Quando
in Italia arrivò la lettera della Bce, contestualmente alla famosa
telefonata della Merkel a Napolitano, in seguito alle quali
Berlusconi fu costretto a dimettersi, la nostra pseudo sinistra fatta
di scrupolosi intellettuali allergici agli inestetismi della
berlusconite ma non ai vizi del capitalismo rampante e alla finanza
stile Las Vegas, pensò bene di brindare in piazza con bollicine
nostrane di bassa qualità ma a nessuno di questi paladini del nulla
venne in mente di consultare il Popolo sovrano, in merito a pareggio
di bilancio e spending review che hanno portato alla stagnazione
dell'economia reale con conseguente aumento degli interessi sul
debito pubblico, recessione, incremento della disoccupazione, dello
sfruttamento e della povertà. Nell'ordine arrivarono (vado a
memoria), riforma delle pensioni, dismissione dell'articolo 18 e Jobs
act (solo per citarne alcune). Tutte indicazioni della Bce, tramite
la famosa lettera e non solo, passate per delega governativa a
fiducia blindata, spesso incastonate dentro decreti "omnibus"
e simili. Noi infatti, invece che un referendum, abbiamo instaurato
dei governi cosiddetti "tecnici" i quali hanno
letteralmente macellato economia reale, lavoro, diritti e svenduto
beni comuni, bypassando ogni processo di partecipazione democratica,
a livello locale e nazionale, come se l'Italia fosse di fatto
commissariata. Allora mi chiedo se davvero sono queste le classi
dirigenti, le guide a cui veramente vogliamo affidare il nostro
futuro e quello delle prossime generazioni. Oppure quanto ancora
dovremo sopportare per renderci conto della reale necessità di una
decisa inversione di marcia, invece di continuare a consumare pseudo
cibo e pseudo informazione, scadenti e truffaldini prodotti
dall'exp(r)o e del sola 24h?
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venerdì 10 luglio 2015
Promemoria (breve storia di un mangiaspaghetten)
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