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mercoledì 8 gennaio 2014

MAMMA (matrigna) RAI augura a tutti buona re-visione

Sceneggiato "Gli anni spezzati". 
Ecco di cosa parlavo ieri nella nota: "Renzie, Burlesquoni e la nuovissima e trendissima autocritica del deficiente" senza aver ancora visto lo sceneggiato suddetto. Vorrei aver torto qualche volta ma purtroppo anche stavolta non è così perciò, MAMMA (matrigna) RAI augura a tutti buona re-visione: 
1) Copiato il titolo a un film inglese; 
2) Tralascio ogni commento e stendo un velo pietoso sulla qualità dell'audiovisivo, della regia e degli attori coinvolti (molti dei quali si dicono anche di sinistra e partecipano a varie parate e salottini pseudo-intellettuali in stile "girotondo"), perché sarebbe come sparare sulla croce rossa; 
3) Se si vuole santificare Calabresi Sr. per la terza volta, dopo Paolo VI, Ruini e Tettamanzi e la medaglia d'oro, allo scopo mandare Calabresi Jr da La Stampa a La Repubblica o al Corriere della Sera lo si dica chiaramente e subito, senza attendere le prossime puntate; 
4) Il lungo processo per l'omicidio di Luigi Calabresi ha determinato condanne definitive per esecutori e mandanti (Ovidio Bompressi, Leonardo Marino, Giorgio Pietrostefani e Adriano Sofri) quindi, si lasci in pace noi che siamo contro il revisionismo e che si chieda conto a questi signori di Lotta Continua, che invece non vengono nemmeno chiamati in causa; 
5) Pinelli era suo "ospite" quando spiccò il volo verso terra e non verso la beatificazione; 
6) Si ricordi che Sandro Pertini, presidente della Repubblica Italiana, rifiutò pubblicamente di stringere la mano al questore Marcello Guida, diretto superiore del commissario Calabresi, all'epoca dei fatti di Milano. 
>>>Eccoli i risultati<<< della funzione pedagogica della TV di Stato, impietosamente e tristemente pubblicati dal Corriere della Sera in un articolo di Armando Stella del 13 dicembre 2006 e che si avvale anche del confronto con lo stesso sondaggio effettuato nel 2000. Immaginiamo di effettuarlo oggi questo sondaggio, alla luce anche di queste pseudo-produzioni audiovisive, malcelati manifesti del revisionismo di Stato e poi chiediamoci anche perché l'omologazione del pensiero è lo strumento di controllo di un sistema che odiamo ma non riusciamo a distinguerne il profilo, in assenza degli strumenti della critica. 

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