sarebbe da festeggiare o sono io il solito guastafeste? Il 25 aprile non è un epitaffio, tantomeno una passerella per questa gentaglia. E’ un giorno di lotta che si aggiunge ad altri 364. Che gli piaccia o no, da parte mia Resistenza sempre e comunque. </b></span></div>
</div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/15125593734834622848noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4360193200233423877.post-61164716275413133942015-03-29T23:45:00.000-07:002015-03-29T23:47:02.797-07:00COMINCIA IL FACCIA A FACCIA - A stasera alla "Casa delle Culture"<h2 style="clear: both; line-height: 16px; margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="background-color: #444444; color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: small;">GIORGIO CREMASCHI - Perchè non convince la "coalizione sociale" di Landini</span></h2>
<div style="clear: none; line-height: 1.5em; padding: 0px 0px 10px;">
<div style="line-height: 16px; padding: 0px; text-align: justify;">
<span style="background-color: #444444; color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Stando alle loro ultime note ufficiali, tra le due segreterie Cgil e FIOM, non ci dovrebbero essere disaccordi di fondo. Entrambe sostengono la linea uscita dall'ultimo direttivo nazionale della confederazione, la ricerca dell'unità con Cisl e Uil e una politica di alleanze sociali e politiche per contrastare il Jobs Act. La segreteria della FIOM rivendica con toni persino polemici il suo accordo con tutte le scelte della confederazione. E in effetti dalla conclusione del congresso nazionale del maggio scorso non c'è un solo atto importante della Cgil che non sia stato votato assieme da Camusso e Landini. Che per altro avevano iniziato il congresso con un documento comune pomposamente dichiarato come unitario, in quanto la nostra piccola opposizione non veniva neppure presa in considerazione. Poi con l'accordo del 10 gennaio 2014 tra Cgil Cisl Uil e Confindustria si determinava un'aspra rottura. Il segretario della Fiom accusava, a ragione, la Cgil di aver sottoscritto il sistema di relazioni sindacali voluto da Marchionne. Un sistema di diritti e rappresentanza concesso solo ai firmatari dell'accordo, dunque in pieno contrasto con la sentenza della Corte Costituzionale che aveva riammesso la FIOM in Fiat nonostante non fosse firmataria degli ultimi accordi. Un sistema fondato sul principio della cosiddetta esigibilità, cioè sul vincolo per i sindacati firmatari e per i loro delegati, di non organizzare contrasto di alcun tipo verso gli accordi non condivisi, pena sanzioni. Landini contestò duramente quell'intesa e ruppe l'unità congressuale con Camusso. Che a sua volta accusò il segretario della FIOM di incoerenza per aver condiviso gran parte del percorso che aveva portato all'accordo. Dopo il congresso però i due si riappacificarono e condussero assieme la campagna contro il Jobs Act di Renzi. Ora il nuovo contrasto, ma su cosa? La coalizione sociale è una nuova formazione politica? Landini smentisce risentito, anzi scrive addirittura che essa non è contro nessun partito politico. Al sindacato serve una coalizione sociale? Camusso dice sì, ma poi nega che sia quella proposta da Landini, che viene accusato di ambiguità sulla politica. Onestamente non si capisce molto e se non ci fosse una colossale sovraesposizione mediatica di tutta questa vicenda, le sole cose evidenti sarebbero la crisi e la confusione del gruppo dirigente del maggiore sindacato italiano. È la terza volta negli ultimi venti anni che la FIOM tenta una coalizione sociale. La prima fu con i movimenti noglobal all'epoca del G8 di Genova. Il segretario della Fiom Claudio Sabattini, con il gruppo dirigente di allora, decise di rompere con Fim e Uilm sul contratto nazionale e di partecipare alle manifestazioni nel capoluogo ligure nonostante che il segretario della Cgil Sergio Cofferati avesse pubblicamente chiesto di non farlo. Nel 2006 la Fiom guidata da Rinaldini manifestò contro il governo Prodi assieme a sindacati di base e centri sociali, anche allora nonostante il pubblico veto della Cgil. Ma quel percorso si esaurì proprio sul nodo e sui vincoli dei rapporti tra FIOM e Cgil. Quel nodo si ripropose nel 2010, quando l'appena eletto Landini disse di no su Pomigliano a Marchionne, a Cisl Uil, al PD e anche alla Cgil. Per alcuni mesi attorno a quel no si costruì un vasta mobilitazione sociale ché sfociò nella manifestazione del 16 ottobre 2010 a Roma e ancor di più nello sciopero generale dei metalmeccanici del gennaio 2011, che per la prima volta vide accanto alla FIOM le sigle dei principali sindacati di base e gran parte dei movimenti sociali più radicali. Fatto senza precedenti per un segretario della Cgil in quella città, nella piazza Maggiore di Bologna Susanna Camusso fu pesantemente contestata da gran parte dei manifestanti che chiedevano lo sciopero generale. In una riunione in quei giorni sostenni che se la FIOM avesse davvero voluto davvero consolidare il movimento e la coalizione sociale che si era costruita con gli operai della Fiat, avrebbe dovuto mettere in conto la rottura con la Cgil. Ma il segretario della FIOM respinse nettamente questa mia proposta. Si tentò allora di costruire un sostituto di un progetto più radicale, con la coalizione "Uniti Contro la Crisi", che alla FIOM univa una parte dei centri sociali e organizzazioni giovanili e studentesche, riconducibili all'area politica di Sel. Quel tentativo fu travolto dagli scontri della manifestazione del 15 ottobre 2011. Ora il gruppo dirigente della FIOM ripropone ancora la formula della coalizione sociale. Ma gli interlocutori attuali non sono gli stessi delle passate esperienze. Mancano totalmente il sindacalismo di base e il dissenso Cgil, anche perché la FIOM ha deciso una svolta rispetto alle sue pratiche degli ultimi 20 anni, affidandosi all'accordo con Fim e Uilm per il rinnovo del contratto nazionale. Mancano l'arcipelago dei centri sociali e i movimenti radicali come i Notav e i Noexpo. Mancano molte forze con cui la FIOM ha dialogato e manifestato assieme nel passato, mentre gli inviti selezionati son stati inviati ad associazioni che, pur di grande prestigio, non siano in totale rottura con il PD ed il suo sistema di alleanze e potere. E infatti Libera ed ARCI han subìto tenuto a precisare che possono sostenere singole campagne, ma non potranno mai far parte di una coalizione formalmente organizzata. La nuova coalizione lanciata dalla Fiom parte dunque su basi più incerte e sicuramente meno radicate che nel passato, eppure rispetto ad altre iniziative dell'organizzazione ha avuto una risonanza assai maggiore, perché? La prima ragione sta nella portata stessa della sconfitta della Fiom, della Cgil, della sinistra e del mondo del lavoro di fronte alle politiche liberiste e di austerità. La distruzione dell'articolo 18, che nel passato la Cgil riuscì ad impedire, è lo sfondamento formale e simbolico del fronte del lavoro dopo trenta anni di ritirata più o meno organizzata e contrattata. Il lavoro è sottoposto al massacro sociale ed il sindacato ex più forte d'Europa mostra tutta la sua mastodontica fragilità. Il fatto che questa resa dei conti finali col lavoro sia guidata dal leader del partito democratico ribalta poi tutti i punti cardinali del tradizionale modo d'agire della Cgil. Che reagisce a questo disastro oscillando tra l'identificazione con il dissenso politico verso Renzi e la ricerca dell'autonomia corporativa con Cisl Uil e Confindustria, di cui l'accordo del 10 gennaio è la formalizzazione. Nella linea e nei comportamenti concreti della Cgil non c'è alcun progetto di riconquista, ma una sorta di gestione della sconfitta che non può che provocare altre cadute. Su questa debolezza prende vigore il ruolo di Landini, che in concreto non propone nulla di diverso dalla CGIL, come egli stesso puntualmente precisa, ma che raccoglie invece le speranze di chi, critico verso Cgil e PD, si augura che le cose cambino. Landini incrocia le speranze di cambiamento giusto che periodicamente si manifestano e per questo la domanda nei suoi confronti è prima di tutto politica. D'altra parte è qui che c'è la seconda ragione del suo successo, Landini emerge come leader nell'attuale politica ultra personalizzata e governata dai talk show. La coalizione sociale oggi proposta dalla FIOM è la più verticistica e rarefatta tra quelle sperimentate in questi anni, in realtà non ruota neppure attorno al sindacato, ma alla figura del suo leader. La ragione del successo di Landini, il suo muoversi con grande amplificazione mediatica nel vuoto segnato dalla sconfitta della sinistra e del sindacato, è però anche causa del limite di fondo della sua iniziativa. La proposta attuale di coalizione sociale allude ad una forza politica, ma poi nega di volerla costruire. Si proclama la necessità di cambiare il sindacato, ma poi si afferma di volerlo fare con chi il sindacato ha condotto al punto attuale. Sul piano dei contenuti programmatici, Europa, Euro e politiche di concertazione e compatibilità sono sostanzialmente ignorate, mentre Pd, Confindustria e sistema di potere vengono sì criticati, ma non definiti come avversari. Ci vorrebbe insomma una vera rottura per evitare strade già percorse senza risultati. Invece, pur polemizzando duramente tra loro, Camusso e Landini coabitano nella stessa crisi sindacale e alla fine offrono ad essa risposte concorrenziali, ma simili.</span></div>
<div style="line-height: 16px; padding: 0px; text-align: justify;">
<span style="background-color: #444444; color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><strong>Giorgio Cremaschi </strong><em>(18 marzo 2015)</em></span></div>
<div style="line-height: 16px; padding: 0px; text-align: justify;">
<em><span style="background-color: #444444; color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></em></div>
</div>
<h2 style="clear: both; line-height: 16px; margin: 0px; text-align: justify;">
<span style="background-color: #444444; color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: small;">MASSIMILIANO BUONO -<b> I</b><b>l ragionamento di Giorgio Cremaschi (di nuovo) non fa una piega </b></span></h2>
<div style="line-height: 16px; padding: 0px;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: #444444; color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">"Tanto rumore per nulla" per dirla in due parole.</span></div>
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"></span><br />
<div style="background-color: #444444; text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Come ormai siamo fin troppo abituati a vedere, ancora una sovraesposizione mediatica inversamente proporzionale alla sostanza, per una proposta che è l'ennesimo topolino partorito dal solito <i>(lacerato)</i> elefante. Tra tutte le coalizioni sociali tentate dalla FIOM infatti, questa è senz'altro la più banale e di conseguenza sarà<i> </i>la meno incisiva degli ultimi decenni. Ecco spiegato - quindi - il perché sia la più pompata in assoluto. Tanto è vero che si cerca di contrastare in ogni modo la saldatura tra la FIOM, i sindacati di base, i "movimenti" e la cosiddetta "sinistra radicale" istituzionale che, ogni qual volta si delinea tale possibilità - puta caso - vengono fuori sempre gli "incidenti" e i "terroristi" di turno, usciti da chissà dove, se non da una stampa (da Repubblica a RaiNews) del tutto allineata con l'asse Renzi/Troika/Confindustria che appunto chiama i nostri "terroristi" e "giovani, studenti o popolo" i manifestanti stranieri che tanto fanno comodo alle dittature democratiche di un "west" dominato dai "mercati" finanziari. </span></div>
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">
</span><br />
<div style="line-height: 16px; padding: 0px; text-align: justify;">
<span style="background-color: #444444; color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><strong>Massimiliano Buono </strong><em>(30 marzo 2015)</em></span></div>
<div style="line-height: 16px; padding: 0px; text-align: justify;">
<em><span style="background-color: #444444; color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></em></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhM4Y1uVugy-LST32rOwzpxN-2Js56lhhPSOnPBy7yh6s5NaS7swSEs-BwbL2pOi9MBYSCRYgz5-20QVj7qYCkTHRVsmegw3rE0Hy1i_-5zQwWhaI2C-ZMHBv-MGfrygEhHAJMBHr-VkZ4/s1600/cremandini.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;"><span style="background-color: #444444; color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhM4Y1uVugy-LST32rOwzpxN-2Js56lhhPSOnPBy7yh6s5NaS7swSEs-BwbL2pOi9MBYSCRYgz5-20QVj7qYCkTHRVsmegw3rE0Hy1i_-5zQwWhaI2C-ZMHBv-MGfrygEhHAJMBHr-VkZ4/s1600/cremandini.jpg" height="336" width="640" /></span></a></div>
<div style="line-height: 16px; padding: 0px; text-align: justify;">
<span style="background-color: #444444; color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Il dibattito prosegue questa sera, 30 marzo 2015 - presso la “Casa delle Culture” in via San Crisogono, 45 a Roma (trastevere). A partire dalle ore 18:00 nella serata dedicata alla presentazione della nostra associazione di promozione sociale (APS) <b>“LAVORO DIGNITA' DIRITTI"</b></span></div>
<div style="line-height: 16px; padding: 0px; text-align: justify;">
<b><i><span style="background-color: #444444; color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></i></b></div>
<div style="line-height: 16px; padding: 0px; text-align: justify;">
<span style="background-color: #444444; color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>I</b><b>L PROGRAMMA: </b></span></div>
<div style="line-height: 16px; padding: 0px;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: #444444; color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">ore 18:00</span><span style="background-color: #444444; color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"> - Introduzione a cura di Claudio Ortale </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: #444444; color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">ore 18:30 - “Faccia a faccia” con Giorgio Cremaschi – Forum Diritti Lavoro, con Teodoro Synghellakis - autore del libro: “Alexis Tsipras. La mia Sinistra” - Coordina il dibattito Andrea Fioretti;</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: #444444; color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"></span><br />
<div style="display: inline !important;">
<span style="background-color: #444444; color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">ore 20:30 - Pizza e buffet; </span></div>
<span style="background-color: #444444; color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">
</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: #444444; color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"></span><br />
<div style="display: inline !important;">
<span style="background-color: #444444; color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">ore 21:00 - Spettacolo teatrale “Belle Bandiere” di Lorenzo Misuraca e con Emiliano Valente.</span></div>
<span style="background-color: #444444; color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">
</span></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/15125593734834622848noreply@blogger.com0Via di San Crisogono, 45, 00153 Roma, Italia41.8881933 12.4741584999999316.366158799999997 -28.834435500000069 67.4102278 53.78275249999993tag:blogger.com,1999:blog-4360193200233423877.post-70153625575753849382015-03-18T09:50:00.000-07:002015-03-18T10:05:20.445-07:00Produci Consuma (uccidi) Crepa<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjuBEc62MCEAupGDYGqZxpLvAgpUfmbf5DT6F3cfQKj-k2hTRj5hXTsDxRH5-5eKqCQY365m-JjBE5bfeKBD9JCnQYlFQyNYjamtk4VtltI3cBZZ8wftIJh9ms7AFWsSZkYuQktCWnkwpE/s1600/immagginne.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjuBEc62MCEAupGDYGqZxpLvAgpUfmbf5DT6F3cfQKj-k2hTRj5hXTsDxRH5-5eKqCQY365m-JjBE5bfeKBD9JCnQYlFQyNYjamtk4VtltI3cBZZ8wftIJh9ms7AFWsSZkYuQktCWnkwpE/s1600/immagginne.jpg" height="211" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: #444444;"><span style="color: #f4cccc;"><b><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">Non è facile ma necessario. Sottrarsi a modelli imperniati
sull'accaparramento di beni e potere, smania compulsiva indotta
nell'individuo contemporaneo, cui non possiamo guardare solo come al
prodotto fisiologico della pressione esercitata dai valori dominanti
sull’immaginario collettivo alterato dalle droghe di una comunicazione
infarcita di esortazioni a competere, a crescere, a produrre per
consumare, essere duttili, efficienti, giovani, belli
(discutibilissimo) e veloci. C'è anche il nostro, personalissimo
contributo in tutto ciò. Un contributo fatto di pigrizia (più mentale
che fisica), deficit culturale e di riflessione, sui nostri più profondi
valori e sui nostri bisogni primari. Siamo voluti entrare nel futuro
come fosse un gioco a premi virtuale e individuale, dove tutto deve
concorrere a farci essere sempre più soli, diffidenti ed egoisti.
