A questa mia breve considerazione iniziale, segue la lettura di un articolo molto chiaro che parte dai dati reali sulla crescente disoccupazione e che indicano quali siano davvero gli effetti, i risultati e i veri scopi delle politiche di austerità. Non che non ce ne fossimo accorti da tempo ma purtroppo, bisogna ricordare anche i fatti più banali e semplificare il pensiero, allo scopo di facilitare l'azione.
Esistono quindi ormai europeisti solo di destra, banchieri, finanzieri e liberisti, oppure c'è ancora qualcuno che invece di sparare le cazzate di Grillo e Le Pen, l'Europa vuole davvero cambiarla e restituire al suo Popolo democrazia rappresentativa e partecipazione?
Non ci venite a raccontare balle: l'unico scopo delle vostre politiche di austerità è ridurre a zero (o comunque sotto la soglia della sopravvivenza) il salario. Il vostro unico scopo è impoverire al massimo la popolazione, in modo da costringerla a lavorare in silenzio, a qualunque prezzo, per qualunque orario.
Dice l'Istat che le politiche economiche "suggerite" dalla Troika stanno avendo un "successo straordinario". A settembre 2013, per esempio, gli occupati sono scesi 22 milioni 349 mila, lo 0,4% in meno rispetto al mese precedente (il che significa 80 mila persone in meno) e del 2,1%rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente (-490 mila).
Il tasso di occupazione è quindi sceso al 55,4%, 0,2 punti percentuali in meno su base mensile e 1,2 punti rispetto a dodici mesi prima.
Il numero di disoccupati, invece, ovviamente aumenta: sono ora 3 milioni 194 mila, lo 0,9% in più rispetto al mese precedente (+29 mila) e addirittura il 14,0% rispetto allo stesso mese dell'anno prima (+391 mila).
Il tasso di disoccupazione si attesta perciò al livello record del 12,5%, in aumento di 0,1 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 1,6 punti nei dodici mesi.
I disoccupati tra 15 e 24 anni sono saliti a 654 mila. Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, ovvero la quota dei disoccupati sul totale di quelli occupati o in cerca, è pari al 40,4%, in aumento di 0,2 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 4,4 punti nel confronto tendenziale. Possiamo dire senza tema di smentita che tutte le misure legislative (di precarizzazione assoluta) prese in nome della "necessità di favorire l'occupazione giovanile" hanno sortito l'effetto radicalmente contrario. Non è difficile capire perché, se anche non ci fosse una quantità di aziende che chiude. La condizione precaria, infatti, "costringe" il singolo lavoratore ad accettare ritmi o orari di lavoro superiori a quelli "normati dalle leggi e dai contratti"; e quindi un minor numero di occupati "copre" la quantità di lavoro che normalmente richiederebbe un numero superiore di addetti.
Il numero di individui inattivi tra 15 e 64 anni aumenta dello 0,5% rispetto al mese precedente (+71 mila unità), ma rimane sostanzialmente invariato rispetto a dodici mesi prima. Il tasso di inattività si attesta al 36,4%, in aumento di 0,2 punti percentuali in termini congiunturali e di 0,1 punti su base annua.
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