«Perché
una lista Tsipras? Perché è l’unico modo per salvare l’Europa,
per uscire dalla mortale alternativa di chi teorizza l’austerity e
di chi, per reazione, chiede invece l’uscita dall’Europa»
spiega Torelli, tra i promotori di Alba e che fa parte del gruppo
promotore della lista assieme, oltreché alla Spinelli, a Flores
d’Arcais, Marco Revelli, Guido Viale e Andrea Camilleri. Una lista
sostenuta si e no da Sel, dai 3/4 di Rifondazione Comunista e dalla
quale sono stati esclusi dal "gotha" delle intelligenze
riunite, i Comunisti Italiani. «Sostegno di Rifondazione sì -
prosegue - ma solo dall’esterno. Quelli di Rifondazione sono solo
sostenitori ma non azionisti» ci tiene a precisare ancora Torelli che della
lista è anche il responsabile nazionale. L'Euro
non è il simbolo dell'Europa unita contro i nazionalismi ma al
contrario li rafforza e consegna alle destre il consenso/scontento.
Ma sappiamo che da sempre le destre ricoprono il ruolo di guardiane del
capitale e del potere. Ciò sta accadendo soprattutto in virtù delle
pesanti disuguaglianze che crea, aggravate dalle politiche di
austerità e di delegittimazione delle sovranità popolari ma non è
affatto un errore, al contrario è una precisa strategia. Potremmo
chiamarla strategia della tensione economica che mira con il terrore e la disperazione, attraverso il cappio del fiscal compact, allo smantellamento totale dei servizi, dello stato sociale e dei diritti. Infatti è
proprio l'Euro lo strumento economico con il quale l'oligarchia UE
mira (e riesce) a dividere e non certo ad unire i cittadini, la forza
lavoro, i precari ed i ventisette milioni di disoccupati. La
UE e l'Euro (come strumento proprio economico) sono il peggio
irriformabile della politica imperialista e capitalista d'assalto
(ultra-liberista) che si possa immaginare. Chi da del nazionalista a
coloro che sostengono (DA SINISTRA!) il ritorno alla moneta e alla
sovranità nazionali, non solo non ha capito la differenza tra
patriota e nazionalista ma è a sua volta un "europeista"
alla stregua del nazionalista che pretende di criticare. Questo, in
funzione del fatto che sostenere la volontà e più pretestuosamente
la possibilità, di riformare questa struttura (NON) politica della
UE è delle due l'una: ottuso e miope oppure ipocrita e in malafede. La UE è
guidata da un gruppo di incoscienti e prezzolati e l'Europa è
formata da persone, queste due entità non sono affatto la stessa
cosa e - come scrive Brancaccio - l'uscita dall'Euro non sarà il paradiso ma è l'unica strada
per uscire dall'inferno e servirebbe proprio ad aprire un varco, una
crepa in questo muro che ci stanno costruendo intorno. Accantonando per il momento sia
la diatriba "fuori o dentro l'Euro" che evidentemente non è
affatto risolta dentro la sinistra e anche la legge elettorale
italiana per il Parlamento europeo che è una legge proporzionale,
datata 1979 con la sola recente aggiunta dello sbarramento al 4% ed è
la migliore che abbiamo, rispetto alle altre tre che restano le
peggiori in assoluto, accomunate solo da improbabili nomignoli
pseudo-latini. Utilizzando la semiotica come extrema ratio, la segnaletica stradale come estrema semplificazione, voglio far notare per rimanere coi piedi per
terra e ragionare in termini pratici che, nonostante l'obiettivo di
superare la soglia di sbarramento al 4% prevista che per ipotesi
(alquanto azzardata in positivo) potrebbe anche essere raggiunto,
nella circoscrizione "Italia centrale" ad esempio, per
determinare l'assegnazione di un (uno!) seggio al Parlamento europeo,
la lista "L'Altra Europa con Tsipras" dovrebbe
miracolosamente (ed io non credo ai miracoli) raggiungere l'insperata
percentuale del 7%. Non solo, il miracolo suddetto, consentirebbe
alla lista e a tutti coloro che la sostengono, di mandare in
rappresentanza della lista cosiddetta di "sinistra" la
moglie di Padoa Schioppa, l'anticomunista Barbara Spinelli, con buona pace di coloro che ancora credono nei miracoli. Allora
dico, la domanda sorge spontanea. Che cazzo hanno fatto di male tutti
quei poveracci di compagni che si sono impegnati a raccogliere firme,
diffondere e sostenere questo ennesimo e fallimentare divieto di svolta a Sinistra? Ora, non è che
assumendo posizioni come dire.. più consone ad un partito che si
definisce comunista e anti-capitalista (per non entrare ancora una volta nel merito) si sarebbe sforato il 30% ..ma
il risultato sono sicuro, sarebbe stato migliore di quello che si prospetta oggi. Anche però, volendo immaginare lo stesso risultato elettorale di oggi (che
secondo me non arriverà al 3%), affermo - questo sì con estrema certezza -
che non solo si sarebbe tamponata una emorragia dei consensi popolari da sinistra verso destra, ma anche i compagni avrebbero lavorato più uniti ed entusiasti ad
una proposta finalmente in controtendenza con gli errori del passato
(Arcobaleno, Ingroia..) e a candidature davvero espressione e
riferimento delle classi subalterne.
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giovedì 10 aprile 2014
DIVIETO DI SVOLTA A SINISTRA (con obbligo di svolta a destra)
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certo che sei strano forte !
RispondiEliminaIn che senso?
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