L’unica coesione ammessa sembra essere quella del branco dei predatori.
C'è qualcosa che non va in tutto questo. Oppure come dice giustamente
una mia amica, homo homini "lupi"? </span></b></span></span></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/15125593734834622848noreply@blogger.com0Europa54.5259614 15.255118700000025-13.804102099999994 -149.97925629999997 90 -179.51050629999997tag:blogger.com,1999:blog-4360193200233423877.post-67136586245174794452015-03-12T10:00:00.001-07:002015-03-12T10:00:52.341-07:00Più voyeurismo e potere per tutti<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiCfwbn-a3NKs9z2n8aqrrBsHhYiIGd4DgieL-Cz8gTMslAKjhfoBQj5G8OUUfpx5-53TdtvH8k72EJOfdWX03dxkCkvUvRIkpZr4DPPs2QYjFPsnErm2QSgYSn-zHhMnTh05CXq7_gxrU/s1600/BeRub.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiCfwbn-a3NKs9z2n8aqrrBsHhYiIGd4DgieL-Cz8gTMslAKjhfoBQj5G8OUUfpx5-53TdtvH8k72EJOfdWX03dxkCkvUvRIkpZr4DPPs2QYjFPsnErm2QSgYSn-zHhMnTh05CXq7_gxrU/s1600/BeRub.jpg" height="146" width="200" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: #444444;"><span style="color: #f4cccc;"><b><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">Quando da ragazzetto ebbi l'occasione di studiare quel poco di
diritto che una professoressa con poca voglia di insegnare è riuscita
involontariamente a trasmettermi, ricordo che mi colpì il paradigma tra
usi, consuetudini e leggi dello Stato. Teorema dai contorni più
antropologici che giuridici e forse proprio per questo motivo la ricordo
ancora bene. Un'idea un po' banale se vogliamo ma come tutte le
banalità, si rivela decisamente vera ad ogni svolta. Comportamenti, usi e
consuetudini appunto che da tali si trasformano man mano in leggi dello
Stato. E voyeurismo e potere non fanno ovviamente eccezione. Ecco
allora finalmente il precedente che mancava. Adesso tutti i politici
potranno, con animo sereno, dare ordini opachi ad altrettanto grigi
funzionari di PS di ogni grado. Intanto puttanieri e "papy" incalliti,
sempre in cerca di carne fresca, potranno candidamente negare la
conoscenza dell'età di lolite di ogni dove: "non la sapeva nemmeno il
presidente del consiglio, perchè mai dovrei saperla io?"</span></span></b></span></span></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/15125593734834622848noreply@blogger.com0Italia41.87194 12.56737999999995729.678010500000003 -8.0869170000000423 54.065869500000005 33.221676999999957tag:blogger.com,1999:blog-4360193200233423877.post-57321796415809721452015-03-11T04:29:00.000-07:002015-03-11T04:29:50.803-07:00Sarà VERO<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhKS7LEc_ROOETzljKI8W8H236nAFun-F_YZr837DNG1hO73VteTWfi6WmZLE9bD4GgIGkb0bUU80uGdZbD-SQjd3JmdWodzigN8jvZOsTws7e2AebwmUZkkx9sKl1H-XHv87ArUqHdhks/s1600/ammore.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhKS7LEc_ROOETzljKI8W8H236nAFun-F_YZr837DNG1hO73VteTWfi6WmZLE9bD4GgIGkb0bUU80uGdZbD-SQjd3JmdWodzigN8jvZOsTws7e2AebwmUZkkx9sKl1H-XHv87ArUqHdhks/s1600/ammore.jpg" height="320" width="240" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: #444444;"><span style="color: #f4cccc;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><span style="font-size: large;"><strong>"VERO" compra "l'Unità" </strong>Al posto delle logorroiche
pagine culturali ci sarà un inserto dedicato allo shopping, con le
scimmie d'acqua e gli occhiali di Gramsci a raggi X. All'interno il
poster della Boschi senza veli e la prima puntata del fotoromanzo
"Larghe Intese", protagonisti gli astri nascenti Nunzia De Girolamo e
Francesco Boccia. Non perdete la prima uscita (di senno). </span></span></span></span></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/15125593734834622848noreply@blogger.com0Roma, Italia41.9027835 12.49636550000002441.524646 11.850918500000024 42.280921 13.141812500000025tag:blogger.com,1999:blog-4360193200233423877.post-41469785265155055932014-11-05T03:29:00.000-08:002014-11-05T08:56:58.747-08:00- N.E.T. Nuove Entità Teatrali - <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhyRgB-hrP3KGISNkx2ei8KW6t8RuhVp0PqV_xGM9p6rwr6Rm-syaFCa8xANeiTYdAMvUN7gy_sPkxXiM_2tDc9DBFvAFvJhGH4DqvuhB_s8JlYM08bybzZaoFwXeB34AgUqbtIVSzRvJ0/s1600/net+2014.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhyRgB-hrP3KGISNkx2ei8KW6t8RuhVp0PqV_xGM9p6rwr6Rm-syaFCa8xANeiTYdAMvUN7gy_sPkxXiM_2tDc9DBFvAFvJhGH4DqvuhB_s8JlYM08bybzZaoFwXeB34AgUqbtIVSzRvJ0/s1600/net+2014.jpg" height="320" width="225" /></a></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="background-color: #444444;"><span style="color: #f4cccc;"><span style="font-size: large;"><b><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><u>- N.E.T. Nuove Entità Teatrali - </u><br /> </span></b></span></span></span><br />
<span style="background-color: #444444;"><span style="color: #f4cccc;"><span style="font-size: large;"><b><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">Sei spettacoli in sei serate a novembre<br />Rassegna per misurare la temperatura del teatro di oggi<br /> </span></b></span></span></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="background-color: #444444;"><span style="color: #f4cccc;"><span style="font-size: large;"><b><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">@ M.A.T.T.A. Pescara </span></b></span></span></span></div>
<div style="text-align: left;">
<br /></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="background-color: #444444;"><span style="color: #f4cccc;"><span style="font-size: large;"><b><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">Via Gran Sasso, 51<br /> </span></b></span></span></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="background-color: #444444;"><span style="color: #f4cccc;"><span style="font-size: large;"><b><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">INGRESSO: 10 Euro, posto unico </span></b></span></span></span></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/15125593734834622848noreply@blogger.com0Pescara PE, Italia42.4617902 14.21608979999996342.368067700000005 14.054728299999963 42.5555127 14.377451299999963tag:blogger.com,1999:blog-4360193200233423877.post-77946078428053799202014-09-25T03:02:00.001-07:002014-09-25T03:02:36.883-07:00LAVORO DIGNITA DIRITTI: NASCE LA NUOVA ASSOCIAZIONE DI PROMOZIONE SOCIALE ...<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjVBB9a1WkqXO-cD2FYOMHWzRKaI8JFUXZqNpqvvOFJCwXdgMXSgKyLQGJaPUfLZRWMruVGNSgiYmmsD6dZkLjH3uQnaAo_Uy9PDwAZNY_BtmDPYh0wVc6xX8VL1-dFye6DwDI9PTS1iW0/s1600/operaie1.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjVBB9a1WkqXO-cD2FYOMHWzRKaI8JFUXZqNpqvvOFJCwXdgMXSgKyLQGJaPUfLZRWMruVGNSgiYmmsD6dZkLjH3uQnaAo_Uy9PDwAZNY_BtmDPYh0wVc6xX8VL1-dFye6DwDI9PTS1iW0/s1600/operaie1.jpg" height="132" width="200" /></a></div><a href="http://lavorodignitadiritti.blogspot.com/2014/09/blog-post.html?spref=bl">LAVORO DIGNITA DIRITTI: NASCE LA NUOVA ASSOCIAZIONE DI PROMOZIONE SOCIALE ...</a>: Nasce # lavoro # dignità # diritti la nuova # associazione di promozione sociale a # Roma Seguici anche su Facebook Twitter e Link...Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/15125593734834622848noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4360193200233423877.post-9884844144743440882014-07-10T07:24:00.000-07:002014-07-10T07:26:55.100-07:00Fratture interne a "Die Linke": pronta a sacrificare la lotta per la pace, contro la NATO e ad allearsi con l'SPD<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjwyASF08Vrfh3sKlb-t-8fUOzBIiGQp0Fb_Tm7WM_8Q-dp7oUSUqyoP_oL-O6ukyjweEMgNDec0SHRIPn5sNB66pYRw7TiFHMIC6plEgwMGl5L1uSS4YrnmaTxIqc6s-iTdKN9s0oSUQU/s1600/2940.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjwyASF08Vrfh3sKlb-t-8fUOzBIiGQp0Fb_Tm7WM_8Q-dp7oUSUqyoP_oL-O6ukyjweEMgNDec0SHRIPn5sNB66pYRw7TiFHMIC6plEgwMGl5L1uSS4YrnmaTxIqc6s-iTdKN9s0oSUQU/s1600/2940.jpg" height="227" width="320" /></a></div>
<div style="background: none repeat scroll 0% 0% rgb(51, 51, 51); text-align: justify;">
<span style="color: orange;"><span style="font-size: small;"><b><b><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><i>AC
| </i></span></span></b><i><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;">solidarite-internationale-pcf.over-blog.net</span></span></i></b></span></span></div>
<span style="color: orange;">
</span>
<div style="background: none repeat scroll 0% 0% rgb(51, 51, 51); text-align: justify;">
<span style="color: orange;"><b><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b>Traduzione
per </b></span></span></b><i><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b>resistenze.org</b></span></span></i><b><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b>
a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare</b></span></span></b></span></div>
<span style="color: orange;">
</span>
<div style="background: none repeat scroll 0% 0% rgb(51, 51, 51); text-align: justify;">
<span style="color: orange;"><b><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b>30/06/2014
</b></span></span></b></span>
</div>
<div style="background: none repeat scroll 0% 0% rgb(51, 51, 51); text-align: justify;">
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b>Ex
vetrina del Partito della Sinistra Europea (PSE), la Die Linke (La
Sinistra) ha il piombo sulle ali. Non solo non incarna un'alternativa
alla socialdemocrazia tradizionale, ma la sua svolta a destra è
sempre più evidente, anche sull'elemento identitario della lotta per
la pace.</b></span></span></span></div>
<div style="background: none repeat scroll 0% 0% rgb(51, 51, 51); text-align: justify;">
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b>Al
di là dei comunisti, per i progressisti, per i militanti tedeschi
della sinistra, la lotta per la pace è essenziale in un paese dove
militarismo e imperialismo hanno sempre accompagnato le peggiori
forme di dominio del capitale, di cui il nazismo è stato l'apice.</b></span></span></span></div>
<div style="background: none repeat scroll 0% 0% rgb(51, 51, 51); text-align: justify;">
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b>Die
Linke ha liquidato la maggior parte della eredità del movimento
comunista in Germania in favore di una concezione istituzionale,
riformista, pronta ad alleanze con la socialdemocrazia, all'adesione
alla UE capitalista. Ma almeno la lotta contro la guerra, contro
l'imperialismo, sembrava rimanere come elemento identitario.</b></span></span></span></div>
<div style="background: none repeat scroll 0% 0% rgb(51, 51, 51); text-align: justify;">
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b>Invece
le resistenze della </b></span></span></span><i><span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b>"Die
Linke"</b></span></span></span></i><span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b>
cessano agli squilli di tromba del governo tedesco che con una svolta
militarista, moltiplica gli interventi della Bundeswehr (esercito
tedesco) in Africa, e si attiva anche sul fronte orientale ucraino.</b></span></span></span></div>
<div style="background: none repeat scroll 0% 0% rgb(51, 51, 51); text-align: justify;">
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b>Certo,
la Linke non ha una posizione del tutto omogenea su questa questione
identitaria. Emergono distinte frazioni, legate principalmente ai
suoi deputati, in un partito a vocazione parlamentare.</b></span></span></span></div>
<div style="background: none repeat scroll 0% 0% rgb(51, 51, 51); text-align: justify;">
<b><span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b>Un
deputato della Linke al centro della riformulazione della politica
estera militarista tedesca</b></span></span></span></b></div>
<div style="background: none repeat scroll 0% 0% rgb(51, 51, 51); text-align: justify;">
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b>Il
giovane lupo Stefan Liebich fa parte degli attuali "riformatori":
l'ala destra favorevole a un riorientamento della politica della
Linke verso l'accompagnamento della svolta militarista della RFT.
