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martedì 4 giugno 2013

ERDOGAME_OVER

La dura opposizione a questa brutale cementificazione del parco a Istanbul è stata la scintilla, il pretesto più che legittimo, per manifestazioni di opposizione popolare nei confronti della politica governativa. La ferocia poliziesca ha poi fatto il resto, sollevando un'ondata di proteste in tutto il paese. Oramai si contesta l'intera politica del partito islamista al potere da 11 lunghi anni, appoggiato in quanto "islamico-moderato" da tutte le democrazie occidentali; la politica interna, quella sociale, culturale ed economica che continua a discriminare intere categorie sociali, etniche e di genere e la politica estera, in particolare la posizione assunta dal governo turco nei confronti della crisi di Damasco. L'allenza di Erdogan con i terroristi siriani che vogliono abbattere Bachar el-Assad è stato un passo troppo lungo anche per uno potente e protetto come lui ma lo scudo atlantico è ampio quanto vulnerabile, tanto che in alcuni punti sta chiaramente mostrando delle crepe evidenti. Se è vero che la agguerrita opposizione interna (parlo sicuramente di quella laica e socialista progressista, oltre che della sinistra radicale) sta serrando le fila per quello che sembrerebbe voler essere un fronte “anti islama/liberalista, è anche vero che ci sono parlamentari turchi che richiamano apertamente ad un fronte anti fascista. Considerando anche la non remota ipotesi che la Siria (che comunque ha retto il primo colpo), potrebbe restituire il favore a Erdogan, alimentando la protesta interna turca con alcune “infiltrazioni ad hoc” ecco spiegato, specialmente in un momento come questo, quanto la “primavera turca”, come molti hanno già iniziato a chiamarla, non sarà senz'altro nè breve nè tantomeno indolore neanche per la popolazione, purtroppo, a causa della elevatissima posta in gioco ma per Erdogan, incapace tra l'altro di delegare a qualche saggio collaboratore una trattativa che lo faccia uscire "pulito" (e tutto intero direi) da quasta situazione, incapace inoltre, di vedere più là della propria mera ambizione di potere, potrebbe rappresentare davvero il tragico epilogo. "E ben difficile infatti.." come ha detto stamattina dai microfoni di Al Jazeera l’ex parlamentare egiziano Moustapha Bakri: “..che il primo ministro turco, dopo aver cospirato contro la Siria, in combutta coi suoi padroni statunitensi e sionisti, potrà esimersi dal pagare a caro prezzo il suo complotto contro la nazione araba”. E credo proprio, aggiungo io, che si trattasse di un messaggio forte e chiaro.

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