Nei rifiuti mangia il povero ed il ricco, quelli in mezzo buttano e
basta, infatti basta pensare che la pessima gestione dei rifiuti nelle
città ha sempre un nome (a Roma è Manlio Cerrone) e non è quasi mai un
errore ma è sempre frutto di concordate scelte politiche molto precise,
atte a favorire gli interessi di quel nome. Roma ovviamente non fa
eccezione ma, per quanto ultimamente io non sia molto in sintonia, va
detto che Rifondazione a livello locale combatte da anni questa
battaglia, fino ad arrivare al 2009 all'uscita dalla maggioranza di
Marrazzo proprio per le divergenze sulla gestione dei rifiuti e che
anche allora comportò polemiche strumentali dall'interno, da parte di
coloro che ogni qual volta si agisce concretamente, mascherano la
indolenza, la pigrizia e l'inerzia politica, con la critica al
settarismo e al movimentismo. Una cosa è certa, le scelte in questo
senso misurano il valore di una giunta e con questo ora il governo della
Capitale e della Regione Lazio ma soprattutto il vecchio apparato del PD, devono seriamene misurarsi, dimostrando davvero e
con i fatti, di non essere succubi e/o conniventi del sistema
soldi/rifiuti che si è venuto a creare negli ultimi ventanni. La stessa
cosa riguarderebbe anche il cemento, le opere pubbliche e gli appalti,
la viabilità. Per non parlare del commercio, le licenze e le occupazioni
di suolo pubblico, fino ad arrivare alle cosiddette municipalizzate,
gestite per lo più come se fossero aziende di famiglia. Resta soltanto da
chiedersi perchè, nonostante tutto ciò, la fiducia viene sempre e
comunque riposta in quelle forze politiche che da sempre gestiscono
decisioni e potere, piazzando i propri funzionari di fiducia nei ruoli
chiave, allo scopo di dare continuità e consolidare questo sistema di
potere. Vogliamo sempre e solo indignarci quando fatti come quello di
oggi salgono alla ribalta delle cronache per poi dimenticarcene dopo una
settimana? Oppure vogliamo rifletterci, prendere posizione e magari voltare anche pagina?
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giovedì 9 gennaio 2014
Nei rifiuti mangia il povero ed il ricco, quelli in mezzo buttano e basta
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