Deputato, è membro della Commissione per gli affari esteri del
Bundestag.</b></span></span></span></div>
<div style="background: none repeat scroll 0% 0% rgb(51, 51, 51); text-align: justify;">
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b>Liebich
è anche un membro di spicco di varie ONG specializzate in "aiuti
allo sviluppo", nelle "missioni umanitarie", come
l'ONG "Help", indirettamente legata al governo tedesco, ma
anche all'"Atlantik-Brücke" (Atlantic Bridge), ONG che
promuove lo sviluppo dell'atlantismo attraverso scambi tra le élite
americane e tedesche.</b></span></span></span></div>
<div style="background: none repeat scroll 0% 0% rgb(51, 51, 51); text-align: justify;">
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b>Due
settimane fa, Liebich, ha partecipato con il deputato verde Jurgen
Trittin e la SPD Hildegaard Buhlman ad una riunione per stabilire "le
prospettive di una politica comune per la pace" da cui, secondo
Liebich, è scaturita la "plausibilità" di un accordo tra
i tre partiti, in vista di un futuro accordo di governo.</b></span></span></span></div>
<div style="background: none repeat scroll 0% 0% rgb(51, 51, 51); text-align: justify;">
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b>Liebich
aveva già contribuito, nell'autunno, alla redazione di un testo
"Politica estera di sinistra: prospettive di riforma",
avanzando l'idea nella sinistra di "nuove responsabilità
internazionali" per la Germania, con il sostegno agli
"interventi umanitari" all'estero e il rafforzamento del
"partenariato transatlantico" con gli Stati Uniti.</b></span></span></span></div>
<div style="background: none repeat scroll 0% 0% rgb(51, 51, 51); text-align: justify;">
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b>Ancora
in gennaio, Liebich ha firmato un documento con la deputata verde
Brugger, incoraggiando lo sviluppo delle missioni militari tedesche
all'estero "sotto mandato internazionale" in un'ottica
"umanitaria". Umanitaria a colpi di bombe!</b></span></span></span></div>
<div style="background: none repeat scroll 0% 0% rgb(51, 51, 51); text-align: justify;">
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b>Liebich
aveva anche sostenuto il dispiegamento della Bundeswehr nel
Mediterraneo nel mese di aprile.</b></span></span></span></div>
<div style="background: none repeat scroll 0% 0% rgb(51, 51, 51); text-align: justify;">
<b><span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b>Una
parte dei deputati della Linke pronti a sostenere una missione della
Bundeswehr all'estero, in Siria!</b></span></span></span></b></div>
<div style="background: none repeat scroll 0% 0% rgb(51, 51, 51); text-align: justify;">
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b>I
"riformatori" non si accontentano di parlare. Nel mese di
aprile hanno sdoganato un tabù della Linke: la questione del
sostegno degli interventi della Bundeswehr all'estero.</b></span></span></span></div>
<div style="background: none repeat scroll 0% 0% rgb(51, 51, 51); text-align: justify;">
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b>Negli
ultimi mesi, l'esercito tedesco ha accelerato l'attuazione della sua
Weltpolitik, la sua politica globale, arrivando a sostenere la
Francia in Mali e in Centro Africa.</b></span></span></span></div>
<div style="background: none repeat scroll 0% 0% rgb(51, 51, 51); text-align: justify;">
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b>Ha
inoltre dispiegato una missione militare nel Mediterraneo. Una
fregata con a bordo 300 soldati per effettuare il disarmo delle armi
chimiche in Siria, in collaborazione con gli Stati Uniti.</b></span></span></span></div>
<div style="background: none repeat scroll 0% 0% rgb(51, 51, 51); text-align: justify;">
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b>Con
il falso pretesto della minaccia delle "armi chimiche" e
della necessità dell'intervento umanitario, Gregor Gysi - uno dei
"riformatori", leader del Partito della Sinistra Europea
(PSE) - aveva tentato il colpo di forza rinnegando uno dei principi
fondativi della Linke: "Nessuna missione all'estero".</b></span></span></span></div>
<div style="background: none repeat scroll 0% 0% rgb(51, 51, 51); text-align: justify;">
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b>Il
sostegno dichiarato alle manovre imperialiste in Siria, alla politica
aggressiva della Germania non ha ottenuto il sostegno della
maggioranza dei membri della Die Linke: 35 hanno votato contro, 18 si
sono astenuti e cinque hanno votato per questa missione all'estero,
rivelando una frattura alla testa del partito.</b></span></span></span></div>
<div style="background: none repeat scroll 0% 0% rgb(51, 51, 51); text-align: justify;">
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b>Questa
non è la prima volta che il partito si divide sulla questione della
pace.</b></span></span></span></div>
<div style="background: none repeat scroll 0% 0% rgb(51, 51, 51); text-align: justify;">
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b>Sul
sostegno alla "Freedom Flotilla" di solidarietà con Gaza
nel giugno 2011, diversi deputati della Linke sostenevano attivamente
l'iniziativa mentre Gysi, e una decisa minoranza parlamentare, la
stigmatizzavano come una campagna antisemita e violenta.</b></span></span></span></div>
<div style="background: none repeat scroll 0% 0% rgb(51, 51, 51); text-align: justify;">
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b>La
direzione della Linke aveva allora proposto una mozione per vietare
la partecipazione degli eletti nella Linke alla "Freedom
Flotilla" per Gaza, in nome della lotta contro
l'"antisemitismo". Complessivamente 19 deputati avevano
rifiutato di obbedire a tale risoluzione, mentre 57 accettarono.</b></span></span></span></div>
<div style="background: none repeat scroll 0% 0% rgb(51, 51, 51); text-align: justify;">
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b>Ricordiamo
che Gysi aveva, al 60° anniversario dello Stato di Israele,
dichiarato: "L'antisionismo non può, o almeno non può più
essere una posizione difendibile per la sinistra in generale e per il
partito della Linke in particolare.</b></span></span></span></div>
<div style="background: none repeat scroll 0% 0% rgb(51, 51, 51); text-align: justify;">
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b>Nel
marzo 2012, la Linke ha persino osato sostenere le elezioni
presidenziali di Beate Klarsfeld, amico personale di Nicolas Sarkozy,
noto per la sua zelante difesa del sionismo, nella versione di destra
più estrema, più brutalmente colonialista.</b></span></span></span></div>
<div style="background: none repeat scroll 0% 0% rgb(51, 51, 51); text-align: justify;">
<b><span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b>Divisioni
sull'Ucraina: i "riformisti" e Gysi in difficoltà</b></span></span></span></b></div>
<div style="background: none repeat scroll 0% 0% rgb(51, 51, 51); text-align: justify;">
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b>Le
ambiguità deliberate, le smaccate negazioni, i calcoli sottili usati
per l'Ucraina dai "riformisti" non hanno raggiunto il loro
obiettivi.</b></span></span></span></div>
<div style="background: none repeat scroll 0% 0% rgb(51, 51, 51); text-align: justify;">
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b>Infatti,
in una prima fase, la direzione centrista della Linke con la penna
dei centristi (di destra), Bernd Reixinger, Katja Kipping e Gregor
Gysi, ha sottoscritto una dichiarazione il 2 marzo che si attestava
pressoché sulla posizione adottata dal PSE.</b></span></span></span></div>
<div style="background: none repeat scroll 0% 0% rgb(51, 51, 51); text-align: justify;">
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b>Fingendo
di porre sullo stesso piano i due belligeranti, lanciavano nel
documento un appello al governo tedesco e ai dirigenti europei della
UE, che hanno "un ruolo diplomatico significativo da giocare",
invocando il governo di Kiev a una "inversione", senza far
riferimento alla massiccia presenza di fascisti alla sua testa.</b></span></span></span></div>
<div style="background: none repeat scroll 0% 0% rgb(51, 51, 51); text-align: justify;">
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b>Questa
posizione è stata subito contestata da diversi deputati, fedeli a
certe posizioni storiche della sinistra sulla pace, in particolare
per opera di Sevim Dagdelen e Sarah Wagenknecht, che hanno puntato il
dito sulla presenza fascista nel governo ucraino, entrando in aspro
conflitto con i Verdi parlamentari. Questa rivolta della frazione
parlamentare della Linke da "sinistra" ha costretto il
capogruppo Gregor Gysi, a correggere il tiro, con mozioni
parlamentari e interventi mediatici, maggiormente critici sulla
politica occidentale e sugli sviluppi del governo ucraino.</b></span></span></span></div>
<div style="background: none repeat scroll 0% 0% rgb(51, 51, 51); text-align: justify;">
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b>Il
suo intervento in Parlamento il 13 giugno, si è rivelato molto più
equilibrato, critico sul ruolo dell'UE e della NATO, anche se si
rammaricava, con ispirazione gorbacheviana, di non includere Russia e
Ucraina nella "casa comune europea" (sic!).</b></span></span></span></div>
<div style="background: none repeat scroll 0% 0% rgb(51, 51, 51); text-align: justify;">
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b>Questo
non ha impedito a Gysi, assieme alla direzione bifronte
Rexinger/Kipping, di prendere le distanze pubblicamente dal membro
della Linke, Sevim Dagdelen che aveva osato il 4 giugno denunciare
con forza l'ipocrisia dei verdi e del socialdemocratico Ministro
degli Esteri.</b></span></span></span></div>
<div style="background: none repeat scroll 0% 0% rgb(51, 51, 51); text-align: justify;">
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b>Poi
ha fatto una citazione forte, prendendo a prestito Bertolt Brecht:
"Chi non conosce la verità è uno sciocco, ma chi,
conoscendola, la chiama bugia, è un delinquente". Perché se
Gysi è pronto a tutto per preservare l'unità del partito, è
tuttavia una linea di "riforma dell'UE" e della "NATO"
in una prospettiva di governo "rosso-rosa-verde" a cui
aspira per il 2017.</b></span></span></span></div>
<div style="background: none repeat scroll 0% 0% rgb(51, 51, 51); text-align: justify;">
<b><span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b>Riformare
la NATO? La nuova moda della Linke!</b></span></span></span></b></div>
<div style="background: none repeat scroll 0% 0% rgb(51, 51, 51); text-align: justify;">
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b>Negli
ultimi mesi, Gregor Gysi ha iniziato la sua opera di rottamazione nel
partito per smussare le tradizionali posizioni antimperialiste della
sinistra tedesca.</b></span></span></span></div>
<div style="background: none repeat scroll 0% 0% rgb(51, 51, 51); text-align: justify;">
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b>L'esito
della lotta ha portato alla ridefinizione del programma per le
elezioni europee. Due sono gli obiettivi raggiunti da Gysi: (1)
cancellare la rivendicazione di uscita della Germania dalla NATO; (2)
rimuovere l'identificazione della UE come un "blocco
militarista, neoliberista e fondamentalmente antidemocratico".</b></span></span></span></div>
<div style="background: none repeat scroll 0% 0% rgb(51, 51, 51); text-align: justify;">
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b>Queste
due posizioni presumibilmente sostenute dalla sinistra del partito
sono state effettivamente cancellate dal programma del partito senza
sollevare una vera lotta interna, rivelando un sostanziale consenso
dietro il dibattito pubblico.</b></span></span></span></div>
<div style="background: none repeat scroll 0% 0% rgb(51, 51, 51); text-align: justify;">
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b>Ricordiamo
che Gregor Gysi era stato preso con le mani nel sacco cinque anni fa,
quando Wikileaks ha rivelato i suoi colloqui segreti con
l'ambasciatore americano a Berlino nel 2009, durante i quali lo
rassicurava sul carattere innocuo degli slogan della Linke,
sacrificando il ritiro concreto della Germania dalla NATO con
l'astratto e irrealistico scioglimento della NATO.</b></span></span></span></div>
<div style="background: none repeat scroll 0% 0% rgb(51, 51, 51); text-align: justify;">
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b>Nell'ottobre
2013, il dirigente del partito Katja Kipping si era spinta ancora più
lontano in pieno scandalo intercettazioni degli Stati Uniti. Aveva
denunciato l'atteggiamento degli Stati Uniti che "danneggia
irreparabilmente l'architettura di sicurezza nella regione del patto
Atlantico".</b></span></span></span></div>
<div style="background: none repeat scroll 0% 0% rgb(51, 51, 51); text-align: justify;">
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b>Deplorava
inoltre il fatto che la Merkel avesse realizzato troppo tardi che
"gli Stati Uniti non vogliono un'Europa forte" (Sic)
appellandosi a una trasformazione della NATO in un "partenariato
trans-atlantico per la pace".</b></span></span></span></div>
<div style="background: none repeat scroll 0% 0% rgb(51, 51, 51); text-align: justify;">
<b><span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b>L'alleanza
con la SPD nel 2017: l'obiettivo dichiarato dei "riformisti"
della Linke</b></span></span></span></b></div>
<div style="background: none repeat scroll 0% 0% rgb(51, 51, 51); text-align: justify;">
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b>Questa
è l'idea che sta dietro le manovre di Gysi volte a riposizionare la
politica estera nei confronti del consenso militarista dominante:
preparare una coalizione di "sinistra plurale",
"rosa-rosso-verde" per il 2017.</b></span></span></span></div>
<div style="background: none repeat scroll 0% 0% rgb(51, 51, 51); text-align: justify;">
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b>Secondo
gli osservatori, l'ostacolo principale rimane la politica estera
tedesca: tra SPD e Verdi che favoriscono una politica di piena
adesione alla NATO, all'UE, alle missioni all'estero, al riarmo
tedesco, e la Linke, con una presunta posizione critica verso questa
politica.</b></span></span></span></div>
<div style="background: none repeat scroll 0% 0% rgb(51, 51, 51); text-align: justify;">
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b>Gysi,
