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giovedì 12 giugno 2014

13-14-15 GIUGNO - DELIBERIAMO ROMA

13-14-15 GIUGNO - DELIBERIAMO ROMA
Tre anni fa più di 26 milioni di italiani dicevano sì al referendum per l’acqua pubblica, un risultato di democrazia che i precedenti governi hanno provato a cancellare, e che oggi è nuovamente sotto attacco. A tre anni da quella vittoria, la coalizione sociale di Deliberiamo Roma - e le sue quattro delibere di iniziativa popolare per la scuola pubblica, l'uso sociale del patrimonio immobiliare abbandonato, la ripubblicizzazione di Acea e la finanza sociale - promuove tre giornate di sensibilizzazione e mobilitazione per la difesa dei beni comuni e per la valorizzazione della politica intesa come partecipazione e attivazione della cittadinanza per decidere sul destino dei propri territori. In tre giorni, oltre 40 piazze, mercati e ville in tutti i municipi saranno invasi da banchetti e iniziative per la raccolta firme. Accanto alle iniziative territoriali, ce ne sarà una cittadina: sabato 14 giugno dalle ore 20.30 vi invitamo in Piazza Sauli a Garbatella con cena sociale, presentazione delle delibere e concerto della Banda Jorona, a seguire djset Rotas, Gigi selecta outta Baracca Sound (ingresso libero). Liberiamo Roma dalla speculazione e dalle privatizzazioni, utilizzando le sue molteplici risorse e migliorare le condizioni di vita di tutti i suoi abitanti.


Maggiori info su www.deliberiamoroma.org


IL CALENDARIO DELLE INIZIATIVE E I LUOGHI DEI BANCHETTI DOVE FIRMARE:


Venerdì 13 GIUGNO
- Deliberiamo al mercato, Via Marino Mazzacurati, Orario 9-13,00
- Deliberiamo in piazza, Piazza San Giovanni, Orario 10-13
- Deliberiamo in piazza, Piazza della Marranella, Orario 10-13
- Deliberiamo Cinecittà, Centro commerciale Cinecittà 2, Orario 9-13
- Notte bianca alla Sapienza, Università La Sapienza, Orario 19-1,00
- Festa Rossa a Montagnola, Parco del Caravaggio - Viale delle Accademie, Orario 19-22,30
- RockAfreak, Via di Porta Labicana 24, Ore 20,30-23
- Porte aperte alle Ca7, Serate di cena e musica, Via delle Sette Chiese 186, Orario 20-24
- Giardini di piazza Vittorio, Tutto il mondo è paese, Orario 18-22


Sabato 14 GIUGNO
- Deliberiamo al mercato, Acilia, Via Gino Bonichi, Orario 9-13
- Deliberiamo al mercato, Isola Pedonale del Pigneto, Orario 9-14
- Deliberiamo in piazza, Piazza Cicetti, Orario 9-13
- Deliberiamo in piazza, Piazza delle Iris, Orario 10-13
- Deliberiamo al mercato, Via Alvaro Corrado, Orario 10-13
- Deliberiamo al mercato, P.zza degli Euganei, Orario 10-13
- Deliberiamo al mercato, Val Melaina, Via Conti, Orario 10.30-13
- Deliberiamo al mercato, Garbatella, Via Circonvallazione Ostiense, Orario 10.30-13
- Deliberiamo al mercato, Banchetto all’ingresso del Mercato Trionfale, Orario 10-13
- Deliberiamo al mercato, Labaro, Pianna Nimis, Orario 9,30-13,30
- Deliberiamo al mercato, Via Alberto Da Giussano, Orario 10-13
- Deliberiamo Cinecittà, Centro commerciale Cinecittà 2, Orario 9-13
- Deliberiamo in piazza, Piazza Vittorio, Orario 10-13
- Deliberiamo il metrò, Stazione della Metropolitana, P.zza Conca d’Oro, Orario 10-13
- Banchetto alla Posta, Ufficio postale, Viale Adriatico, Orario 10.30-13
- Tutto il mondo è paese, Giardini di piazza Vittorio, Orario 18-23
- Festa Rossa a Montagnola, Parco del Caravaggio - Viale delle Accademie, Orario 19-22,30
- Deliberiamo il Cinema America, Arena del Cinema America Occupato, Piazza San Cosimato, Orario 19-1.00
- Deliberiamo il Teatro Valle Occupato, Via del Teatro Valle, Ore 19-1.00
- Deliberiamo in piazza, Ricomincio da tre…, Piazza Damiano Sauli, Orario 20-23


