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martedì 14 luglio 2015

THINK TANK? No Thanks

Molta della gavetta e delle conoscenze che un tempo si facevano nei partiti oggi si fanno nei cosiddetti “pensatoi politici”, quelli che gli elegantoni chiamano “think tank”. In uno scenario attuale fatto di coalizioni democratiche, governi tecnici, apolitici o di “emergenza”, spesso bipartisan, strutture come i think tank all'italiana trovano praterie libere e spazi di sviluppo economico e relazionale inimmaginabili per partiti politici strutturati in modo tradizionale. Tutto ciò è finalizzato ad un controllo praticamente assoluto sul “ricambio generazionale” della classe dirigente del Paese. Una area grigia nella quale piccoli e predestinati cuccioli del potere crescono forti e sicuri, testando così i propri giovani ed aristocratici artigli, al riparo da concorsi e confronti, non misurandosi con nessuna realtà se non quella “in vitro” dell'area di appartenenza e che ne garantirà il futuro insediamento, con l'unico scopo di crescere e perpetrare il lavoro dei propri predecessori. Questi ultimi, spesso e volentieri coincidenti con i propri padri o zii. Tutto ciò grazie a quelle leggi, emanate dai diretti interessati e che ovviamente ne tutelano la opaca gestione amministrativa. Emblematico il caso della Fondazione “Vedrò” alla quale appartengono ben cinque degli elementi che componevano il Governo Letta ovvero lo stesso Enrico Letta (premier-PD e nipote di Gianni Letta-PDL), Angelino Alfano (vice-premier ed Interni-PDL), Maurizio Lupi (Infrastrutture-PDL), Nunzia De Girolamo (Agricoltura-PDL e moglie di Francesco Boccia-PD) e Andrea Orlando (Ambiente-PD). Il crescente peso politico di queste fondazioni è indubbio e mette ancor di più in evidenza la mancanza di informazioni complete e aggiornate su soci, finanziamenti e bilanci. Infatti, le recenti e pur limitate norme introdotte sulla trasparenza dei partiti, non si applicano alle fondazioni e, tranne per poche eccezioni, sono limitate a singoli ambiti. Questi pensatoi sono poi legati tra loro attraverso una fitta rete di relazioni che si può ricostruire – con grande fatica – evidenziando le persone che hanno incarichi in più strutture. Un dossier di OpenPolis rivela che tra 65 think tank italiani censiti (contando soltanto quelli di rilevanza nazionale ed internazionale) i quali animano il panorama politico italiano e le cui funzioni principali sono la elaborazione di idee, il reclutamento di personale politico e non ultimo, la raccolta di finanziamenti, sono tutti interessati da connessioni e relazioni che – per oltre l'80% – ruotano intorno a quattro soli soggetti: Italiani Europei, Astrid, Fondazione Italia-USA ed Aspen. Altro che ascensore sociale, permeabilità e trasparenza dei posti chiave nella economia, la politica e la conoscenza. Avete capito choosy dimmerda da dove vengono e perchè si adottano all'unanimità riforme come la “Buona Scuola” ed il “Job's Act”? Per affossare definitivamente tutto ciò che può minare la blindatura oligarchica nelle “sale dei bottoni” quindi keep calm e stattene al posto tuo..

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