in una recente intervista su </b></span></span></span><i><span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b>Deutschlandfunk</b></span></span></span></i><span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b>,
ha insistito su questo punto: "Vogliamo un accordo sulla
politica estera, come sulla difesa, con i nostri partner di
sinistra".</b></span></span></span></div>
<div style="background: none repeat scroll 0% 0% rgb(51, 51, 51); text-align: justify;">
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b>A
tal fine, Gysi è pronto a vedere miraggi: "Penso che la SPD
abbia compreso che gli interventi in Afghanistan, Jugoslavia, Iraq,
Libia non siano state delle risposte, anzi hanno invece esacerbato la
tensione".</b></span></span></span></div>
<div style="background: none repeat scroll 0% 0% rgb(51, 51, 51); text-align: justify;">
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b>Una
considerazione che ha dell'incredibile, visto che il ministro degli
Esteri Steinmeier, della SPD, sta conducendo la politica estera più
aggressiva dell'ultimo mezzo secolo: la SPD nella "grande
coalizione" con la CDU, sostiene gli interventi in Mali, Siria,
Centrafrica!</b></span></span></span></div>
<div style="background: none repeat scroll 0% 0% rgb(51, 51, 51); text-align: justify;">
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b>Ma
in tutte queste interviste, sorge inevitabilmente la domanda sulla
coalizione di sinistra nel 2017. Gysi risponde sempre prudente ma per
lui: "non saranno in politica estera i fattori di maggior
disaccordo".</b></span></span></span></div>
<div style="background: none repeat scroll 0% 0% rgb(51, 51, 51); text-align: justify;">
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b>Un
modo intelligente per dire che per trovare un accordo, sarà
sufficiente un passo reciproco (in fin fine, un passo della Linke
verso il consenso atlantista, bellicista!). Tutti gli occhi sono
ormai rivolti alla Turingia dove l'appuntamento elettorale delle
regionali di autunno potrebbe vedere l'elezione di un presidente
della "Die Linke", Bodo Ramelow, con i voti della SPD e dei
Verdi. Una prefigurazione della "sinistra plurale" per il
2017.</b></span></span></span></div>
<div style="background: none repeat scroll 0% 0% rgb(51, 51, 51); text-align: justify;">
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b>Secondo
Gysi, questo fatto rappresenta "un momento importante per la
sinistra in Germania". Il leader verde locale, Katrin
Goring-Eckardt, da un lato, ha accolto con favore il lavoro di Gysi,
rallegrandosi di un "partito che ha liquidato l'eredità del SED
[</b></span></span></span><i><span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b>Partito</b></span></span></span></i><span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b>
socialista unificato tedesco]" per diventare un "vero
partito socialdemocratico". Dall'altro, ha espresso
preoccupazione per la posizione di alcuni membri della Linke,
ostacolo per una coalizione sia a livello regionale che nazionale.</b></span></span></span></div>
<div style="background: none repeat scroll 0% 0% rgb(51, 51, 51); text-align: justify;">
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b>Va
ricordato che la SPD attualmente governa Turingia... con i
conservatori della CDU!</b></span></span></span></div>
<div style="background: none repeat scroll 0% 0% rgb(51, 51, 51); text-align: justify;">
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b>Si
comprendono i giochi di equilibrio di Gysi, che si vede già Ministro
degli Esteri della Germania dopo essere stato burocrate e dissidente
della DDR, aggiustando la linea a seconda dell'opposizione interna,
lanciando palloncini di prova per far convergere la sua politica
estera verso le posizioni europeiste, militariste e atlantiste di SPD
e Verdi.</b></span></span></span></div>
<div style="background: none repeat scroll 0% 0% rgb(51, 51, 51); text-align: justify;">
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b>Ma
il popolo tedesco merita molto di più che i suoi calcoli politici,
ha bisogno di una organizzazione politica rivoluzionaria, una
organizzazione di lotta che dica chiaro e forte: mai più guerre, mai
più rinascita del militarismo e dell'imperialismo tedesco! </b></span></span></span>
</div>
<div style="background: none repeat scroll 0% 0% rgb(51, 51, 51); margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/15125593734834622848noreply@blogger.com0Berlino, Germania52.520006599999988 13.40495399999997552.210736099999991 12.759506999999974 52.829277099999985 14.050400999999976tag:blogger.com,1999:blog-4360193200233423877.post-84816636737135850512014-07-08T02:59:00.000-07:002014-07-08T02:59:59.618-07:00TUTTI CONTRO TUTTI? NO, CONTRO UNO..<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="background: none repeat scroll 0% 0% rgb(51, 51, 51); text-align: justify;">
<span style="color: #ffcc99;">“</span><i><span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><b>I
preparativi per la Settimana dell’Odio erano in pieno fervore e
l’intero personale dei Ministeri prestava la sua opera volontaria
al di fuori dell’orario di lavoro. Si dovevano organizzare cortei,
riunioni, parate militari, conferenze, apprestare pannelli
didascalici in cera, preparare spettacoli cinematografici e programmi
televisivi. Si dovevano montare tribune, costruire effigi, coniare
slogan, comporre canti, far circolare notizie false, contraffare
fotografie. Al Reparto Finzione era stato disposto che la squadra di
Julia interrompesse la produzione di romanzi per stampare in tutta
fretta una serie di libelli sulle atrocità commesse dal nemico.</b></span></span></i><span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><b>“
[1984, George Orwell]</b></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgVBPgNypAKau_DCknpZc77klbjJ9N9T5nR_2DK7_63fZ4BmxkySDla9hrCWqpmo8m0qPzvHfU7wBH_2-v9F5Iv-XSw8NFl3sk0X_lR-l6ZffQYCtC9EYhyphenhyphen9s3h26J7g7t5JGrUThtn6Cw/s1600/opinion-latest.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgVBPgNypAKau_DCknpZc77klbjJ9N9T5nR_2DK7_63fZ4BmxkySDla9hrCWqpmo8m0qPzvHfU7wBH_2-v9F5Iv-XSw8NFl3sk0X_lR-l6ZffQYCtC9EYhyphenhyphen9s3h26J7g7t5JGrUThtn6Cw/s1600/opinion-latest.jpg" height="198" width="320" /></a></div>
<div style="background: none repeat scroll 0% 0% rgb(51, 51, 51); text-align: justify;">
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><b>Stavolta
il capro espiatorio, rituale ebraico (sic!) è Marino che non sarò
certo io a difendere.. ma il PD romano, regista dietro le quinte
dell'operazione "fuoco amico sul sindaco", ne esce ancora
una volta indenne. Tra scaltri attori e figuranti paraculi in
malafede e ingenui e superficiali coreuti da strapazzo.. i
palazzinari ed i poteri forti del commercio e della mala, se la
caveranno anche stavolta senza un graffio. Le mummie della cultura
che si rivoltano contro le piramidi della politica. Scontro tra
tétani ospitato sul palcoscenico de la Repubblica (che non è quella
di Platone) ma in realtà è un tiro a segno ad un bersaglio
immobile, una levata di scudi (anzi di frecce) che ricorda tanto la
</b></span></span><i><span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><b>Hate
Week</b></span></span></i><span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><b>
di orwelliana memoria. La Settimana </b></span></span><i><span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><b>dell</b></span></span></i><span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><b>'Odio,
nel 1984 immaginato da Orwell nel 1948, consisteva infatti in una
settimana di raduni, convegni, riunioni ed altri eventi pubblici
organizzati in tutta l'Oceania con lo scopo di incrementare l'odio
dei prolet e dei membri del Partito contro i nemici interni. Ora,
lungi da me l'idea di voler togliere dai guai l'elefante marino in
oggetto, siamo proprio certi che il problema sia (tutto) lì? E'
preoccupante che la disoccupazione preoccupi meno delle occupazioni,
parlando del Valle, dell'Angelo Mai (citando le più in vista) ma non
è che si sta cercando di strumentalizzare delle lotte autentiche e
giuste e che queste ultime sottovalutino in tal senso l'abbraccio
mortale di personaggi come Lavia e Placido che nelle torbide acque
del limbo tra potere e cultura hanno sguazzato per decenni e che
probabilmente, vi si continuano a nutrire indisturbati, crescendo a
dismisura come pesci siluro nel lago di Balaton? Allora, da brave
persone come Medici e soprattutto dai militanti e dagli occupanti
attivi m'aspetterei, se non altro per maggiore completezza ed
incisività, un attacco anche e soprattutto ai veri mandanti (il PD
romano lo conosciamo da anni), più che esclusivamente e direttamente
al sindaco che ha senz'altro le sue colpe che non sono poche, a
cominciare dalla sua scelta di farsi candidare da chi di candido ha
solo il collo della camicia. Ma chi si dice sinistra "radicale”,
invece di fare i "selfie" davanti ad improbabili bar
storici che di storico non hanno nemmeno una bottiglia, avessero
sostenuto l'alternativa, invece che 'sta mummia, forse qualcosa
sarebbe andata meglio. Ogni riferimento a SEL NON è puramente
casuale. </b></span></span>
</div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/15125593734834622848noreply@blogger.com0Roma, Italia41.8723889 12.4801801999999541.494251399999996 11.834733199999949 42.2505264 13.125627199999951tag:blogger.com,1999:blog-4360193200233423877.post-6765401822838689812014-06-12T07:21:00.000-07:002014-06-12T07:21:59.669-07:0013-14-15 GIUGNO - DELIBERIAMO ROMA
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghIQddgFDQgNJX9fzKSLmXo-Zrmny-pLM-G-zEQxCe14iq_5Fm-H-rSh1ui4-uRHuenW-xMdm1jDNtS51kPmW0A_Mbwa184-eTNiQSNBMdyYKhvt6diGsztd0aT-VEMVHeJZxQ8qJdElg/s1600/DELROM.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghIQddgFDQgNJX9fzKSLmXo-Zrmny-pLM-G-zEQxCe14iq_5Fm-H-rSh1ui4-uRHuenW-xMdm1jDNtS51kPmW0A_Mbwa184-eTNiQSNBMdyYKhvt6diGsztd0aT-VEMVHeJZxQ8qJdElg/s1600/DELROM.jpg" height="118" width="320" /></a></div>
<div align="JUSTIFY">
<strong><span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><span style="background: #333333;">13-14-15
GIUGNO - DELIBERIAMO ROMA</span></span></span></span></strong></div>
<div align="JUSTIFY">
<strong><span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="background: #333333;">Tre
anni fa più di 26 milioni di italiani dicevano sì al referendum per
l’acqua pubblica</span></span></span></strong><span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="background: #333333;">,
un risultato di democrazia che i precedenti governi hanno provato a
cancellare, e che oggi è nuovamente sotto attacco.</span></span></span><span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="background: #333333;"> A
tre anni da quella vittoria, la coalizione sociale di Deliberiamo
Roma - e le sue quattro delibere di iniziativa popolare per la scuola
pubblica, l'uso sociale del patrimonio immobiliare abbandonato, la
ripubblicizzazione di Acea e la finanza sociale - promuove tre
giornate di sensibilizzazione e mobilitazione per la difesa dei beni
comuni e per la valorizzazione della politica intesa come
partecipazione e attivazione della cittadinanza per decidere sul
destino dei propri territori. In
tre giorni, oltre 40 piazze, mercati e ville in tutti i municipi
saranno invasi da banchetti e iniziative per la raccolta firme.</span></span></span><span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="background: #333333;"> Accanto
alle iniziative territoriali, ce ne sarà una cittadina: sabato 14
giugno dalle ore 20.30 vi invitamo in Piazza Sauli a Garbatella con
cena sociale, presentazione delle delibere e concerto della Banda
Jorona, a seguire djset Rotas, Gigi selecta outta Baracca Sound
(ingresso libero). Liberiamo
Roma dalla speculazione e dalle privatizzazioni, utilizzando le sue
molteplici risorse e migliorare le condizioni di vita di tutti i suoi
abitanti.</span></span></span></div>
<br />
<br />
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="background: #333333;">Maggiori
info su </span></span></span><a href="http://www.deliberiamoroma.org/"><em><span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="background: #333333;">www.deliberiamoroma.org</span></span></span></em></a><br />
<br />
<br />
<strong><span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><u><span style="background: #333333;">IL
CALENDARIO DELLE INIZIATIVE E I LUOGHI DEI BANCHETTI DOVE FIRMARE:</span></u></span></span></strong><strong><span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="background: #333333;">
</span></span></span></strong>
<br />
<br />
<br />
<strong><span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><u><span style="background: #333333;">Venerdì
13 GIUGNO</span></u></span></span></strong><br />
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="background: #333333;">-
Deliberiamo al mercato, Via Marino Mazzacurati, Orario 9-13,00</span></span></span><br />
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="background: #333333;">-
Deliberiamo in piazza, Piazza San Giovanni, Orario 10-13</span></span></span><br />
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="background: #333333;">-
Deliberiamo in piazza, Piazza della Marranella, Orario 10-13</span></span></span><br />
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="background: #333333;">-
Deliberiamo Cinecittà, Centro commerciale Cinecittà 2, Orario 9-13</span></span></span><br />
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="background: #333333;">-
Notte bianca alla Sapienza, Università La Sapienza, Orario 19-1,00</span></span></span><br />
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="background: #333333;">-
Festa Rossa a Montagnola, Parco del Caravaggio - Viale delle
Accademie, Orario 19-22,30</span></span></span><br />
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="background: #333333;">-
RockAfreak, Via di Porta Labicana 24, Ore 20,30-23</span></span></span><br />
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="background: #333333;">-
Porte aperte alle Ca7, Serate di cena e musica, Via delle Sette
Chiese 186, Orario 20-24</span></span></span><br />
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="background: #333333;">-
Giardini di piazza Vittorio, Tutto il mondo è paese, Orario 18-22</span></span></span><br />
<br />
<br />
<strong><span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><u><span style="background: #333333;">Sabato
14 GIUGNO</span></u></span></span></strong><br />
