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lunedì 13 luglio 2015

GAME OVER > insert coins to continue

Avrei voluto credere in Syriza ma purtroppo qualcosa non tornava dall'inizio, così si è conclusa avventura di Tsipras in Grecia ed in Europa, nonostante il referendum, mossa disperata strategicamente anche se molto utile dal punto di vista mediatico, poiché ha messo in evidenza la natura “politica” e non economica dei sacrifici imposti dalla UE. Ma non è bastato a cancellare il vizio di fondo di Syriza ovvero il paradossale e inspiegabile europeismo a prescindere. Tsipras infatti, accompagnato nell'analisi errata della situazione dalle sinistre riformiste europee, ha prodotto una inadeguata strategia che alla fine ha ceduto molto di più di quanto non fosse in gioco con il referendum, annichilendo e svilendo così anche la scontata vittoria dei NO nella consultazione popolare. Infatti, dagli 8,5 miliardi di 2 settimane fa, ci si ritrova ai 13 miliardi di oggi, con in più la sfiducia di Cina e Russia e il dictat esplicito di controllo diretto della troika, con annessa rapina totale dei beni di proprietà dello Stato, attraverso la gestione remota di un fondo di garanzia. Non era forse il caso allora, una volta arrivati al punto di indire il referendum, di difendere quel 61% fino alla fine e casomai uscire da soli, piuttosto che ritrovarsi soli e scoprire che per i fachi (e le colombe) di Berlino, il “grexit” non è poi una tragedia, anzi.

Per quanto ci riguarda, come comunisti e come rifondazione comunista, la situazione è critica ormai da tempo. Sarò breve e non entrerò nel dettaglio tecnico-economico, perchè ho già espresso più volte gli stessi concetti, tra l'altro sostenuti da molti compagni, anche dentro Rifondazione e dal compagno Ugo Boghetta, a partire dall'emendamento “no euro” all'ultimo congresso. La attuale situazione che riguarda direttamente la Grecia e tutti noi indirettamente, ha il solo merito di evidenziare a chi ancora non lo ha capito che la UE e l'eurozona sono irriformabili strumenti del capitalismo neo-liberista e sono tarati per essere solo e soltanto tali strumenti. La fine dell'euro e lo stralcio dei trattati (a partire da quello Maastricht) quindi è l'unica strada percorribile per tentare di riacquistare sovranità popolare sulla politica e quindi incidere in senso comunista sull'economia, raccogliendo le istanze della sinistra antagonista che ci stiamo perdendo per strada e facendo egemonia in quella residua sinistra ora fortemente delusa dal partito di riferimento (PD) e che è ancora a cavallo tra anti-liberismo (che deve tornare ad essere anti-capitalismo) e l'illusione della social-democrazia che il PD appunto ha utilizzato come raggiro ideologico. Non mi dilungo oltre ma dico con molta chiarezza che se Rifondazione non entra decisamente in questo conflitto e non assume una posizione chiara su questo concetto è da considerarsi morta. Cadrà nella trappola dei servi del capitale (come sta facendo) e si nasconderà dietro (o dentro) un contenitore con SEL e fuori-usciti dal PD che serve soltanto a raccogliere consenso elettorale per appagare qualche deluso dal renzismo e ad isolare e attenuare le lotte, svilendone contenuti pragmatici ed ideologici, poichè resta e si muove nel paradigma capitalista. Bene (anzi male!) non solo Rifondazione non rifonderà proprio un cazzo ma commetterà un errore politico e di analisi che già è grave di per sè, perderà ancora consenso, credibilità e identità politica e seppellirà definitivamente (come partito) l'ideale comunista. Non si può stare dietro alle puerili e patetiche fiaccolate di SEL & Co. senza affrontare con decisione e chiarezza il centro del problema, mentre la DESTRA populista, cavalcando e scippando in modo becero e strumentale cose che un COMUNISTA dovrebbe sapere e diffondere, compirà il resto del lavoro che ci condannerà alla sconfitta e all'oblìo.

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