Fino a che gli immigrati raccolgono arance e pomodori o lavorano a tutela zero nei cantieri o nella filiera agroalimentare e nella ristorazione, facendo arricchire soprattutto coloro che (in teoria) li vorrebbero a "casa loro" allora va bene? Immaginiamo se all'improvviso, un bel giorno, se ne andassero davvero TUTTI a casa loro.. Su cosa poggia la nostra economia?
Sia molto chiaro poi, che per ogni caso in cui vi sono delitti compiuti da migranti, sia pure irregolari, grazie a leggi ottuse sull'immigrazione, vi sono altri e tanti esempi di gesti eroici e dall'altissimo senso civico compiuti da altri migranti, con o senza il permesso di soggiorno.
Senza dilungarmi in esempi e dati, affido alla vostra lettura un articolo che riassume la situazione in questo senso:
Ecco quindi il mio punto di vista sulla sicurezza.
Nessuno nega l'evidenza del fenomeno criminale, a Roma come in tutte le metropoli ma la violenza e le infezioni sono fenomeni endemici quindi chiariamo subito che chi dice di poterle estinguere è un cialtrone millantatore. Ora poniamo l'esempio che la violenza in una società sia come una infezione in un corpo umano. La repressione è come il cortisone, una terapia d'urto che non arriva alla radice del problema. E' l'origine della violenza che va cercato e limitato se davvero si vuole fare un passo avanti. Uno degli effetti collaterali del cortisone, così come della cosiddetta "tolleranza zero" di cui certa demagogia si riempie la bocca e i manifesti, è quello di azzerare il sistema immunitario.
Il risultato di questo squilibrio tra prevenzione e terapia d'urto sarà quello di avere una società costretta a difendersi a bastonate da se stessa.
Il sistema immunitario di una comunità è l'aumento del benessere diffuso, la crescita culturale e la giustizia percepita come una tutela per tutti e non come strumento di repressione dei forti sui deboli. Solo così si può arrivare alla libertà e alla responsabilità individuali che sono i più potenti anticorpi alla violenza.
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