DOMENICA 15 GIUGNO
- Deliberiamo al mercato, Via Conti, Orario 10-14
- Deliberiamo al mercato, Via Alvaro Corrado, Orario 10-14
- Deliberiamo al mercato, P.zza degli Euganei, Orario 10-14
- Deliberiamo al mercato, Conca D’Oro, Via di Conca D’Oro, Orario 10.30-13.30
- Deliberiamo al mercato, Mercatino di Lucha Y Siesta, Orario 10-19
- Banchetto alle Poste, Poste Italiane, Viale Adriatico, Orario 10-14
- Deliberiamo il metrò, Stazione della Metropolitana, P.zza Conca d’Oro, Orario 10-14
- San Tommaso Market V edizione, Via San Tommaso D’Aquino 11/A, Orario 12- 20
- Tutto il mondo è paese, Giardini di Piazza Vittorio, Orario 18-23
- Festa Rossa a Montagnola, Parco del Caravaggio - Viale delle Accademie, Orario 19-22,30
- Villa Pamphili, ingresso San Pancrazio, Largo 3 Giugno 1849, Orario 17-20

sabato 7 giugno 2014

Evviva, brindiamo! Abbiamo perso!

...e nemmeno dignitosamente. La faccia e le elezioni. Evviva i grandi propositi di unità della sinistra espressi dalla Lista e che continuano ad affascinare e stuzzicare le fantasie di qualcuno che vorrebbe addirittura farne delle case. C'eravamo tanto Amato ma.. tanto per cominciare, alla fine girano due petizioni: una chiede che la “compagna” Spinelli rinunci al seggio come aveva solennemente promesso, l'altra chiede di mandarla a Strasburgo, forse perché evidentemente la sinistra non può fare a meno del suo liberalismo chic o forse perché il “tanto peggio, tanto meglio” inizia a strutturarsi seriamente anche dalle nostre parti. A me interessa poco, avevo già molti dubbi sulla estemporanea e verticistica natura della Lista, immaginando anche stavolta che questa litanìa sull'unità delle sinistre avrebbe finito per unire i vertici dividendo la base. Stessa pratica, stesse dinamiche a tutti i livelli. Non è colpa dell'astensionismo o delle divisioni, mali che permangono a causa dell'ambizione delle residuali élite di questa specie di sinistra a tenersi aggrappate a poltrone e potere, piccoli o grandi che siano, se il raggiungimento striminzito del quorum d'ingresso rappresenta, al di là dei festeggiamenti e dei manifesti entusiasmi, un ulteriore flessione elettorale del 35% rispetto a cinque anni fa. Colpa del dissolversi di quella buona pratica che si chiama “elaborazione politica”, sormontata ormai da una melassa demagogica che ha fatto (e continua a far) filtrare soltanto discorsi generici e slogan tali così scontati, da essere adottati in varia misura ovvio, da tutte le forze in competizione. Per Cinque Stelle e Lega, per Fratelli d'Italia, il PD e Forza Italia, fino addirittura a Scelta Civica, il coro è pressoché unanime: l'austerity è diventato il nemico comune. Così la Lista è finita nel buio dell'anonimato politico, prima che identitario. Più che dell'ennesimo errore, il risultato elettorale, tanto più marginale quanto più sonoramente festeggiato, è sintomo dello stato confusionale in cui versa la Sinistra tutta ma peggio ancora quella che molti, in preda ad un delirio, più che ad un desiderio di rappresentanza, ostinatamente continuano a chiamare sinistra radicale. Forse che l'aggettivo “radicale” è di pannelliana memoria, deriva dal ruolo ormai consolidato della base di raccogliere firme per qualsiasi cosa, onde poi scomparire nel limbo dei referendum e delle liste più o meno civiche, a-partitiche, post-ideologiche, rosa, fucsia, violette, etc. E' l'effetto aspirina, la base di Rifondazione che si fa un gran culo per dare il principio attivo al bicchier d'acqua il quale, a giochi fatti, ad effervescenza elettorale conclusa, torna ad esere trasparente ed incolore. Il desiderio di rappresentanza esiste eccome certo. Diritto di cittadinanza. Perché allora allinearsi con quella retorica che – ad uso e consumo capitalista e liberista – maldestramente lo taccia di nazionalismo e populismo? Perché accodarsi al coro di chi ne svaluta la portata politica? Merita maggior gloria forse questa forma di subdolo filo-europeismo, camuffato per i palati più esigenti da internazionalismo, funzionale solo al capitale finanziario o nel migliore dei casi ad una forma di imperialismo europeo, sempre e comunque subordinato a quello