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="background: #333333;">-
Deliberiamo al mercato, Acilia, Via Gino Bonichi, Orario 9-13</span></span></span><br />
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="background: #333333;">-
Deliberiamo al mercato, Isola Pedonale del Pigneto, Orario 9-14</span></span></span><br />
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="background: #333333;">-
Deliberiamo in piazza, Piazza Cicetti, Orario 9-13</span></span></span><br />
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="background: #333333;">-
Deliberiamo in piazza, Piazza delle Iris, Orario 10-13</span></span></span><br />
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="background: #333333;">-
Deliberiamo al mercato, Via Alvaro Corrado, Orario 10-13</span></span></span><br />
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="background: #333333;">-
Deliberiamo al mercato, P.zza degli Euganei, Orario 10-13</span></span></span><br />
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="background: #333333;">-
Deliberiamo al mercato, Val Melaina, Via Conti, Orario 10.30-13</span></span></span><br />
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="background: #333333;">-
Deliberiamo al mercato, Garbatella, Via Circonvallazione Ostiense,
Orario 10.30-13</span></span></span><br />
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="background: #333333;">-
Deliberiamo al mercato, Banchetto all’ingresso del Mercato
Trionfale, Orario 10-13</span></span></span><br />
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="background: #333333;">-
Deliberiamo al mercato, Labaro, Pianna Nimis, Orario 9,30-13,30</span></span></span><br />
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="background: #333333;">-
Deliberiamo al mercato, Via Alberto Da Giussano, Orario 10-13</span></span></span><br />
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="background: #333333;">-
Deliberiamo Cinecittà, Centro commerciale Cinecittà 2, Orario 9-13</span></span></span><br />
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="background: #333333;">-
Deliberiamo in piazza, Piazza Vittorio, Orario 10-13</span></span></span><br />
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="background: #333333;">-
Deliberiamo il metrò, Stazione della Metropolitana, P.zza Conca
d’Oro, Orario 10-13</span></span></span><br />
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="background: #333333;">-
Banchetto alla Posta, Ufficio postale, Viale Adriatico, Orario
10.30-13</span></span></span><br />
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="background: #333333;">-
Tutto il mondo è paese, Giardini di piazza Vittorio, Orario 18-23</span></span></span><br />
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="background: #333333;">-
Festa Rossa a Montagnola, Parco del Caravaggio - Viale delle
Accademie, Orario 19-22,30</span></span></span><br />
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="background: #333333;">-
Deliberiamo il Cinema America, Arena del Cinema America Occupato,
Piazza San Cosimato, Orario 19-1.00</span></span></span><br />
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="background: #333333;">-
Deliberiamo il Teatro Valle Occupato, Via del Teatro Valle, Ore
19-1.00</span></span></span><br />
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="background: #333333;">-
Deliberiamo in piazza, Ricomincio da tre…, Piazza Damiano Sauli,
Orario 20-23</span></span></span><br />
<br />
<br />
<strong><span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><u><span style="background: #333333;">DOMENICA
15 GIUGNO</span></u></span></span></strong><br />
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="background: #333333;">-
Deliberiamo al mercato, Via Conti, Orario 10-14</span></span></span><br />
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="background: #333333;">-
Deliberiamo al mercato, Via Alvaro Corrado, Orario 10-14</span></span></span><br />
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="background: #333333;">-
Deliberiamo al mercato, P.zza degli Euganei, Orario 10-14</span></span></span><br />
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="background: #333333;">-
Deliberiamo al mercato, Conca D’Oro, Via di Conca D’Oro, Orario
10.30-13.30</span></span></span><br />
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="background: #333333;">-
Deliberiamo al mercato, Mercatino di Lucha Y Siesta, Orario 10-19</span></span></span><br />
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="background: #333333;">-
Banchetto alle Poste, Poste Italiane, Viale Adriatico, Orario 10-14</span></span></span><br />
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="background: #333333;">-
Deliberiamo il metrò, Stazione della Metropolitana, P.zza Conca
d’Oro, Orario 10-14</span></span></span><br />
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="background: #333333;">-
San Tommaso Market V edizione, Via San Tommaso D’Aquino 11/A,
Orario 12- 20</span></span></span><br />
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="background: #333333;">-
Tutto il mondo è paese, Giardini di Piazza Vittorio, Orario 18-23</span></span></span><br />
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="background: #333333;">-
Festa Rossa a Montagnola, Parco del Caravaggio - Viale delle
Accademie, Orario 19-22,30</span></span></span><br />
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="background: #333333;">-
Villa Pamphili, ingresso San Pancrazio, Largo 3 Giugno 1849, Orario
17-20</span></span></span><br />
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/15125593734834622848noreply@blogger.com0Roma, Italia41.8723889 12.4801801999999541.494251399999996 11.834733199999949 42.2505264 13.125627199999951tag:blogger.com,1999:blog-4360193200233423877.post-64710857216457590082014-06-07T01:53:00.000-07:002014-06-07T02:28:46.987-07:00Evviva, brindiamo! Abbiamo perso!<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJVhBAu34FFfqczLMcIgU2mN2Cjs_hMdUdqRlZwKyT-lNuSJ8IuoM_duNjju9VcMahuDGbRlG6QV_aQsaBF0LiSb2_BGd7JYj_CPveeTVykY9WGEJzvpaRfNbBtWSrP71nrFssC64Et5s/s1600/b.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJVhBAu34FFfqczLMcIgU2mN2Cjs_hMdUdqRlZwKyT-lNuSJ8IuoM_duNjju9VcMahuDGbRlG6QV_aQsaBF0LiSb2_BGd7JYj_CPveeTVykY9WGEJzvpaRfNbBtWSrP71nrFssC64Et5s/s1600/b.jpg" height="240" width="320" /></a></div>
<div align="JUSTIFY">
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b><span style="background: #333333;">...e
nemmeno dignitosamente. La faccia e le elezioni. Evviva i grandi
propositi di unità della sinistra espressi dalla Lista e che
continuano ad affascinare e stuzzicare le fantasie di qualcuno che
vorrebbe addirittura farne delle case. C'eravamo tanto Amato ma..
tanto per cominciare, alla fine girano due petizioni: una chiede che
la </span></b></span></span></span><em><span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b><span style="background: #333333;">“compagna”</span></b></span></span></span></em><span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b><span style="background: #333333;">
Spinelli rinunci al seggio come aveva solennemente promesso, l'altra
chiede di mandarla a Strasburgo, forse perché evidentemente la
sinistra non può fare a meno del suo liberalismo chic o forse perché
il </span></b></span></span></span><em><span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b><span style="background: #333333;">“tanto
peggio, tanto meglio”</span></b></span></span></span></em><span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b><span style="background: #333333;">
inizia a strutturarsi seriamente anche dalle nostre parti. A me
interessa poco, avevo già molti dubbi sulla estemporanea e
verticistica natura della Lista, immaginando anche stavolta che
questa litanìa sull'unità delle sinistre avrebbe finito per unire i
vertici dividendo la base. Stessa pratica, stesse dinamiche a tutti i
livelli. Non è colpa dell'astensionismo o delle divisioni, mali che
permangono a causa dell'ambizione delle residuali </span></b></span></span></span><em><span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b><span style="background: #333333;">élite</span></b></span></span></span></em><span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b><span style="background: #333333;">
di questa specie di sinistra a tenersi aggrappate a poltrone e
potere, piccoli o grandi che siano, se il raggiungimento striminzito
del quorum d'ingresso rappresenta, al di là dei festeggiamenti e dei
manifesti entusiasmi, un ulteriore flessione elettorale del 35%
rispetto a cinque anni fa. Colpa del dissolversi di quella buona
pratica che si chiama “elaborazione politica”, sormontata ormai
da una melassa demagogica che ha fatto </span></b></span></span></span><em><span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b><span style="background: #333333;">(e
continua a far)</span></b></span></span></span></em><span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b><span style="background: #333333;">
filtrare soltanto discorsi generici e slogan tali così scontati, da
essere adottati in varia misura ovvio, da tutte le forze in
competizione. Per Cinque Stelle e Lega, per Fratelli d'Italia, il PD
e Forza Italia, fino addirittura a Scelta Civica, il coro è
pressoché unanime: l'austerity è diventato il nemico comune. Così
la Lista è finita nel buio dell'anonimato politico, prima che
identitario. Più che dell'ennesimo errore, il risultato elettorale,
tanto più marginale quanto più sonoramente festeggiato, è sintomo
dello stato confusionale in cui versa la Sinistra tutta ma peggio
ancora quella che molti, in preda ad un delirio, più che ad un
desiderio di rappresentanza, ostinatamente continuano a chiamare
sinistra radicale. Forse che l'aggettivo “radicale” è di
pannelliana memoria, deriva dal ruolo ormai consolidato della base di
raccogliere firme per qualsiasi cosa, onde poi scomparire nel limbo
dei referendum e delle liste più o meno civiche, a-partitiche,
post-ideologiche, rosa, fucsia, violette, etc. E' l'effetto aspirina,
la base di Rifondazione che si fa un gran culo per dare il principio
attivo al bicchier d'acqua il quale, a giochi fatti, ad effervescenza
elettorale conclusa, torna ad esere trasparente ed incolore. Il
desiderio di rappresentanza esiste eccome certo. Diritto di
cittadinanza. Perché allora allinearsi con quella retorica che –
ad uso e consumo capitalista e liberista – maldestramente lo taccia
di nazionalismo e populismo? Perché accodarsi al coro di chi ne
svaluta la portata politica? Merita maggior gloria forse questa forma
di subdolo filo-europeismo, camuffato per i palati più esigenti da
internazionalismo, funzionale solo al capitale finanziario o nel
migliore dei casi ad una forma di imperialismo europeo, sempre e
comunque subordinato a quello USA? Questo appiattimento, non è reso
evidente per esempio, dalla posizione supina ed </span></b></span></span></span><em><span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b><span style="background: #333333;">embedded</span></b></span></span></span></em><span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b><span style="background: #333333;">,
della stampa e delle forze politiche tutte sull'Ucraina, la Siria, la
Libia, la Palestina, il Venezuela, la Nord Corea, l'Iran? Ad un
occhio critico ed intelligente, con una una minima conoscenza del
funzionamento delle istituzioni continentali ed i meccanismi della
Ue, dovrebbe infine esser chiaro, come allo stato attuale, qualunque
opportunità di cambiamento può immaginarsi soltanto attraverso gli
Stati nazionali e non certo all'interno delle stesse istituzioni
europee che di fatto negano alla radice qualsiasi possibilità di
espressione della volontà popolare. Figuriamoci se, con le
differenze preesistenti tra i popoli europei, più quelle che le
politiche economiche hanno acuito (alla faccia dell'europeismo di
facciata), possiamo verosimilmente aspettarci una unità delle classi
subalterne attorno ad un progetto politico comune. Chiediamoci
infatti perché, qualunque sia il tono, lievemente critico o benevolo
verso tali istituzioni, che sia detto il bene o il male, secondo i
media istituzionali e le principali testate giornalistiche italiane e
continentali, sono sempre le istituzioni europee a negare o concedere
cambiamenti di rotta, a consolidare e dettare le riforme
istituzionali, a rilanciare o a frenare le politiche economiche. La
Commissione Europea </span></b></span></span></span><em><span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b><span style="background: #333333;">(e
non il Parlamento eletto) </span></b></span></span></span></em><span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b><span style="background: #333333;">con
l'imposizione ai Popoli </span></b></span></span></span><em><span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b><span style="background: #333333;">(non)</span></b></span></span></span></em><span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b><span style="background: #333333;">
sovrani di accordi tra Stati membri, presentati con grande enfasi
europeista, pompose e costosissime strette di mano tra primi ministri
non eletti, avvita e strangola le economie locali in una crisi
irreversibile con disoccupazione ai massimi storici e concessioni
funzionali sempre agli stessi beneficiari: i grandi investitori
finanziari privati. La BCE con le manovre farsa di Draghi, fa il
gioco della propaganda </span></b></span></span></span><em><span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b><span style="background: #333333;">EURO</span></b></span></span></span></em><span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b><span style="background: #333333;">peista,
sia in Italia che in Germania. Da noi dipinto come superMario
</span></b></span></span></span><em><span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b><span style="background: #333333;">(originali
sic!)</span></b></span></span></span></em><span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b><span style="background: #333333;">,
il baluardo italiano nel cuore del territorio della cattiva e nemica
BundesBank e ai tedeschi, raccontato come il guastafeste
mangia-spaghetti di Francoforte, la piccola e rognosa piattola
italiana tra i coglioni, freno alla totale egemonia continentale
germanica, capro espiatorio per le politiche economiche tedesche al
suo interno (vedi mini-job e politiche sulla immigrazione).
