Delinda Cecchelli - olio su tela - "Il Dubbio" - 2003 |
Un partito che non esprime una posizione netta sul tema del rapporto con i sindacati è destinato al dubbio ineluttabile, alla lacerazione perpetua. Un partito comunista che si rispetti, dovrebbe avere una propria linea - chiara ed unitaria - sui temi del lavoro e i compagni dovrebbero portarla chiaramente dentro il sindacato, non viceversa. Il fatto invece è che nel nostro caso non è il partito che è dentro il sindacato ma esattamente e inopinatamente il contrario. Questa purtroppo è l'amara verità di cui avevo già parlato al nostro congresso. Io, da parte mia, rimango dell'opinione che è meglio sbattere forte la porta in faccia alla Camusso, piuttosto che restare in questa ambiguità ma forse sono troppo drastico. Sarei anche disponibile a credere in quei compagni che la CGIL la vorrebbero cambiare davvero ma purtroppo (e sottolineo purtroppo), mi sento nella ragione quando vedo in diretta quello che oggi è di nuovo avvenuto. Il IX Congresso di Rifondazione Comunista a Perugia respinge un ordine del giorno che chiede una valutazione positiva sul documento alternativo da presentare al congresso della CGIL, dove maggioritaria è la linea concertativa della Camusso. Allora? Come ne usciamo? Come si fa a non scoraggiarsi? Che cosa raccontiamo ai nostri compagni lavoratori e ai compagni nelle USB che ci hanno abbandonato proprio per queste ragioni? Ne usciamo con la solita ambigua storia fantozziana (e non in senso cinematografico..) della libertà di azione e coscienza dei compagni nei sindacati? No, non è più tempo e se ne accorgeranno presto anche loro ormai. Me lo auguro a questo punto. I lavoratori purtroppo lo stanno già pagando il dazio di questa ambiguità e dell'appiattimento a effetto domino della del PD a destra, SEL sul PD, la CGIL sul PD e SEL e i compagni di Rifondazione dentro la FIOM e la CGIL che lottano contro i mulini a vento. Oggi siamo già in post-democrazia e se noi avessimo pensato a costruire un programma e una forza politica davvero alternativa al centro-sinistra, la classe lavoratrice ed il sindacalismo di base come le USB, oggi avrebbero almeno una rappresentanza anche nelle istituzioni e una sponda politica per rivendicare con più forza i diritti dei lavoratori. La stantìa e superata altalena invece, che già appariva desueta, oggi ancora di più con le corde logore non ha spazi credibili e rischia di farci rimanere tutti con il culo per terra, chiusa com'è da una parte dal minoritarismo ottuso che si ostina a credere di poter invertire la rotta dentro la CGIL e la FIOM, dall'altra dalla assoluta lontananza dalle istanze dei più precari e bistrattati che la CGIL non intende più difendere per ragioni di "realpolitik". Ciò che traspare infatti fuori da questi schemi, agli occhi delle persone interessate, è nella migliore delle ipotesi una sorta di complesso di Edipo che impedisce di condannare di netto la posizione maggioritaria della CGIL e della Camusso, perchè non si vuole realmente uscire dallo spazio ideologico della chioccia del centrosinistra oppure, nella peggiore delle ipotesi sempre agli occhi di chi subisce e valuta certe politiche che non si vogliono mollare quelle poltroncine che ormai non hanno più nessun valore, neanche simbolico. Bella figura di merda, dopo essersi lacerati in un congresso di tre giorni che pure di carne al fuoco ne aveva.. ma riusciamo sempre a farla bruciare o peggio, a farla pappare dai cani, mentre magari discutiamo di lana caprina o peggio di nomi e candidature.
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