USA? Questo appiattimento, non è reso evidente per esempio, dalla posizione supina ed embedded, della stampa e delle forze politiche tutte sull'Ucraina, la Siria, la Libia, la Palestina, il Venezuela, la Nord Corea, l'Iran? Ad un occhio critico ed intelligente, con una una minima conoscenza del funzionamento delle istituzioni continentali ed i meccanismi della Ue, dovrebbe infine esser chiaro, come allo stato attuale, qualunque opportunità di cambiamento può immaginarsi soltanto attraverso gli Stati nazionali e non certo all'interno delle stesse istituzioni europee che di fatto negano alla radice qualsiasi possibilità di espressione della volontà popolare. Figuriamoci se, con le differenze preesistenti tra i popoli europei, più quelle che le politiche economiche hanno acuito (alla faccia dell'europeismo di facciata), possiamo verosimilmente aspettarci una unità delle classi subalterne attorno ad un progetto politico comune. Chiediamoci infatti perché, qualunque sia il tono, lievemente critico o benevolo verso tali istituzioni, che sia detto il bene o il male, secondo i media istituzionali e le principali testate giornalistiche italiane e continentali, sono sempre le istituzioni europee a negare o concedere cambiamenti di rotta, a consolidare e dettare le riforme istituzionali, a rilanciare o a frenare le politiche economiche. La Commissione Europea (e non il Parlamento eletto) con l'imposizione ai Popoli (non) sovrani di accordi tra Stati membri, presentati con grande enfasi europeista, pompose e costosissime strette di mano tra primi ministri non eletti, avvita e strangola le economie locali in una crisi irreversibile con disoccupazione ai massimi storici e concessioni funzionali sempre agli stessi beneficiari: i grandi investitori finanziari privati. La BCE con le manovre farsa di Draghi, fa il gioco della propaganda EUROpeista, sia in Italia che in Germania. Da noi dipinto come superMario (originali sic!), il baluardo italiano nel cuore del territorio della cattiva e nemica BundesBank e ai tedeschi, raccontato come il guastafeste mangia-spaghetti di Francoforte, la piccola e rognosa piattola italiana tra i coglioni, freno alla totale egemonia continentale germanica, capro espiatorio per le politiche economiche tedesche al suo interno (vedi mini-job e politiche sulla immigrazione). SuperMario quindi, è funzionale ad entrambi i (finti) contendenti, sia sul piano nazional-campanilista (Italia vs Germania) sia su quello pseudo-politico bipartisan/bipolarista (PPE/PSE). Le sue operazioni infatti, sono annunciate ogni volta da noi, solidali e devoti paesani, come “storiche” e “salvifiche” ma Draghi, essendo come tutti i suoi onorevoli colleghi, prima banchiere e poi (forse) italiano, le misure di cui sopra, come l'ennesima recente riduzione del tasso d'interesse, le vara per permettere alle banche di usufruire dell'abbassamento dei tassi e gettarsi a capofitto su redditizie speculazioni e scommettere sul debito degli Stati come il nostro, altro che iniezioni di liquidità, come una banca centrale dovrebbe fare. Mai e poi mai, le seppur fittizie luci in fondo al tunnel, vengono attribuite ad un governo nazionale. Le uniche constatazioni che la stampa e i media riportano sono i commenti su chi e come fa bene o male i compiti. La confusione regna sovrana e on si va lontano in questo modo. Evitando, di mettere in crisi la governance italiana che si adagia completamente sui poteri forti continentali visibili e soprattutto invisibili, viene scambiata per politically correct e tutti in coro a gridare allo scandalo mediatico guardando il dito e mai la luna capitalista. Evidente questo, anche dallo scandalo con cui è stato accolto il dialogo tra Grillo e Farage. L'unica ragione vera per cui la sinistra dovrebbe guardare con estrema diffidenza a Farage e all'accordo eventuale con i grillini consiste nel fatto che il leader inglese è un convinto ultraliberista, fautore delle regole universali del profitto e del mercato. Ma questa è politica e di politica non si deve parlare. La retorica gestisce le tesi e la democrazia millantata è il cavallo di troia della dittatura liberista.