SuperMario quindi, è funzionale ad entrambi i </span></b></span></span></span><em><span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b><span style="background: #333333;">(finti)</span></b></span></span></span></em><span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b><span style="background: #333333;">
contendenti, sia sul piano nazional-campanilista</span></b></span></span></span><em><span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b><span style="background: #333333;">
(Italia vs Germania)</span></b></span></span></span></em><span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b><span style="background: #333333;">
sia su quello pseudo-politico bipartisan/bipolarista </span></b></span></span></span><em><span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b><span style="background: #333333;">(PPE/PSE)</span></b></span></span></span></em><span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b><span style="background: #333333;">.
Le sue operazioni infatti, sono annunciate ogni volta da noi,
solidali e devoti paesani, come “storiche” e “salvifiche” ma
Draghi, essendo come tutti i suoi onorevoli colleghi, prima banchiere
e poi (forse) italiano, le misure di cui sopra, come l'ennesima
recente riduzione del tasso d'interesse, le vara per permettere alle
banche di usufruire dell'abbassamento dei tassi e gettarsi a
capofitto su redditizie speculazioni e scommettere sul debito degli
Stati come il nostro, altro che iniezioni di liquidità, come una
banca centrale dovrebbe fare. Mai e poi mai, le seppur fittizie luci
in fondo al tunnel, vengono attribuite ad un governo nazionale. Le
uniche constatazioni che la stampa e i media riportano sono i
commenti su chi e come fa bene o male i compiti. La confusione regna
sovrana e on si va lontano in questo modo. Evitando, di mettere in
crisi la </span></b></span></span></span><em><span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b><span style="background: #333333;">governance</span></b></span></span></span></em><span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b><span style="background: #333333;">
italiana che si adagia completamente sui poteri forti continentali
visibili e soprattutto invisibili, viene scambiata per politically
correct e tutti in coro a gridare allo scandalo mediatico guardando
il dito e mai la luna capitalista. Evidente questo, anche dallo
scandalo con cui è stato accolto il dialogo tra Grillo e Farage.
L'unica ragione vera per cui la sinistra dovrebbe guardare con
estrema diffidenza a Farage e all'accordo eventuale con i grillini
consiste nel fatto che il leader inglese è un convinto
ultraliberista, fautore delle regole universali del profitto e del
mercato. Ma questa è politica e di politica non si deve parlare. La
retorica gestisce le tesi e la democrazia millantata è il cavallo di
troia della dittatura liberista. </span></b></span></span></span>
</div>
<br />Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/15125593734834622848noreply@blogger.com0Strasburgo, Francia48.583148 7.747882000000004248.415033 7.4251585000000038 48.751263 8.0706055000000045tag:blogger.com,1999:blog-4360193200233423877.post-18555662243481262382014-05-04T15:13:00.000-07:002014-05-04T15:42:24.071-07:00A Sud<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgfoYa3CYLzTXDJlXPgN9rkp7sDNW6HNuIw_a6vZp5gVrYFilafgBFucVak3URrb_ADwbgwFsr8IkgMgwl-O1F0a_eA_9kkL7zPSGm4G7h0vMc6XAq4SV_YcrnNf_k7Lj_iNw8MV9xU-kM/s1600/tex.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgfoYa3CYLzTXDJlXPgN9rkp7sDNW6HNuIw_a6vZp5gVrYFilafgBFucVak3URrb_ADwbgwFsr8IkgMgwl-O1F0a_eA_9kkL7zPSGm4G7h0vMc6XAq4SV_YcrnNf_k7Lj_iNw8MV9xU-kM/s1600/tex.jpg" height="170" width="200" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; letter-spacing: 0px;"><b style="background-color: #444444;"><span style="line-height: 16px; text-align: start;">Per entrare nel merito della faccenda occorre - come premessa - ripercorrere brevemente la storia recente dell’Argentina. Circa quindici anni fa, guidato dal FMI, il governo decide di ancorare la valuta nazionale al dollaro per affrontare l’inflazione e per il Paese sudamericano fu l’inizio della rovina. Il cambio venne fissato 1 ad 1 ovvero ogni </span><i style="line-height: 16px; text-align: start;">dollaro</i><span style="line-height: 16px; text-align: start;"> USA veniva scambiato per un </span><i style="line-height: 16px; text-align: start;">peso</i><span style="line-height: 16px; text-align: start;"> argentino e la banca centrale argentina fu costretta a mantenere nelle proprie casse riserve in dollari pari al valore della quantità di pesos in circolazione nel Paese. Il sistema riuscì a contenere l'inflazione della moneta ma il nuovo cambio fisso rese talmente convenienti le importazioni che la produzione subì un perentorio arresto. L’Argentina andò incontro ad una vera e propria de-industrializzazione con conseguente drammatica disoccupazione. Nel frattempo il debito pubblico continuava ad aumentare e peggio ancora, gli interessi passivi erano di gran lunga superiori a ciò che il Paese non riusciva più a produrre. Cosa faceva il governo per farvi fronte? Faceva quello che i dettami liberisti prevedono in questi casi: privatizzava. Privatizzava, vendeva, svendeva e con il flusso di denaro dall'estero ripagava prestiti e debito. Finché non ci fu più niente da vendere. FTAA, acronimo di Free trade areas of America, si chiamava il progetto. ALCA in spagnolo. Era finanziato dal governo Bush e mirava ad abbattere ogni barriera fra stati delle americhe, con l'evidente scopo di favorire i commerci Usa e fare dell'America latina una fabbrica a basso costo. Fu allora che, con la produzione e la crescita ferme, scoppiò la crisi più nera. Il PIL diminuì del 4% e il paese entrò in recessione. Per arginare il fenomeno della corsa al prelevamento agli sportelli il governo decise di applicare una serie di misure</span><i style="line-height: 16px; text-align: start;"> c</i><span style="line-height: 16px; text-align: start;">he congelavano i conti bancari e rendevano possibili solo piccoli prelievi. Questa ed altre misure ottennero l’effetto di esasperare i cittadini che scesero in piazza per protesta. La polizia reagiva spesso con violenza e l'escalation culminò sul finire del 2001, quando il presidente dichiarò lo stato d'emergenza. Il 20 ed il 21 dicembre in Palza de Mayo – la piazza principale di Buenos Aires – gli scontri furono violentissimi. La polizia sparò sulla folla uccidendo circa quaranta persone ma la protesta non si fermò. E’ proprio allora, col Paese scosso ed il presidente in fuga che si iniziano a porre le basi per una nuova Argentina e, partendo dalla prima decisione inevitabile: il default, il nuovo governo ad interim dichiara l'insolvenza su circa l'80 per cento del debito sovrano argentino, per un totale di 132 miliardi di dollari. Subito dopo verrà abolita anche la convertibilità a cambio fisso con il dollaro ed il </span><i style="line-height: 16px; text-align: start;">peso</i><span style="line-height: 16px; text-align: start;"> andrà incontro ad una forte svalutazione. Inizialmente gli effetti furono devastanti con il 60% dei cittadini finiti al di sotto della soglia di povertà nel 2002. Fu un passaggio doloroso ma inevitabile ed è da quel punto in poi che l'Argentina trovò la forza e prese la spinta per ripartire. Alla guida del paese fu eletto Kirchner, un ex </span><i style="line-height: 16px; text-align: start;">giovane peonista</i><span style="line-height: 16px; text-align: start;">, organizzazione studentesca perseguitata e repressa nel sangue dalla dittatura militare del 1976. Durante il suo governo, e quello successivo della moglie Cristina Fernández, l'Argentina mise in atto politiche economiche di stampo nettamente diverso da quelle degli ultimi anni che sotto l'egira della finanza globale – l'FMI su tutti - avevano contribuito a smantellare lo stato sociale e generato la crisi. La moneta argentina, debole per via dell’abolizione della convertibilità ma sull'onda della ricrescita, favoriva la ripresa delle esportazioni ed il governo non esitava a stampare moneta per finanziare ed investire sulla ripresa economica, riattivando i circuiti di previdenza sociale devastati da anni di neo-liberismo. Molte funzioni e servizi furono re-pubblicizzati: dall'acqua, all'elettricità, all'istruzione e la sanità. Nel 2006, un anno dopo l’accordo con il Brasile di Lula, determinante per il fallimento del piano ALCA, l’Argentina che dal 2004 era tornata a crescere a tassi record del 10% annui, finì di onorare il proprio prestito con lo strozzino FMI e decise di non contrarne più di nuovi. Oggi l'Argentina non è il paradiso. E’ un paese sovrano, che cresce con tassi fra i più elevati al mondo e lo fa aumentando le garanzie sociali, i servizi statali, i diritti dei propri cittadini. Sono riconosciuti i matrimoni omosessuali, la libertà d'informazione è garantita attraverso apposite leggi che impediscono i monopoli ed il rispetto dei diritti umani è ritenuto uno dei principi fondamentali della Repubblica. Alcune volte </span><i style="line-height: 16px; text-align: start;">(anzi direi spesso)</i><span style="line-height: 16px; text-align: start;">, ho letto e ascoltato i politici nostrani, gli stessi che ci hanno portato allo stato attuale, anche e soprattutto i "tecnici", così come i recentissimi rottamatori, fenomeni delle larghe intese, raccontare che se non staremo attenti a tirare per bene la cinghia nei prossimi anni </span><i style="line-height: 16px; text-align: start;">(meno pubblico, meno servizi, etc.)</i><span style="line-height: 16px; text-align: start;"> "rischiamo" di "finire" come l'Argentina. Le cose strane sono due: la prima è che l'Argentina sta meglio di noi </span><i style="line-height: 16px; text-align: start;">(ecco il motivo della premessa)</i><span style="line-height: 16px; text-align: start;">, dopo aver fatto esattamente il contrario di quello che lorsignori ci propongono qui </span><i style="line-height: 16px; text-align: start;">(anche se dire "impongono" sarebbe più giusto)</i><span style="line-height: 16px; text-align: start;">; la seconda cosa strana è che se volessero veramente spaventarci, dovrebbero dire invece: </span><i style="line-height: 16px; text-align: start;">"finiremo come il Messico"</i><span style="line-height: 16px; text-align: start;">, sì, proprio quel Messico che invece </span><i style="line-height: 16px; text-align: start;">(purtroppo) </i><span style="line-height: 16px; text-align: start;">dopo il brutale assassinio del candidato presidenziale Luis Donaldo Colosio, ucciso 20 anni fa durante la sua campagna elettorale, ha imboccato deciso la strada opposta a quella dell’Argentina ovvero:: liberismo sfrenato, de-regolamentazione a favore ovviamente dei forti poteri economici, legati a doppio filo con la criminalità organizzata e i narcotrafficanti, agganciando soprattutto la propria moneta al </span><i style="line-height: 16px; text-align: start;">dollaro</i><span style="line-height: 16px; text-align: start;"> USA. Il risultato? Una corruzione che ha contagiato profondamente tutte le aree, da quella legislativa alle forze dell’ordine e l’esercito, per non parlare degli appalti pubblici e la svendita di tutto il patrimonio. A me ricorda qualcosa ma non aggiungo nulla. Vi invito soltanto a fare delle personali ricerche e scoprirete come si vive oggi in Argentina e come invece in Messico si muore, 20.000 volte l'anno solo di violenza. Non è casuale che abbia voluto prendere come esempi questi due grandi Paesi del centro e del sud America, paragonandoli all’area mediterranea della UE, così come non è casuale che le due situazioni, quella tra USA e gli altri Stati del continente americano e quella della Germania nella UE con i Paesi mediterranei si assomiglino. Dove, da una parte la necessità dell’economia forte di espandersi per mantenere alti i profitti finanziari “dopando” le economie limitrofe del sud e “drogando” la propria moneta, attraverso la convertibilità alla pari delle monete ha come strumento l’ALCA, da noi invece, in Europa si chiama EURO. Esiste però, come abbiamo visto in Argentina, un modo per uscire dalla crisi senza passare per la troika, l'austerità e gli interessi dei "pochi", piuttosto attraverso uno Stato forte che garantisca benessere non a 100 ma a milioni di famiglie e cittadini, stampi la propria moneta nazionale per finanziare servizi e ricerca che sono fondamentali per una ripresa economica che sia strutturale, per distribuire lavoro e benessere. Certo, non in questa Europa, in cui l'emissione di denaro è affidata ad un manipolo di banchieri, molti dei quali addirittura capi in qualche caso, generalmente membri di governi e parlamenti nazionali, cui interessano i tassi di cambio dell'euro con il dollaro e lo spread, non certo il benessere degli cittadini. La BCE è l'organo decisionale non eletto, in un’Europa senza uno straccio di democrazia e senza alcuna politica sociale condivisa. </span></b></span></div>
