BIGNAMINO
NO TAV (PER NON VALSUSINI)
DUE
GRAFICI CHE DA SOLI SMENTISCONO TUTTE LE PREVISIONI L.T.F. (Lion-Turin
Ferroviaire) sui fussi di traffico merci Torino-Lion
Tratto da Ivan Cicconi 6/9/2008: "Previsioni LTF a partire dal 1997 e confronto con i dati reali dal 1997 al 2011"
Successivamente,
L.T.F. è costretta a prendere nota dei flussi reali di traffico e
modifica le previsioni a partire dai dati del 2004. Ma
(incredibilmente) le modifica così: come vedete, cioè
lascia immutata l’impossibile curva esponenziale e si limita a
traslarla di 7-8 anni: senza nemmeno preoccuparsi di imporre una (una
qualsiasi!) condizione di raccordo con la curva reale. Nel
frattempo, i flussi di traffico continuano a diminuire fino
all’attuale 2.6 MT/anno.
PERIZIE FATTE IN FRANCIA
Le
due perizie più autorevoli fatte in Francia sulla Torino Lione (cfr.
Cancelli 2009)
-
La prima perizia fu commissionata dal Ministro dei Trasporti francese
a Brossier e altri “saggi” del Conseil General
des Ponts et Chaussées, e resa pubblica nel 1998.
- Il rapporto Brossier conclude che “conviene intervenire sulla linea
esistente”: affermazione tanto più significativa in quanto l’Audit
ragiona sui dati 1997, quando i traffici ai valichi alpini
italo-francesi avevano raggiunto il massimo storico e potevano ancora
illudere su di una loro crescita.
-
La seconda, il cosidetto “Audit” sui grandi progetti ferroviari,
fu commissionata dal Governo alla Direction Generale des Ponts et
Chaussées, e presentata alla Assemblea Nazionale nel 2003
- L’analisi dell’Audit è particolarmente dettagliata e la
stroncatura della Torino-Lione assoluta.
- Le proiezioni presentate da LTF vengono giudicate inattendibili. L’Audit rileva che la capacità di trasporto dei nuovi itinerari svizzeri sarà in netta concorrenza con gli itinerari francesi, e conclude che nell’orizzonte ventennale del 2023 “al Frejus passerà un traffico molto inferiore (!) a quello del recente passato”. Di conseguenza, ben difficilmente la nuova linea potrà essere economicamente autosufficiente; ciò significa che non solo la costruzione della linea, ma anche l’esercizio e l’ordinaria manutenzione continuerà a essere a spese dei contribuenti.
- Le proiezioni presentate da LTF vengono giudicate inattendibili. L’Audit rileva che la capacità di trasporto dei nuovi itinerari svizzeri sarà in netta concorrenza con gli itinerari francesi, e conclude che nell’orizzonte ventennale del 2023 “al Frejus passerà un traffico molto inferiore (!) a quello del recente passato”. Di conseguenza, ben difficilmente la nuova linea potrà essere economicamente autosufficiente; ciò significa che non solo la costruzione della linea, ma anche l’esercizio e l’ordinaria manutenzione continuerà a essere a spese dei contribuenti.
- Quanto al trasferimento modale,
l’Audit rileva che la Lione Torino sarà praticamente ininfluente
nel rapporto gomma rotaia.
- L’
Audit fu presentato all’Assemblea Nazionale, ma non fu posto in
votazione per l’opposizione dei deputati della regione Rhone Alpes,
che minacciavano di ritirare l’appoggio al governo.
PERIZIE FATTE IN ITALIA
Diverse
perizie fatte in Italia (Tartaglia, Debernardi, Cicconi, Cancelli,
Ponti, ecc.) concludono che:
-
a differenza dei traffici nord-sud, che sono in crescita, i traffici
est-ovest sono (per motivi strutturali ben noti agli esperti) in
continua discesa da più di un decennio e non vi è alcuna
ragionevole prospettiva di saturazione della linea esistente nei
prossimi decenni;
-
l’economicità di una nuova linea ferroviaria Torino-Lione
richiederebbe flussi, in particolare di
merci,
di più di un ordine di grandezza superiori a quelli dell’ultimo
decennio (cfr. Tartaglia 2011);
-
pertanto una nuova linea non potrebbe far altro che essere fonte
continua di passività;
-
in conclusione, l'opera sarebbe del tutto ingiustificata anche in una
situazione economica molto migliore di quella presente. (ibid.)
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