La maggioranza PD vota l'emendamento del centrodestra che proroga per un anno una delibera che permette di realizzare nuove edificazioni prima di aver completato le opere di urbanizzazione, contro la richiesta dell'assessore alla Trasformazione Urbana Caudo di una proroga di soli sei mesi. Carteinregola scrive al nuovo segretario Renzi, ai deputati e ai senatori, al Segretario della Federazione romana Cosentino, ai Presidenti e ai consiglieri dei Municipi, alle sezioni romane del PD.
Sicuramente il Parlamento ha molte questioni importanti di cui occuparsi, e il Partito Democratico ancora di più, ma ogni tanto dare un’occhiata a quanto succede nell’Aula Giulio Cesare aiuterebbe molti eletti dal popolo della sinistra (con l’eccezione di quanti arrivano dall’assemblea capitolina, si intende) a capire il profondo scoramento che provano molti cittadini romani che ancora sperano in un qualche cambiamento. Non verso “un mondo migliore”, a cui ormai non crede più nessuno, ma almeno verso il rientro in un minimo sistema di regole, che facciano di Roma una città degna di non sfigurare davanti alle altre capitali europee.
Cambiamento che, nonostante una certa dose di buona volontà del Sindaco Marino e dei suoi assessori, non appare condiviso da buona parte della maggioranza capitolina, che sembra intenzionata a continuare le peggiori tradizioni "bipartisan" delle passate consiliature, senza preoccuparsi neanche di salvare le apparenze.
E noi di Carteinregola, che abbiamo presidiato per quattro mesi l’aula contro le delibere urbanistiche di Alemanno, saremo costretti a ricominciare daccapo, quantomeno come impotenti testimoni (e, per quanto ci è consentito, volenterosi megafoni) di un degrado politico che sembra non toccare mai il fondo.
Ultimo episodio (*), molto indicativo della strada imboccata dal Partito Democratico Capitolino, il 19 dicembre, quando con il voto congiunto maggioranza/opposizioni (esclusi Movimento Cinquestelle**) un pessimo schema di Convenzione della precedente amministrazione, che l’assessore alla Trasformazione Urbana Caudo aveva chiesto di prorogare per soli 6 mesi – il tempo di finire la messa a punto del nuovo schema - è stato prorogato per un anno. Così non solo si allungano i tempi della vigenza dello Schema, che favorisce molto gli interessi dei costruttori e molto poco l'interesse della città e dei cittadini, ma si prevede anche la possibilità che il nuovo Schema, a cui da mesi sta lavorando l'assessorato, non venga approvato, nel qual caso tornerebbe automaticamente in vigore lo Schema ancora precedente, sempre varato da Corsini, con la Delibera 84/2009. E il nuovo Schema dell'Assessore Caudo dovrà essere votato da quegli stessi consiglieri capitolini che con 27 voti favorevoli (17 del PD, 7 del centrodestra, 3 misti) hanno approvato il prolungamento e il potenziale rinnovo del vecchio Schema.
Ed entrando nel merito dello Schema prorogato, che era stato approvato con un “regime transitorio” nel 2011 - anche allora con un voto trasversale - basti dire che ridimensiona notevolmente, in nome della crisi edilizia, le garanzie riguardanti non soltanto la realizzazione delle opere di urbanizzazione secondarie, cioè quelle opere pubbliche (scuole, servizi, verde, parcheggi) che consentono la vivibilità di un nuovo insediamento edilizio, ma anche le stesse opere di urbanizzazione primarie (reti idriche, fognature, illuminazione pubblica, strade, aree a verde) che i privati dovrebbero realizzare prima dell’ultimazione delle costruzioni residenziali o di altre destinazioni di loro esclusivo interesse (e Roma è già piena di quartieri dormitorio dove i servizi pubblici “da eseguire a cura dei privati” non sono mai stati realizzati..).
Ma soprattutto è devastante il “sottotesto" della votazione: l’Assessore chiede alla sua maggioranza di non prorogare oltre sei mesi lo Schema, assicurando che il nuovo Schema, che torna a tutelare l’interesse pubblico, è praticamente pronto, e il PD vota compatto (tutti i consiglieri presenti!) un emendamento dell’opposizione che va nella direzione opposta, a favore degli interessi privati.
A Roma, ormai, a un Partito Democratico che si faccia interprete degli interessi della collettività e non di quelli di sempre, ci crede solo più chi crede ancora a Babbo Natale…
[ma questa lettera è in realtà un accorato appello a quel pezzo di PD che, come noi, vuole ancora testardamente credere che un cambiamento sia possibile]
(*) Fin dalle prime settimane dopo l'insediamento della nuova Giunta, alcuni esponenti del partito di maggioranza hanno lanciato dalle testate dei più seguiti quotidiani cittadini critiche assai pesanti verso il Sindaco, verso la Giunta e soprattutto verso l'Assessore alla Trasformazione Urbana, spesso nell'occhio del ciclone in quanto deve gestire la pesante eredità urbanistica della precedente (e delle precedenti) amministrazione, fatta di varianti e deroghe al Piano Regolatore Generale, Accordi di programma su misura dei privati, compensazioni edificatorie "in aria" che non si sa dove e in che misura finiranno di atterrare, a cui si deve aggiungere la crisi economica di una città che ha sempre e solo puntato sul mattone. E le critiche piovono dopo che tutti i partiti attualmente al governo della città - ma non solo - durante la campagna elettorale hanno sbandierato ai quattro venti lo "stop al consumo di suolo", "la città sostenibile", "la rigenerazione urbana" etc etc etc ... (> vedi anche la posizione dell'attuale Commissione urbanistica nella vicenda di Casal Giudeo nel nostro post Vola il cemento )
(**) Gli esponenti presenti di SEL non hanno partecipato al voto, ma non hanno votato contro l'emendamento del centrodestra. Carteinregola scriverà una lettera anche a loro.
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