</div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/15125593734834622848noreply@blogger.com0Roma, Italia41.8723889 12.4801801999999541.494251399999996 11.834733199999949 42.2505264 13.125627199999951tag:blogger.com,1999:blog-4360193200233423877.post-10119002270576361142014-04-28T16:26:00.000-07:002014-04-28T16:31:23.416-07:00AFGHVANITY (af)FAIR (da Osama a Obama)<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2m2akVsRRhUBdghE17AMuOlPSHQcGN62IkPE2vf8Oj8EBy-TfE8DUvUtLU9RPQ2DKSPb2XJDd3FR29DTRW2eGaQrbzocvz0IHtEeOCKKN9hUH-3WobJ-4fO560R-Ihh_czElRUxYB9Vg/s1600/afganity.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2m2akVsRRhUBdghE17AMuOlPSHQcGN62IkPE2vf8Oj8EBy-TfE8DUvUtLU9RPQ2DKSPb2XJDd3FR29DTRW2eGaQrbzocvz0IHtEeOCKKN9hUH-3WobJ-4fO560R-Ihh_czElRUxYB9Vg/s1600/afganity.jpg" height="204" width="320" /></a></div>
<div style="line-height: 20px; text-align: justify;">
<div style="text-align: left;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">Parigi, Madrid? </b></span></div>
</div>
<div style="line-height: 20px; text-align: justify;">
<div style="text-align: left;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">No. Anni '70. </b></span></div>
</div>
<div style="line-height: 20px; text-align: justify;">
<div style="text-align: left;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">Repubblica Democratica dell'Afghanistan. </b></span></div>
</div>
<div style="line-height: 20px; text-align: justify;">
<div style="text-align: left;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">Con all'epoca il PDPA al governo popolare comunista di Noor Mohammed Taraki. </b></span></div>
</div>
<div style="line-height: 20px; text-align: justify;">
<div style="text-align: left;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">Eh già. </b></span></div>
</div>
<div style="line-height: 20px; text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">Il PDPA in quegli anni della rivoluzione popolare in Afghanistan, mise in atto un programma che prevedeva riforma agraria, ridistribuzione delle terre a 200mila famiglie di contadini, cosa che favorì la riconversione dall'oppio all'agro-alimentare e zoo-tecnico ed influì notevolmente sulla fertilizzazione del terreno mediante la differenziazione delle colture, migliorando appunto le condizioni ecologiche oltre che umane. Venne introdotta l'abrogazione della decima dovuta ai latifondisti e dell'usura ed i prezzi dei beni di prima necessità furono calmierati e bloccati. I servizi sociali statalizzati e garantiti a tutti, uomini e donne, venne riconosciuto il diritto di voto alle donne ed i sindacati furono legalizzati. Si istituì il divieto dei matrimoni forzati, la sostituzione delle leggi tradizionali e religiose con quelle laiche e marxiste dello Stato e vi fu la messa al bando dei tribunali tribali. </b></span></div>
<div style="line-height: 20px; text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">Insomma tutte cose di cui come vedremo gli "alleati atlantici", prima hanno favorito il ritorno e poi fino ancora oggi, con la retorica dei soldati caduti, l'esportazione di democrazia e le missioni di "Peace Keeping", ci racconteranno anni dopo di voler combattere e debellare. </b></span></div>
<div style="line-height: 20px; text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">Ma andiamo avanti. Per gradi. </b></span></div>
<div style="line-height: 20px; text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">Dicevamo, via la barba per gli uomini ed il burqa per le donne, rivoluzione culturale e di costume <i>(vedi foto)</i>, mentre le bambine poterono finalmente andare a scuola con i loro coetanei bambini e non furono più oggetto di scambio economico nei matrimoni combinati tra clan e famiglie. </b></span></div>
<div style="line-height: 20px; text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">Poi come al solito i guastafeste. </b></span></div>
<div style="line-height: 20px; text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">Nel 1979 fu Carter, il 3 luglio di quell'anno a firmare la prima direttiva per l'organizzazione di aiuti bellici ed economici segreti ai mujaheddin afgani. In pratica la CIA creò la rete internazionale di tutti i paesi arabi islamisti per rifornire i mujaheddin di soldi, armi e volontari per la guerra santa contro il governo popolare comunista insediato. Base delle operazioni fu il Pakistan, dove inoltre venivano costruiti sia i campi di addestramento che i centri di reclutamento dei martiri e soldati di Allah. </b></span></div>
<div style="line-height: 20px; text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">E' opportuno aprire una breve parentesi per ricordare anche un fatto non trascurabile ovvero che buona parte dell'operazione che sto raccontando, fu e probabilmente lo è stata ancora per molti anni, finanziata con la riconversione agricola del famigerato papavero da oppio <i>(Papaver somniferum)</i> e ovviamente con il commercio clandestino di oppio afghano. Guarda un po' infatti, nel decennio 1980/1990, nei Paesi occidentali e quindi anche in Italia, registriamo un notevole incremento di consumo di oppiacei <i>(e anche purtroppo di tossicodipendenti da oppiacei)</i> da parte delle generazioni di 20/30 anni e, parallelamente al decisivo <i>(e sanguinoso)</i> passaggio dalla mafia tradizionale all'acquisizione del controllo da parte della criminalità organizzata del traffico di droga, una certa mite e cauta ma generalizzata tolleranza che persone nate negli anni '70, me compreso, potranno tranquillamente testimoniare. Chiusa parentesi. </b></span></div>
<div style="line-height: 20px; text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">A capo della guerriglia anti-governativa in Afghanistan, su consiglio guarda un po', del Pakistan, fu posto un vero galantuomo, colui che Reagan ed i suoi coristi, ci avrebbero più tardi descritto come un martire della libertà del popolo. Bene, costui era tale Gulbuddin Hekmatyar, noto per la naturalezza con la quale, utilizzando dell'acido cloridrico, sfigurava le donne che a suo dire non erano in linea con i precetti islamici. I mujaheddin afgani di Hekmatyar divennero immediatamente una potente forza militare, distinguendosi in efferatezze e crudeltà, attraverso pratiche di tortura e di uccisione che prevedevano un lento scuoiamento vivo dei nemici, amputazioni di dita, naso, orecchie e genitali. Taraki fece ciò che in quel momento poteva fare, chiese aiuto all'Urss, ma cercando in ogni modo di evitare la guerra civile. Fu la premessa dell'invasione sovietica dell'Afghanistan ma la vera svolta - tragica e definitiva - arrivò nel settembre 1979, con l'uccisione di Taraki ad opera del suo vice primo ministro Hafizullah Amin, il quale salì al potere. </b></span></div>
<div style="line-height: 20px; text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">Visto il passato statunitense di Amin, l'ambiguità del personaggio e le reiterate scelte politiche autolesioniste, soprattutto l'omicidio di Taraki, l'Urss chiamata in causa dall'assassinato Taraki ritenne di aver davanti un uomo della CIA e infatti, il 24 dicembre del 1979 l'esercito sovietico ricevette l'ordine di invadere l'Afghanistan e tre giorni dopo entrò nella capitale Kabul. Qui l'Armata Rossa attaccò il palazzo presidenziale, uccise Amin sostituendolo con Babrak Karmal, già vicepresidente di Taraki. </b></span></div>
<div style="line-height: 20px; text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">Nel frattempo in USA, col passaggio dall'amministrazione democratica di Jimmy Carter, a quella repubblicana di Ronald Reagan, si alzò il livello dello scontro e i <i>mujaheddin</i> che combattevano per la presa del potere in Afghanistan, ai danni del precedente governo socialista, vennero puntualmente dipinti dalla stampa e dai media propagandati quali: "combattenti per la libertà", come appunto accennavo prima.</b></span></div>
<div style="line-height: 20px; text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">Ed eccolo il nostro uomo nel mirino: Osama bin Laden era uno dei principali organizzatori e finanziatori dei <i>mujaheddin</i>; il suo Maktab-Al-Khadamat (MAK, <i>Ufficio d'Ordine</i>) incanalava verso l'Afghanistan denaro, armi e combattenti musulmani da tutto il mondo, con l'assistenza ed il supporto dei governi americano, pakistano e saudita. Nel 1988 bin Laden abbandonò il MAK insieme ad alcuni dei suoi membri più militanti per formare al-Qāʿida, con lo scopo di espandere la lotta di resistenza anti-sovietica e trasformarla in un movimento fondamentalista islamico mondiale. Continuarono dal 1986 fino al 1992 i massicci aiuti ai <i>mujaheddin</i> da parte della CIA e dell'Arabia Saudita ma dopo ciò che abbiamo detto e con l'URSS in procinto di sgretolarsi ed abbandonare il campo in Afghanistan, è fin troppo facile immaginare dove finissero le risorse. Dopo poco infatti, grazie al crollo dell'Unione Sovietica nel 1992, Abdul Rashid Dostum si ribellò e si alleò con Ahmad Shah Massoud per prendere il controllo di Kabul e proclamare la Repubblica Islamica dell'Afghanistan. </b></span></div>
<div style="line-height: 20px; text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">Il neonato Afghanistan islamico diventerà teatro di una lunga guerra civile tra i diversi gruppi di <i>mujaheddin</i> per il controllo della capitale Kabul. USA e alleati allora, tentano il colpaccio definitivo puntando su una nuova fazione armata e si affidano - udite udite - al mullah pashtun Mohammed Omar, guida del Movimento di studenti islamici <i>(già, proprio loro, i cosiddetti "talebani")</i>, una <i>(al tempo)</i> piccola milizia integralista di studenti coranici. Nel 1996 i talebani - trasformati in esercito dai servizi segreti pakistani con armi statunitensi e soldi sauditi - conquistano Kabul e rovesciano il governo del Paese. Presidente diviene ovviamente Mohammed Omar <i>(mullah Omar) </i>che con i talebani controlla 3/4 del territorio dell'Afghanistan. Entro la fine del 1998 i talebani prendono il controllo del Paese ed instaurano un regime teocratico islamista, basato su un'interpretazione fondamentalista della Shari'a. Il Parlamento ed ogni altro ente o organo elettivo perdono tutto il loro potere e viene vietato ogni diritto e ruolo sociale alla donna in quanto femmina <i>(comprese quindi le minori e le bambine)</i>. Le notizie cominciano ad uscire dal Paese ed il mondo comincia a farsi più di qualche domanda. Bene. </b></span></div>
<div style="line-height: 20px; text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">Ricorderete allora ad un certo punto, la notizia della distruzione delle ultra-millenarie statue dei Buddha da parte appunto dell'esercito talebano e che fu il primo segnale a livello mediatico internazionale, del cambio di atteggiamento degli USA nei confronti della loro "creatura". </b></span></div>
<div style="line-height: 20px; text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">Il mondo allora "scoprì" di avere un nemico antipatico in un Paese sconosciuto ai più. </b></span></div>
<div style="line-height: 20px; text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">L'Afghanistan dei terribili <i>Taleban</i>. </b></span></div>
<div style="line-height: 20px; text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">E' successo in sud-America, in Jugoslavia e ancora in Kosovo, come in Iraq. Accaduto dopo anche in Siria e così in Libia. </b></span></div>
<div style="line-height: 20px; text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">Proviamo a fare mente locale (o meglio, globale), e riprendiamo il finale del discorso. </b></span></div>
<div style="line-height: 20px; text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">Il nuovo regime del mullah Omar, nato e cresciuto con il determinante appoggio della CIA, oltre che dei paesi islamici fondamentalisti, soprattutto Pakistan ed Emirati Arabi Uniti, è quello che oggi, soprattutto dopo gli stranoti attentati dell'11 settembre 2001, ci dicono di combattere: Lo stesso che già alla fine degli anni '90 e fino all'inizio del nuovo millennio, cioè meno di quindici anni fa, creava tutte le condizioni perché l'Afghanistan ed il Pakistan confinante, diventassero il covo dello <i>shaykh</i> saudita, il "super-ricercato" Osama bin Laden, quale base per la sua rete terroristica, la famigerata rete di al-Qāʿida. </b></span></div>
<div style="line-height: 20px; text-align: justify;">
<span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;">A voi le conclusioni, anche sulla attuale situazione in Ucraina. </b></span></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/15125593734834622848noreply@blogger.com1Kabul, Afghanistan34.5330556 69.16611109999996634.3237306 68.843387599999971 34.7423806 69.488834599999961tag:blogger.com,1999:blog-4360193200233423877.post-32547175572922954842014-04-26T04:13:00.003-07:002014-04-26T17:55:08.303-07:00BREVE STORIA DI TAGLIA (da Napolitano a Napolitano)<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgS6odd6L2K_9WcoU6237SSTTM6R1kU6SLJDFYQGBPZfMX8STSGOuyQjKDTmZ-vka9h4vSrQeR-IQ22z3goXbR9ZQn91xh3U7FubbD5uB2geQ9WD-L0jEgzGxVDSOzZs6lywN7oDl9wVHI/s1600/napols.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgS6odd6L2K_9WcoU6237SSTTM6R1kU6SLJDFYQGBPZfMX8STSGOuyQjKDTmZ-vka9h4vSrQeR-IQ22z3goXbR9ZQn91xh3U7FubbD5uB2geQ9WD-L0jEgzGxVDSOzZs6lywN7oDl9wVHI/s1600/napols.jpg" height="167" width="200" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: #444444; color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="font-weight: bold; line-height: 20px;">Due mesi dopo l'iscrizione di Giorgio Napolitano al GUF, i giovani universitari fascisti, la situazione futura si delineava già molto bene e c'era già chi - facendo il doppio gioco - voleva liberarsi del capro espiatorio Mussolini e insieme e soprattutto del pericolo rappresentato dalla crescente presa di coscienza e forza dei lavoratori italiani e non solo. Lo scopo di questa classe dirigente politica e degli industriali voltagabbana era ovviamente quello di cambiare per non cambiare nulla. Era necessario apprestarsi a saltare sul carro buono, tenendo però quello che il fascismo filo-nazista da essi fino ad allora foraggiato, aveva lasciato in dote e trasferendolo nel nuovo fascismo-atlantico che di lì a poco, nel nostro Paese avrebbe avuto la meglio. Il 14 dicembre 1942 infatti, la rivista americana <i>"Life"</i> scriveva</span></span><span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="background-color: #444444;"><span style="font-weight: bold; line-height: 20px; text-align: left;">: </span><i style="line-height: 20px; text-align: left;">“La netta tendenza in seno al regime fascista è di liberarsi di Mussolini e dei filotedeschi, ma di conservare il sistema. Oggi questa è l’idea dei grandi industriali italiani, condotti, a quanto viene riferito, da Ciano, dal conte Volpi, dal senatore Pirelli. In altre parole, un cambiamento del fascismo protedesco in un fascismo proalleati. I gerarchi fascisti sono molto impressionati dal fortunato voltafaccia di Darlan da Vichy verso gli alleati”.</i><span style="font-weight: bold; line-height: 20px; text-align: left;"> Il ritardo causato dalla famigerata linea gotica e la sanguinaria rivalsa tedesca e proprio per questo, una Resistenza che aveva avuto </span><i style="line-height: 20px; text-align: left;">(paradossalmente e suo malgrado)</i><span style="font-weight: bold; line-height: 20px; text-align: left;"> più tempo a disposizione del previsto per creare anche una coscienza critica e perfino rivoluzionaria, complicarono un po' il piano di trasformismo del capitalismo italiano, capeggiato dai vari Pirelli & Co. </span></span></span><span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;"><span style="line-height: 16px; text-align: start;">L'occasione per disarcionare Mussolini dallo stivale non arrivò dal sofferto fronte, anche se pure lì le cose non è che andassero bene per il duce/imperatore dato che, inopinatamente rispetto agli slogan roboanti, le reni le ha spezzate la Grecia all'Italia. E di brutto. Per non parlare di Fronte Orientale e del nord Africa. Si concretizzò invece il cambio della guardia, pochi mesi dopo con gli scioperi del marzo del 1943 in nord Italia che esplosero</span></b></span><b style="background-color: #444444; color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="line-height: 16px; text-align: start;"> </span></b><span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;"><span style="line-height: 16px; text-align: start;">quando il paese era ormai stremato ed a</span></b></span><span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b style="background-color: #444444;"><span style="line-height: 16px; text-align: start;">l quarto anno di guerra</span><span style="line-height: 16px; text-align: start;">, abbattendo il duce ma non il suo regime. E tantomeno il sistema di sfruttamento. N</span></b></span><span style="background-color: #444444; color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="font-weight: bold; line-height: 20px;">on è un caso infatti, che le azioni repressive più cruente nei confronti dei lavoratori in lotta, avvennero proprio nel periodo iniziale del governo Badoglio </span><i style="line-height: 20px;">(mi ricorda D'Alema e le repressioni di piazza a Roma e non solo, con chi manifestava indignandosi contro</i></span><span style="background-color: #444444; color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><i style="line-height: 16px; text-align: start;"> il </i><span style="line-height: 16px; text-align: start;"><i>bombardamento della ex Jugoslavia nel 1999</i></span><i style="line-height: 16px; text-align: start;"> ma vabbè..). </i></span><span style="background-color: #444444; color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="line-height: 20px;"><b>Il resto è storia, una "pace keynesiana", fatta di concessioni e relazioni "promiscue" tra capitale, vertici politici e sindacali durata trent'anni, grazie anche al muro ancora in piedi e l'equilibrio della "guerra fredda". E poi via, all'oggi, verso la nuova Europa dove in tutti i Paesi, il capitale aggredisce quelle istituzioni che per decenni hanno controllato e protetto, a garantire "pace sociale e progresso liberista". Non servono più, quelle parvenze di istituzioni democratiche anzi, sono gli ultimi fastidiosi ostacoli al trionfo del profitto sul lavoro e lo sviluppo solidale della società. Via quindi al nuovo assalto massone alla democrazia e ai diritti, specialmente del lavoro a partire dagli ultimi vent'anni, come dimostrano tutti gli studi economici più autorevoli.</b></span></span><span style="color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="background-color: #444444;"><span style="font-weight: bold; line-height: 16px; text-align: start;"> Dico, la cacciata di B.</span><i style="line-height: 16px; text-align: start;"><b> </b>(dopo averlo assecondato per un ventennio in tutte le sue minchiate, in cambio del fronte anti-comunista) </i><span style="font-weight: bold; line-height: 16px; text-align: start;">e l'infilata a forza del terzetto Monti, Letta, Renzi non vi ricordano qualcosa, adesso?</span><span style="font-weight: bold; line-height: 20px;"> </span></span></span><br />
<span style="background-color: #444444; color: #f4cccc; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-weight: bold; line-height: 20px;">Buona Resistenza, altro che Liberazione...</span></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/15125593734834622848noreply@blogger.com0Italia41.87194 12.56737999999995729.678010500000003 -8.0869170000000423 54.065869500000005 33.221676999999957tag:blogger.com,1999:blog-4360193200233423877.post-61246455213190781532014-04-19T04:19:00.000-07:002014-04-19T04:19:17.195-07:00E' UNA CAGATA PAZZESCA!<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiI2T92o_KgC0pQ0qWsPUKWOdvRG2-Lqde7YUwXnRrpEjpPrv57NuVRjO2_WvSPX6hrvk2ODHNzK-tt00h3aYreJysOFVwsZYODQMal16BuqoggwJmrpczpRu7slZw0p1JPI6Bn-5QOuWo/s1600/tumblr_mv4km2o17K1qz6z2wo1_400.gif" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiI2T92o_KgC0pQ0qWsPUKWOdvRG2-Lqde7YUwXnRrpEjpPrv57NuVRjO2_WvSPX6hrvk2ODHNzK-tt00h3aYreJysOFVwsZYODQMal16BuqoggwJmrpczpRu7slZw0p1JPI6Bn-5QOuWo/s1600/tumblr_mv4km2o17K1qz6z2wo1_400.gif" height="177" width="200" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="userContent" data-ft="{"tn":"K"}"><span style="background-color: #444444;"><span style="color: #f4cccc;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><b>Dopo
la solita sfacchinata per raccogliere senza l'aiuto di nessuno, nemmeno
di quei compagnoni di SEL, le necessarie firme per presentare la lista
Tachipirtsipras ® è arrivato l'ordine dalla regia. "Niente volantini e
manifesti con il simbolo di Rifondazione e nessuna bandiera alla
manifestazione del 17". <br /> Tra un po' ci chiederanno di travestirci da hari krishna o come i bonzi di Battiato, per an</b></span></span></span><span class="text_exposed_show"><span style="background-color: #444444;"><span style="color: #f4cccc;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><b>dare
non alla corte dell'Imperatore ma a distribuire volantini apartitici
nelle comuni a idromassaggio dove svernano i capolista in attesa
dell'estrazione del bingo per l'unica (molto forse) poltrona assegnata.
Credo che Paolo Villaggio dovrebbe intervenire d'urgenza, per restituire
con un Fantozzi 2.0 dignità ai militanti di Rifondazione. </b></span></span></span></span></span></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/15125593734834622848noreply@blogger.com0Italia41.87194 12.56737999999995729.678010500000003 -8.0869170000000423 54.065869500000005 33.221676999999957tag:blogger.com,1999:blog-4360193200233423877.post-22151741290623540792014-04-19T02:48:00.000-07:002014-04-19T04:41:39.501-07:00Non so se ve l'hanno detto ma in Ucraina abbiamo fatto TUTTI la SOLITA figura di merda<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgWOAr1up8qGCmG4F-_2n7x9z2GoP0w3soaAYWhNA2UJEQ-jCGQmGq0q9uC-XHm-mPGNuRN00_fp6_vR9l4ORxKwkaIknDU-c01IwaeBP5TGrmGjN0JaN7dXyhnn6RD3F2lqoIEgdImD04/s1600/edica.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgWOAr1up8qGCmG4F-_2n7x9z2GoP0w3soaAYWhNA2UJEQ-jCGQmGq0q9uC-XHm-mPGNuRN00_fp6_vR9l4ORxKwkaIknDU-c01IwaeBP5TGrmGjN0JaN7dXyhnn6RD3F2lqoIEgdImD04/s1600/edica.jpg" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #ffcc99;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><b><span style="background: #333333;">Tutti
perchè - purtroppo per noi - facciamo parte di quel gruppo di Popoli
rappresentati dalla peggiore oligarchia. Il motivo? Si è voluto
portare <em>"l'acqua co' le recchie"</em> agli USA,
mettendoci pure, oltre alla scorzetta de limone, la faccia <em>(loro)</em>
e soprattutto il culo <em>(nostro)</em> nel tentare di annettere
l'Ucraina alla NATO ma l'operazione sta miseramente fallendo <em>(o
meglio è già fallita ma tra un po' ce lo racconteranno, a modo
loro)</em>. Sulla pelle degli ucraini e non solo, sappiamo benissimo
che convergevano <em>(e convergono)</em> interessi lobbistici USA e
particolari UE ma il senso del fallimento è dato dal fatto che
l'esercito regolare, mandato dal nazistone Turchinov a sedare le
rivolte filorusse nell'est del Paese, ha in più occasioni
solidarizzato con la popolazione russofona e russa, addirittura
cambiando casacca e issando bandiere russe se non addirittura rosse,
in moltissimi casi. Mettiamoci pure che - anche tra il popolo ucraino
delle regioni "occidentali" - si comincia a spargere la
voce che l'elegante cravattino blu-stellato non è affatto di seta ma
della peggiore e odiosa canapa flanellata della troika, e che l'euro
e la UE somigliano molto di più ad un bel cappio al collo. Tra gli
oligarchi della UE, il <em>"partito unanime delle "sanzioni"</em>,
sta decisamente scricchiolando sotto i colpi dei conti che non
tornano <em>(povca tvoia direbbe qualcuno che tra un po' saremo
costretti a rimpiangere come Pomicino)</em>. Non tornano i conti,
soprattutto rispetto alle risposte valutarie messe in campo da Putin
e ad alcune misure di difesa finanziaria sventolate minacciosamente
dalla Russia con partner internazionali (Cina e Iran su tutti) che
oltre a "dribblare" le sanzioni più o meno formali, ha
anche contrattaccato con politiche di aggressione societaria in
Europa e anche nel nostro Belpaese, basti vedere per esempio la
recentissima acquisizione ed il controllo, da parte del colosso
Rosneft del 26% di Pirelli. Per finire poi, col fabbisogno energetico
di alcune regioni <em>(tra cui ancora la nostra bella penisola che
del suo sole non se ne fa un cazzo)</em> che per l'approvvigionamento
dipendono di fatto dal colosso ex-sovietico. Diciamo che in tempi di
crisi, il <em>"Nobel a priori”</em> SbarakeSmamma,
poteva spendere meglio i soldi degli americani, magari realizzando
quel famoso piano sanitario su cui oramai le barzellette hanno
superato in numero e risate quelle della premiata ditta Bush &
Cheney sulle armi chimiche di Saddam, piuttosto che tentare di
sacrificare l'Ucraina scagliandola <em>(con effetto boomerang del
resto)</em> contro il <em>“tradizionale antagonista”</em> dei bei
tempi andati <em>(ma che all'occorrenza fanno sempre bene a tornare)</em>,
quando nei miracolosi anni '80 ci si specchiava in capolavori come
<em>"Rocky IV"</em> o <em>“Miracolo sul Ghiaccio”</em>.
Il presidente americano che meno ha fatto - rispetto alle aspettative create in tutto il mondo e anche in
campagna elettorale - nella storia degli USA, ha preferito ancora una
volta cedere ai ricatti delle lobbies su cui poggia la sua faccia
migliore, regalando milioni ad un gruppo di nazistelli isterici e a
qualche nobile ucraino decaduto, onde alla fine <em>(come oramai
ovviamente accadrà)</em> abbandonare questo regime di cartapesta al
proprio decadente destino, come accade puntualmente in quelle lande
dove Unkle Sam tenta maldestramente di esportare democrazie al
ketchup. Il tutto ricordiamo come cosa più importante, a spese nè
di Putin, nè di Obama e nè della culona di balsa. Tanto meno a
spese dei golpisti, dittatori di banane o Turchinov di turno ma al
solito, sul groppone in primis del Popolo Ucraino e a seguire dei
Popoli coinvolti in questa guerra fredda sì, ma di frigorifero un
po' stantìo. </span></b></span></span>
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